La rabbia dei Palestinesi

S. P.

Dal 1948 quando l’ONU stabilì i confini della Nazione di Israele, Nazione autonoma e geograficamente collocata in vantaggio degli Stati alleati, che il popolo palestinese subisce la restrizione dei propri terreni. Contribuì anche la guerra tra Israele e l’Egitto a confinarli nella rinomata “Striscia di Gaza”, negli anni settanta. Crearono un movimento con a capo Yasser Arafat che li portò tra guerriglie varie ad essere riconosciuto come Stato ma le conseguenze di un’autonomia palestinese, sciita per lo più -mi riferisco alla religione- tra i Musulmani ci sono delle scissioni nell’ interpretazione del Corano, che diventano lotte di “razza” apparve nociva per tutti gli Stati confinanti; i buoni propositi di avere un loro Vigile Urbano, una loro identità fu abbattuta. Oggi per andare a lavorare, quelli che vivono ancora a Gaza debbono esibire documenti, passare sotto il metal-detector,  riesibire i documenti. Lavorano nelle Nazioni adiacenti, per lo più ai confini con Israele, e per quelli che lavorano quella è vita. Gli altri sono profughi  in Nazioni che gli hanno carpito un pezzetto di terra, come la Siria ad esempio e questo spiega la reazione siriana,ma spiega anche il comportamento dei palestinesi che chiedono di abitarvi in maniera decorosa in quanto, per qualche chilometro è anche terra loro. In passato la Palestina aveva ricevuto aiuti dall’Unione Sovietica, anche dai comunisti nostrani, per questo avevano le armi, oggi sono un popolo scomodo anche per gli ex comunisti. Mosca aiuta la Siria,  e le motivazioni le ho spiegate nel mio precedente articolo. I Palestinesi, e scriviamolo maiuscolo per il rispetto che si deve alla gente, non piacciono a nessuno. Non hanno sistemi idrici, non si nutrono bene e sono arrabbiati per la povertà che li lacera da anni, per quel nomadismo obbligato e per la residenza coatta che gli è stata imposta. Quando ci andai, accompagnato da due militari israeliani, nelle striscia di Gaza, lessi l’offesa nei loro occhi, la privazione della dignità più elementare. Parlai con un saggio del posto, in perfetto inglese e bevvi il tè da bicchierini poggiati su un vassoio umile, come i dintorni della casa di quell’uomo.  Di questo mi indigno e un Sarkozy, una Merkel, un Cameron che dichiarano: “si dimetta Bashar al Assad per crimini contro l’umanità”, farebbero meglio a starsi zitti. La Siria per l’Europa è un avamposto comodo, come comodissimo è Israele – non sono anti sionista-  faccio il cronista,  svolgo il mio lavoro, pietismi inutili non servono a nessuno ma a  loro salvano la faccia.

 

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