Cava: il sindaco riparte dai quattro

La lettera del sindaco Galdi ai quattro dissidenti potrebbe ricucire le fratture che vengono da lontano.

Aldo Bianchini

E’ vero che quello che accade in politica non ha mai niente di scontato, ma è altrettanto vero che tutto quello che accade ha sempre radici che affondano nel passato, prossimo o remoto che sia. Partiamo dall’attualità. In seno al Consiglio Comunale di Cava de’ Tirreni, da qualche mese, si è costituito un “gruppo indipendente” costituito dai consiglieri Giovanni Del vecchio (nella foto), Matteo Monetta, Luca Alfieri e Antonio Palumbo. Molti si sono soffermati sull’acerbo scontro tra Galdi e Monetta classificandolo semplicisticamente come personale e nulla più. Uno scontro che, comunque, ha provocato una pesante frattura con l’aggregazione degli altri tre che già da tempo recalcitravano all’interno di una maggioranza che non sentivano più adeguata alle loro esigenze. Ma lo scontro, a mio sommesso avviso, è soltanto di natura politica e parte da lontano. Parte dalla campagna elettorale amministrativa vinta da Marco Galdi. Tutti dovrebbero ricordare che il centro-destra indisse una conferenza stampa (ero presente!!) per presentare il candidato-sindaco nella persona di Luigi Napoli. Quella mattina nella sala giunta del comune di Cava si respirava aria di grande scissione dalla corrente di Edmondo Cirielli; in sala c’erano Giovanni Baldi, Alfredo Messina, Giovanni Del Vecchio, Antonio Palumbo, Alfonso Laudato (che era addirittura il segretario cittadino del partito)  e tanti altri capi del centro destra cavese. Sembrava di assistere ad una sorta di crociata contro Palazzo Sant’Agostino; un vero smacco a Cirielli che veniva proprio dalla sua città che è la seconda dell’intera provincia. Una settimana dopo un’altra conferenza stampa. Sempre gli stessi soggetti in sala giunta, ma quella volta c’erano anche Cirielli e Galdi. Tutti d’accordo e parte l’incoronazione di Marco Galdi che qualche settimana dopo diventerà il sindaco di Cava de’ Tirreni. Cosa fosse successo in quella settimana non è stato mai possibile sapere, tutte le bocche si sono cucite ma non per sempre, fortunatamente, e qualcosa inizia a serpeggiare. Qualcosa che ha portato, probabilmente, alla scissione politica in consiglio e alla creazione del “gruppo indipendente”. Se non si fosse trattato di una scissione politica non credo che il Sindaco si sarebbe preoccupato più di tanto. Qui, invece, ci si trova di fronte ad un fenomeno che potrebbe avere qualsiasi sbocco, anche quello della crisi irreversibile della giunta Galdi, oltretutto il peso politico-elettorale  ed aggregativo di Giovani Del Vecchio è conosciuto molto bene sia dal Sindaco che dai suoi assessori. Insomma il governo cavese è ad una svolta seria, a poco valgono le parole di circostanza inserite nella lettera di Galdi, non credo proprio che i quattro indipendenti (ma dissidenti) vogliano fare il gioco del cosiddetto “partito del sindaco” senza precise concessioni in materia di governo della cosa pubblica metelliana; in caso contrario il gruppo andrebbe verso l’autodistruzione. Ma le concessioni appaiono, almeno al momento, molto difficili da concedere nonostante la monocraticità dell’amministrazione, nel senso che all’interno della maggioranza galdiana ci sono forze (neppure tanto occulte) che spingono nella direzione opposta e credono che l’ostracismo dei quattro possa  salvare definitivamente capre e cavoli. Le prossime settimane, con la ripresa sostanziale dei lavori, saranno in questo senso esaustive.

 

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