Manovra 2011: cosa cambia ?

Di recente approvazione, la manovra finanziaria 2011 prevede una serie di novità dal punto di vista economico che avranno un impatto significativo sul risparmio degli Italiani. In particolare in questa sede si analizzeranno in particolare i cambiamenti

dal punto di vista della tassazione per chi investe, ossia la variazione dei bolli sul deposito titoli. Prima della finanziaria qualunque fosse l’importo dei propri investimenti l’ammontare delle tasse prelevate dallo stato, i cosiddetti “bolli”, ammontavano a 34,20 Euro; a partire dal 1 Luglio ci sono state delle modifiche che saranno già visibili sugli estratti conto di Dicembre di quest’anno e che, a partire dal 2013 andranno a pieno regime dopo un anno di transizione. In particolare, dopo una prima versione che prevedeva per qualunque importo un aumento indifferenziato dei bolli da 34,20 Euro a 380 Euro, la versione definitiva ha introdotto le seguenti modifiche: – per chi ha sul conto titoli un importo compreso tra 0 e 49.999 Euro prima della manovra pagava 34,20 di bolli; e niente è cambiato con la manovra, in modo da proteggere i cosiddetti “piccoli risparmiatori”; – per chi ha sul conto titoli un importo compreso tra i 50.000 Euro e i 149.999 Euro prima della manovra pagava sempre 34,20 Euro di bolli, dal secondo semestre 2011 fino a tutto il 2012 pagherà 70 Euro di bolli e dal 2013 ne pagherà 230; – per chi possiede sul deposito titoli un importo compreso tra i 150.000 Euro fino ai 499.999 Euro, dai 34,20 Euro passerà ai 240 Euro dal secondo semestre 2011 a tutto il 2012 per arrivare a regime nel 2013 a 780 Euro; – infine per chi appartiene al segmento che in gergo finanziario è definito “private”, con un patrimonio sul deposito titoli che supera i  500.000 Euro, dovrà pagare dei bolli per euro 680 fino al 2012 per poi passare ai definitivi 1.100 Euro dal 2013. Gli aumenti sono davvero sensibili per tutte le fasce di risparmio ad eccezione dei piccoli risparmiatori; bisogna di conseguenza, per difendersi dagli aumenti o almeno limitarne l’impatto, investire in quelle tipologie di investimento che non necessitano di un deposito titoli; in particolare facciamo riferimento ai fondi comuni di investimento, alle sicav, ai certificati di deposito su supporto cartaceo, ai “time deposit” e ai prodotti assicurativi vita e gestioni separate, che possono essere una valida alternativa ad azioni, prestiti obbligazionari e titoli di stato.

 

Filippo Ispirato

 

2 thoughts on “Manovra 2011: cosa cambia ?

  1. Negli anni ’50 lo stato invogliava al risparmio e le banche davano alle famiglie inviolabili salvadanai. L’educazione al risparmio aveva un ruolo concreto di “educazione civica”. Ci dicevano in una scuola elementare dove occorreva impegnarsi che il risparmio era utile alla società e che il risparmio dava buoni frutti. Allora non capivo, oggi prendo atto che chi raggranella qualcosa ogni mese, viene mazziato e schedato con il rilascio ad ogni operazioncina del codice fiscale. Allora ci si difende in tutti i modi specie subendo ogni giorno notizie di politici corrotti e ricchi a dismisura e delle spese che costano alla collettività questi figuri.
    Mario sembra lamentarsi che si vogliano deprimere i consumi: forse vive di turismo e non fa il pendolare.?Ma come si fa a incrementare i consumi se molte famiglie stentano alla fine del mese? Mario, ma lei investirebbe rischiando i suoi risparmi di una vita in un paese dove chi è al potere non difende il debole ma la casta e la chiesa? Investirebbe nel sud dove sole e mare rendono il lavoro (serio) un “problema”? Io non credo. Dove andremo di questo passo? Sicuramente ad uno scontro sociale (sperando sia incruento). Prima di ricostruire occorre ripulire il terreno dalla politica alla quale ci siamo rassegnati o sulla quale qualche furbetta/o senza attributi tenta la carriera nel terziario. Il dubbio di Mario (è un economista?) è l’ultimo dei pensieri del cittadino medio.
    Roller

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