A3: l’inferno continua

Aldo Bianchini

Il problema traffico non diminuisce e causa grossi ingorghi tra Sicignano/Contursi e Pontecagnano

Sicignano degli Alburni – Lunedì 11 luglio 2011, ore 8.30, fermo in auto, bloccato nel traffico infernale della Sa/Rc nel tratto Sicignano/Contursi, corsia nord. Accendo la radio e sintonizzo su Radio Alfa (una delle pochissime degne di essere ascoltate), il mio nervosismo è alle stelle. La voce suadente e professionale di Ersilia Gillio mi tranquillizza, conduce la trasmissione “Mattinata”. Ascolto la telefonata disperata di Cinzia (avvocato) che bloccata come me nel traffico si sfoga perché non potrà raggiungere in tempo il Tribunale di Salerno per un’udienza. Ersilia, con grande professionalità, la tranquillizza  e poi rivolge un appello affinchè i ritardi causati dall’infame autostrada abbiano presto a finire. Un augurio giusto anche se, credo, privo di sostanza in quanto come tanti altri cadrà presto nel dimenticatoio. Ho raccontato questo episodio per far capire come la comunicazione, o il giornalismo in genere, tanto bistrattata può essere utile. Alzo lo sguardo, qualcosa si muove, ricominciamo a viaggiare e capisco perché domenica mattina c’era stato l’altro momento infernale (durato in verità più di ventiquattro ore). Sono state aperte al traffico, anche se in via provvisoria e soltanto le aste nord, due gallerie tra Sicignano e Contursi. Riprendo la corsa verso Salerno ma a Pontecagnano nuovo black out. Tutti in coda, ci sono nuovi cantieri e si rallenta paurosamente anche se si viaggia su due corsie cadaune di marcia. Così va la vita, penso, questa è la nostra realtà dei grandi e mitizzati lavori pubblici. Capisco che i cantieri servono non solo a noi tutti ma anche per far lavorare la gente ed assicurare a tante famiglie il giusto sostentamento. Ma santo cielo, cercate di completarli questi lavori della Sa/Rc, siamo diventati la barzelletta planetaria. Sarebbe tanto meglio se ci inventassimo tanti altri lavori e tanti altri cantieri a patto che riuscissimo a completarne qualcuno, per il bene di tutti. Mentre sto arrivando a Salerno ricordo ciò che un amico mi ha raccontato qualche tempo fa. E’ un amico che vive per diversi mesi all’anno a Stoccarda in Germania. Ebbene mi racconto che una mattina, di qualche anno fa, uscito di casa lungo la strada che lo portava al lavoro si accorse di uno svincolo stradale che fino a qualche giorno prima non c’era. Rapida la risposta alle sue domande: era stata aperta un’autostrada ad otto corsie che collegava Stoccarda a Berlino, oltre seicento chilometri senza che nessuno, almeno a Stoccarda, si fosse accorto di niente. Ho sorriso da solo. Ovviamente l’Italia non è la Germania, e qui da noi per seicento chilometri di autostrada non solo ci vogliono decenni ma si costringono milioni di viaggiatori a sacrifici indescrivibili ed inaccettabili per un Paese cosiddetto civile.

One thought on “A3: l’inferno continua

  1. Direttore, mi farei più profondamente la domanda: perché l’Italia (specialmente una certa parte d’Italia) non è come la Germania. E’ un fatto di consolidata cultura e quella non si cambia in un paio di generazioni …
    Cordialità
    Roller

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