La nuova tassazione delle rendite finanziarie

Filippo Ispirato

Si è tenuto in questi giorni un nuovo incontro della maggioranza ad Arcore per la stesura ultima della manovra finanziaria, prima della sua approvazione finale in Parlamento. Sebbene si cerchi di trovare degli accordi che consentano di arrivare ad una  versione definitiva, osserviamo una continua modifica di molti punti del  decreto, a partire dall’eliminazione del contributo di solidarietà (rimasto in vigore solo per i parlamentari), all’alleggerimento dei tagli agli enti locali o all’eventuale allungamento dell’età pensionabile, tra gli altri. In quest’infinita evoluzione in divenire della manovra, che vorrebbe accontentare contemporaneamente sia il suo elettorato che Banca Centrale Europea ed Unione Europea per ridurre debito e deficit, un punto saldo è rappresentato dalla modifica della tassazione sulle rendite finanziarie che avrà un forte impatto sulle nostre scelte di risparmio o investimento, che sembra al momento essere quasi passato sottotono. Tale punto della riforma, in vigore a partire dal 2012, andrà a modificare la tassazione delle rendite finanziarie (ossia il prelievo fiscale sugli interessi attivi erogati) sui conti correnti e sulle altre forme di investimento che fino ad oggi sono state pari rispettivamente al 27% e al 12,5%. In dettaglio vediamo per ogni tipologia di strumento finanziario cosa cambierà: – per i conti correnti, i depositi a risparmio bancari e postali, i time depositi conti deposito e i libretti di risparmio la tassazione passerà dal 27% al 20%, rendendoli relativamente più convenienti; – per le azioni e i loro dividendi, le obbligazioni bancarie e societarie, prodotti di investimento del ramo assicurativo (gestioni separate garantite, unit e index linked, gestioni multimanager e altri prodotti assicurativi del ramo vita), i fondi e le sicav: la tassazione passerà dal 12,5% al 20%, andando ad erodere parzialmente la loro redditività; – invariato il prelievo fiscale sui titoli di Stato Bot Btp Ctz e Cct che rimarrà al 12,5%. Tale manovra, inoltre, seppur vedrà aumentare il prelievo fiscale sulle gestioni patrimoniali, l’impatto sui rendimenti sarà molto limitato agli occhi dei risparmiatori in quanto il controvalore che viene rendicontato ai clienti è sempre fornito già al netto della tassazione vigente.

Questa riforma della tassazione delle rendite finanziarie, a partire dall’anno prossimo modificherà in maniera sensibile le scelte di chi investe, rappresentando uno dei capisaldi della riforma mai messi in discussione fin dall’inizio, che dovranno essere considerati con molta attenzione al momento di investire.

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *