Napoli: anche il caso Pasquino !!

Aldo Bianchini

Dopo i quattro mesi di reclusione all’assessore Sergio D’Angelo per un sit-in violento non autorizzato, un nuovo caso giudiziario travolge la neo giunta del Comune di Napoli: il presidente del Consiglio Comunale è rinviato a giudizio a Salerno. Il sindaco giustizialista ora è al bivio: cacciarli o rimangiarsi i proclami forcaioli? Eppure li aveva tenacemente voluti come responsabile delle Politiche sociali il primo, e come Presidente del consiglio il secondo.

Ma come, l’IdV e l’intero centrosinistra che hanno urlato a squarciagola contro l’avversario del PdL Gianni Lettieri per certe sue ‘cattive’ frequentazioni con compagni di partito, mettono in squadra un rinviato a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione e attualmente sotto processo presso la seconda sezione penale del Tribunale di Salerno! Ci riferiamo al magnifico rettore dell’università di Salerno ing. Raimondo Pasquino, contro il quale l’8 novembre 2010 è iniziato un processo per “abuso in atti di ufficio”.  Nelle settimane scorse il neo sindaco di Napoli ha designato il rettore Pasquino ad una carica prestigiosa, sotto il profilo dell’immagine soprattutto.  Alla luce dei fatti, non ci pare obiettivamente una scelta coerente con i valori a cui si ispira il suo partito. Una decisione che rischia di gettare grande discredito sull’intero IdV di Di Pietro, che pure lo ha candidato e, soprattutto, sulle decine di migliaia di elettori napoletani che hanno creduto in lui.  Certo, la ripetitiva ma sacrosanta affermazione che si è innocenti fino a sentenza passata in giudicato vale per tutti, Pasquino incluso. Tuttavia, l’elettorato napoletano ha votato a valanga l’ex-magistrato proprio per la sua trasparenza e, quindi, per la voglia di cambiare; senza alcuna ombra con il passato: non solo per lui, ma per chiunque altro della sua squadra. Le promesse di De Magistris erano, quindi, soltanto enunciazioni elettoralistiche e nulla più.  E’ pur vero che Pasquino risponde di un reato che non ha nulla a che vedere con la malavita organizzata. Ma sempre reato è quello di cui si è accusati, specie quando la pubblica accusa li contesta perché commessi nell’esercizio gestionale della pubblica amministrazione! Non un valore, quindi!! E allora va da sé che De Magistris, nel nome proprio e della propria immagine, di quella di Di Pietro e dei valori assoluti dell’IDV sotto il cui vessillo si è presentato, non dovrebbe dare adito al benché minimo dubbio sulla assoluta trasparenza dei suoi primi atti e di tutti i componenti della sua squadra, uno per  uno. A meno che il nuovo Sindaco di Napoli non effettui una autonoma e originale distinzione tra i reati, ergendosi a giudice supremo e decidendo tra quelli buoni e quelli cattivi, come già fecero sia Di Pietro che Bersani per il candidato alla presidenza della regione Vincenzo De Luca. In quella occasione De Magistris si “arrabbiò” tanto, quasi a sfiorare l’uscita dal partito. E ora? Buon per lui se ha valutato l’aspetto ‘etico’ del reato contestato al rettore dell’università di Salerno Raimondo Pasquino!  Il codice penale, tuttavia, e  De Magistris ce lo insegna, non fa distinzioni tra reati ‘buoni’ e reati ‘cattivi’. Tutti reati sono e nessuno riveste aspetti eticamente distinguibili! Se no, sarebbe un modo davvero originale di proporsi agli elettori e all’opinione pubblica più in generale. Perché, a questo punto, moltissimi suoi elettori potrebbero vedervi un inganno sia pure non intenzionale già prima di cominciare.  E’ vero, dunque, che la proposta di De Magistris ai propri sostenitori di candidare l’allora candidato-sindaco avversario dell’UDC (meglio dire di De Mita) Raimondo Pasquino alla carica di presidente del consiglio comunale di Napoli era stata avanzata prima del ballottaggio? Una sorta di scambio dei consensi del candidato sconfitto. De Magistris, però, non li aveva informati che il suo candidato era sotto processo. A meno che non ne sapesse niente, che nessuno l’avesse informato, a cominciare dal diretto interessato Raimondo Pasquino. Nel qual caso la vicenda sarebbe diversa. Ma a questo punto assolutamente consequenziale l’ipotesi automatica e non tanto peregrina di revoca dell’incarico per Pasquino a Presidente del Consiglio Comunale di Napoli.

 

 

 

 

 

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