Mutui a tasso fisso… è il momento giusto?

Filippo Ispirato

Da mesi oramai la crisi si trascina avanti, gli indici azionari dei principali mercati finanziari sono ai livelli tra i più bassi mai registrati nell’arco degli ultimi dieci anni e, come risulta dall’ultimo G20 tenutosi domenica 25 Settembre a New York dalle parole di Geitner , segretario al Tesoro degli Usa nella presidenza Obama, l’Europa, Italia compresa, deve mettersi all’opera per realizzare concretamente delle azioni di politica economica volte a migliorare i suoi conti pubblici. Contemporaneamente il livello dei tassi, sia quello ufficiale di sconto che Euribor ed Irs sono molto bassi e  difficilmente aumenteranno, almeno fino a tutto il 2013, come prevedono gli analisti finanziari. L’euribor e l’Irs sono i due indici presi in considerazione dagli istituti bancari per costruire i mutui rispettivamente a tasso variabile e a tasso fisso. Cosa significa tutto questo per chi ha deciso di acquistare un immobile e dovrà richiedere un finanziamento alla propria banca? Può rappresentare senz’altro una buona occasione soprattutto per chi dovrà sostenere un mutuo di lunga durata dai 10-15 anni in su, soprattutto se si decide l’opzione del tasso fisso. Quando si sottoscrive un prestito per l’acquisto di un immobile e si sceglie di pagare un tasso fisso, l’indice che viene preso in considerazione è l’IRS, ossia l’interest rate swap. Tale indice, con l’aggiunta dello spread, ossia la parte di guadagno e copertura costi dell’istituto bancario, sarà il tasso finito che chi contrae il mutuo andrà a pagare per tutta la durata del finanziamento. Perché proprio questo è un buon momento per chiudere l’operazione con un tasso fisso?  Perché mai come in questo momento tale indice è particolarmente basso, addirittura dai primi giorni di agosto, quando già il suo livello era particolarmente basso, l’indice ha perso più dello 0,50 del suo valore, viste le ennesime prospettive al ribasso sui tassi.  Ad oggi, dalle ultime rilevazioni disponibili di venerdì 23 Settembre, l’Irs a 5 anni è pari al 1,86%, a 10 anni è uguale al 2,41%, a 15 è del 2,66% a 20 anni pari al 2,72% mentre per 25 e 30 è rispettivamente del 2,64% e del 2,59%. In tal modo è possibile riuscire a chiudere un’operazione di finanziamento di lunga durata ad un tasso relativamente basso, mantenendolo tale per tutta la durata del mutuo;  cosa che non può essere garantita da un mutuo a tasso variabile con il rischio in futuro del rialzo dei tassi di interesse, e con il mutuo variabile con cap, ossia con tetto massimo, che ha degli spread notoriamente più elevati, e quindi più costoso per il cliente. Questa considerazione è molto importante e non va sottovalutata, soprattutto se ci si indebita per durate superiori ai 20 anni, visto che prima o poi in caso di ripresa e crescita economica potrebbero aumentare i tassi di mercato facendo aumentare l’importo della rata. Non dimentichiamo poi che la rata rimarrà sempre fissa, al contrario del costo della vita e delle retribuzioni che nel tempo tende ad aumentare.

 

 

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