Ottobre caldo all’ombra del Vesuvio

Filippo Ispirato
Si prospetta un autunno di forte mobilitazione per la nostra Regione che è
alle prese con una forte crisi del mercato del lavoro. A rischio sono circa
trentacinquemila posti di lavoro nel comparto meccanico e aeronautico in tutte
e cinque le provincie, in particolare quelle di Avellino, Caserta e Napoli con
circa 10.000 posti a rischio ognuna.
La provincia di Salerno, con ca 1.500 posti a rischio, è la meno toccata da
quest’ondata di possibili tagli, anche perché il suo tessuto industriale si
basa maggiormente sull’agroindustriale e meno sulla meccanica e cantieristica,
e che invece è alle prese soprattutto con la crisi del pastificio Antonio
Amato.
Il problema è legato in particolare ad aziende quali la Fincantieri, Alenia,
Firema, Irisbus e Atitech, e a tutto l’indotto ad esse collegato. Si spera in
azioni di salvataggio da parte di altri gruppi industriali che vogliano
rilevare le aziende in crisi o in accordi da parte delle sigle sindacali per
scongiurare il peggio, ossia la chiusura degli stabilimenti con il
trasferimento della produzione in altre aree.
Bisognerà trovare, in caso di chiusura degli stabilimenti, delle collocazioni
alternative per le migliaia di famiglie che di colpo si troveranno senza
reddito, o con entrate fortemente limitate. Compito dello Stato e delle
istituzioni preposte, come già capita in altri paesi europei quali Svezia o
Regno Unito, dovrà essere quello di riuscire ad individuare innanzitutto le
professioni più richieste sul mercato del lavoro in Campania ed utilizzare i
fondi della cassa integrazione per formare verso le nuove qualifiche richieste
i lavoratori rimasti senza lavoro, che in tal modo avranno possibilità maggiori
di reinserirsi.

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