Gli amici della “casta”


Nominati, consorzi ed affini si mangiano 7 miliardi di euro all’anno

ROMA – Se per la Casta (parlamentari, ministri, sindaci, assessori, consiglieri) lo Stato spende 2 miliardi di euro l’anno, per gli “amici della Casta” ne spende 7 di miliardi. Si tratta, spiega Daniele Martini sul Fatto Quotidiano, di un insieme ”di 7 mila enti, aziende, consorzi, società, organi collegiali, una specie di foresta pietrificata di sedi, uffici, 24 mila consiglieri di amministrazione, presidenti, direttori con stipendi, compensi e spese di rappresentanza per circa 2 miliardi e mezzo di euro all’anno”. Queste realtà vengono chiamate “enti di secondo livello”, perché, prosegue Martini, di livello “derivato rispetto a quello primario degli eletti, i politici. I rappresentanti degli enti di secondo livello sono nominati, infatti, dai politici e quindi devono tutto a questi ultimi”. Si tratta di enti, sottolinea Martini, a volte di dubbia utilità,e  per suffragare la propria tesi fa alcuni esempi concreti. “E’ difficile, per esempio, riuscire a capire perché accanto a un organismo statale ad hoc per le erogazioni in agricoltura, l’Agea, ente che ha il compito di coordinare e pagare i fondi dell’Unione europea agli agricoltori, poi sono spuntati tanti sotto-enti a livello locale, con le stesse funzioni e lo stesso scopo. Come, per esempio, l’Arsea in Sicilia, l’Arpea in Piemonte, l’Agrea in Emilia-Romagna, l’Artea in Toscana”. Ogni Regione, poi, ha le sue particolarità “perché, tanto per fare un altro esempio, la Regione Piemonte che non ha competenze sulle strade avendole trasferite alle Province, poi ha istituito una società apposita per la progettazione delle strade che si chiama Scr. E ancora resta arduo rendersi conto per quale motivo la Regione Lazio abbia promosso una società per incrementare il turismo sulle spiagge, la Litorale Spa, quando già esisteva un’altra agenzia regionale con lo stesso scopo (Agenzia per lo sviluppo del turismo di Roma e del Lazio), più 4 agenzie provinciali per il turismo a Viterbo, Rieti, Frosinone e Latina, più una quinta a Roma”. L’elenco prosegue: “Cinque anni fa la Regione Sicilia ha istituito una società di promozione del cinema, una specie di Cinecittà isolana, che infatti si chiama Cinesicilia alla quale l’assessorato alla Cultura ha elargito una dote di 2 milioni di euro più royalties tra il 3 e il 5 per cento per ogni progetto avviato. Proprio ora ce n’è uno in corso, “Il giovane Montalbano”, sulla scia della serie famosa di Rai1 con Luca Zingaretti, avviato all’inizio di agosto e coprodotto da Rai-Palomar e Regione Sicilia”.

(da Blitzquotidiano del 28.8.2011)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *