Brancatisano: “Supplente a vita”

“ Se invece di eliminare i precari si pensasse piuttosto a eliminare il precariato, con progressive immissioni in ruolo, ne trarrebbero beneficio gli interessati, la loro serenità, la scuola e la qualità degli apprendimenti. Non mi sembra poco.”

Marco Bencivenga

 

D: Brancatisano, come nasce Una Vita da Supplente?

 

R: «Sei anni orsono, durante il quindicesimo consecutivo incarico annuale mi sono chiesto se la reiterazione massiva dei contratti a termine fosse davvera rispettosa della legge e delle norme che disciplinano di diritto del lavoro oppure se non fosse invece uno scandalo al sole che durava da decenni indisturbato pur violando norme e principi nazionali e sovranazionali. Facendo leva sulla mia competenza giuridica e sull’esperienza giornalistica e narrativa maturata negli anni mi sono messo a studiare in profondità la materia leggendo fiumi di ordinanze, circolari, contratti collettivi, leggi, decreti e norme europee. E’ stata la normativa comunitaria a illuminarmi. Peraltro la tutela dei lavoratori prevista dalle direttive Ue e dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee sta spiazzando in vari settori del mondo del lavoro non solo i sindacati ma anche le normative nazionali previste dagli Stati membri e sta spingendo i giudici nazionali a sentirsi giudici europei. Già qualche anno prima che fossero emanate le prime sentenze della Corte di Lussemburgo, che si sarebbero rivelate determinanti in prosieguo di tempo per i lavoratori della scuola, avevo individuato nella legislazione comunitaria la vera via d’uscita dal precariato per molti lavoratori a tempo. E’ stata un’illuminazione entusiasmante che ha determinato la decisione di continuare a scavare in un fenomeno dentro il quale forse mai nessuno aveva messo il naso con tanta energia e.. resistenza. Le successive sentenze hanno poi confermato la bontà dell’intuizione. E cioè che buona parte del precariato scolastico italiano è illegittimo».

 

 

D: Dal libro emerge una condizione di precariato  “non proprio in linea”   con  le leggi vigenti in Italia e in Europa:  qual è la verità?

 

 

R: «E’ così. La Direttiva 99/70 CE contenente l’Accordo quadro per la prevenzione dell’abuso dei contratti a termine anche nel Publico impiego ha imposto anche all’Italia di rendere effettiva la tutela dei lavoratori a termine con l’emanazione nel 2001 di due decreti legislativi (n.165 e n. 368) che prevedono il risarcimento dei danni in favore di quei dipendenti precari delle pubbliche amministrazioni che decidano, di fronte a esigenze più o meno giustificate, di non convertire il contratto a termine, più volte reiterato negli anni, in rapporto a tempo indeterminato. Il risarcimento è previsto sia come compensazione della mancata conversione sia come strumento che solleva l’Italia dalla violazione della citata direttiva. Putroppo fino a poco tempo fa poche persone conoscevano questo diritto peraltro ancora oggi sconosciuto ai più. Una sentenza della Corte di giustizia del 2006 ha inoltre riconosciuto ai precari il diritto agli scatti di anzianità e di stipendio, negati dai contratti collettivi, in armonia con il principio di non discriminazione contenuto nella clausola 5 dell’Accordo quadro. Questa sentenza ha aperto un’autostrada poiché le sentenze dei tribunali italiani che vi si stanno adeguando sono ormai un fiume in piena e non passa settimana senza che uno o più precari della scuola, docenti e non docenti, vedano condannato il Miur al riconoscimento degli scatti e al risarcimento dei danni. Questi successi, se confermati nei successivi gradi di giudizio, farebbero venir meno il movente che spinge lo Stato a tenere nel precariato i propri dipendenti, poiché verrebbe meno ogni forma di lucro se dovesse ogni anno risarcirli e corrispondere loro l’aumento di stipendio per la riconosciuta anzianità di servizio. Tanto vale immetterli in ruolo e svilire il conflitto. Ecco spiegato il motivo vero delle recenti e mi lasci dire coraggiose se non temerarie 67.000 immissioni in ruolo in un periodo ispirato alla più drammatica incertezza per le casse pubbliche. Non so se questa opposizione avrebbe fatto una “pazzia” del genere qualora fosse al governo del paese».

 

 

D: Quanti sono i precari della scuola in Italia ?

 

 

R: «Prima delle ultime immissioni in ruolo i lavoratori annuali, con contratto annuale fino al 30 giugno o fino al 31 agosto erano 130.000 docenti e 50.000 Ata, un terzo del totale del corpo non docente. I supplenti temporanei sono talmente tanti che neppure il datore di lavoro ne conosce l’entità».

 

 

D: Che mondo sarebbe…senza i precari della scuola?

 

 

R: «Bisogna distinguere i precari dal precariato. Senza i precari lo Stato non riuscirebbe a far partire l’anno scolastico. I docenti precari sono il 13 per cento del corpo docente. Ma è solo un’illusione statistica, come ho dimostrato nel libro. Un precario ha un numero multiplo di classi, spesso anche sette o otto, nelle quali porta la propria condizione di provvisorietà. Dunque a nulla serve sapere che in un istituto c’è il 30 per cento di precari se poi un numero alto di consigli classi è costituito dal settanta-novanta per cento di docenti precari. Alla classe interessano i propri professori non la media dell’istituto. Se invece di eliminare i precari si pensasse piuttosto a eliminare il precariato, con progressive immissioni in ruolo, con tutte le cautele indotte dalla grave situazione finanziaria del paese, ne trarrebbero beneficio gli interessati, la loro serenità, la scuola e la qualità degli apprendimenti. Non mi sembra poco».

 

D: Qual è il ruolo dei sindacati e quali sarebbero i rimedi attuabili per sanare la situazione?

RSarebbe folle affermare che i sindacati non abbiano tutelato in qualche misura i precari della scuola. Qualche conquista è stata ottenuta ma siamo sempre sotto il livello minimo di decenza. Se le organizzazioni hanno scoperto solo da poco l’esistenza del diritto al risarcimento del danno e di quello agli scatti di anzianità e se buona parte degli interessati non ne è ancora a conoscenza vuol dire che esiste una grave carenza di rappresentatività. Non si sale sui tetti o sulle gru se il sindacato è efficace. Per il resto, se ci si sofferma sulla babele di discriminazioni esistenti tra docenti di ruolo e docenti a tempo determinato, che magari lavorano da decenni senza soluzione di continuità a fianco dei colleghi più tutelati, discriminazioni contenute nei contratti collettivi firmati dai sindacati e che ho descritto nel volume, si capisce che la difesa dei precari è stata piuttosto effimera. Certo, i sindacati redigono la domanda di disoccupazione, compilano la domanda per le graduatorie…»

 

 

D: Prima la Moratti, poi Fioroni, da ultimo la Gelmini: cosa è cambiato durante gli anni per i precari  ?

R: «Lo sfruttamento del lavoro precario si è consolidato, ma come contrappeso si è materializzata, proprio negli stessi anni, per via europea e giudiziaria, una speranza concreta di riscossa per i precari della scuola e per la loro dignità».

 

 

D: In cosa consiste la c.d. “ fuga verso la Spagna  ” ?

 

 

R: «Come scrivo nel libro, per aggirare la blindatura delle graduatorie provinciali a esaurimento i futuri insegnanti percorrono una strada che li porta in Spagna, dove possono sostenere un facile esame di abilitazione. Anzi, non serve neppure sostenere il facile esame finale, né frequentare con una certa regolarità i corsi. L’importante è pagare. Il decreto legislativo 206 del 2007 e la Direttiva CE/2005/36 relativa al riconoscimento dei titoli professionali conseguiti all’estero prevedono l’ingresso in graduatoria di docenti comunitari stranieri e di docenti italiani che hanno conseguito il titolo di abilitazione all’estero. Così molti nostri connazionali hanno già ottenuto il titolo di abilitazione che non sono riusciti a conseguire in Italia. Come spiega testualmente un’organizzazione impegnata in tal senso, il corso non prevede il superamento di alcun esame o prova finale, e consente al laureato di ottenere in un periodo molto breve un titolo di abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie che può essere riconosciuto in tutti i paesi dell’Unione Europea».

 

D: Master, corsi di perfezionamento e abilitazioni: chi ci guadagna veramente?

R: «Ci guadagnano gli enti che vendono a caro prezzo corsi spesso svolti online che spingono i docenti a frequentarli per ottenere dei punti senza i quali verrebbero sorpassati dai colleghi. Grazie a questi punti molti docenti sono appena passati di ruolo e con essi il merito è entrato, trionfante, nelle nostre aule».

 

D: C’è chi sostiene con fermezza la centralità delle graduatorie nazionali, chi invece rivendica l’inamovibilità di quelle provinciali: chi ha ragione?

 

R: «L’attuale sistema di reclutamento basato su una fetida raccolta differenziata di punti e sulla divisione in fasce anch’esse prive di ogni collegamento con il merito – come peraltro ha dichiarato in varie sentenze il Tar del Lazio – non ha mai avuto senso. Né ha alcun significato mantenere in vita graduatorie nate da concorsi ordinari svolti nel 1989, prima della caduta del Muro. In questi giorni sono diventati professori di ruolo tante persone che da oltre vent’anni svolgevano un altro lavoro in aziende private e pubbliche e che non avevano mai messo piedi in un’aula. Pochi anni orsono in tanti sono diventati di ruolo grazie al doppio punteggio della montagna poi dichiarato incostituzionale. Siamo alla follia pura. Ma queste cose non si possono dire a voce alta perché chi è dentro alla giostra difende giustamente con i denti la posizione acquisita. Se invece si fosse obiettivi si ammetterebbero i limiti del sistema e con più serenità e a bocce ferme si potrebbe discutere degli aspetti positivi e negativi di una graduatoria nazionale. Ma temo che il circo continuerà a lungo il suo spettacolo con lo spartito consueto».

 

D: In definitiva, Brancatisano,  cosa resta da fare ai precari ?

R: «Il libro “Una vita da supplente” è stato definito un “autentico manuale di autodifesa”. Si potrebbe cominciare da qui…»

Note

Una Vita da Supplente ” edito da Nuovi Mondi è  l’ultimo lavoro  di Vincenzo Brancatisano, docente e giornalista,  che attraverso una lucida inchiesta  sarcasticamente romanzata, analizza e documenta  argutamente le condizioni di  sfruttamento  dei precari della scuola italiana, proponendo una soluzione finale per la riscossa.

°° Desidero esprimere la mia più viva gratitudine al prof. Brancatisano per la  disponibilità e l’ illuminante intervista concessa al nostro giornale.

 

 

 

 

28 thoughts on “Brancatisano: “Supplente a vita”

  1. Il fenomeno del precariato per fortuna non l’ho mai provato. Immessa in ruolo nel 1979 grazie al vecchio concorso a cattedre che si svolgeva Roma, ho avuto la mia sede che è rimasta immutata fino al 1° Settembre 2011, data del mio pensionamento. Altri tempi…remoti quando la gavetta era molto più semplice.

    Tuttavia,vivendo tanti anni all’interno della scuola ho visto il degenerarsi della struttura e della cultura scolastica, soffocata da leggi, leggine, carte, protocolli e quant’altro serve ad appesantire la macchina burocratica.

    Ho partecipato agli scioperi in difesa dei precari pur sapendo che non serviavano ad altro che a riempire le casse dello Stato.

    L’intervista con Brancatisano mi è sembrata illuminante…il lavoro da lui fatto, avrebbe dovuto essere di competenza del sindacato nel quale non nutro grande fiducia,di qualunque sindacato si tratti…troppa politica e poco interesse per il lavoratore. Sconoscevo la scappatoia della Spagna…ma di una cosa sono certa..aldilà del problema delle casse ormai vuote, dei giochi e giochetti dei politici al potere e all’opposizione, la cultura dovrebbe essere salvaguardata ad ogni costo. Non immettiamo insegnanti nelle scuole senza averne saggiato la competenza, la “vita” degli alunni è nelle nostre mani e potremmo fare danni irreversibili. Quantità e qualità….non immissione in massa di gente che non sa nemmeno redigere un verbale!

    Grazie!

  2. I numeri sono avvilenti. E pensare che pure quest’ anno mi é sfuggito il ruolo per pochi punti dopo 11 anni di precariato.Ma perché non assumono tutti se i posti vacanti ci sono?

  3. Quest’intervista, che oserei definire una vera e propria inchiesta giornalistica, illumina mirabilmente quello che ormai è divenuta una vera e propria illegalità legalizzata, una dei tanti “misteri italiani”; del resto non c’è da stupirsi se l’Italia, da culla del diritto, si è inabissata fino a divenire culla delle leggi…..

  4. Sono un precario della scuola. Esserlo è molto più di una mera questione lavorativa: è l’abiura a costruire un proprio spazio di vita. La vita di un precario è come un palloncino che sia stato gonfiato e dal quale si lasci fuoriuscire l’aria. Schizza via con traiettorie dementi e impazzite, finirà per piombare floscio e immobile al suolo.

  5. Non è il solito argomento e bisogna parlarne.

    Brancatisano ha dimostrato che il precariato si combatte coi ricorsi, dal momento che i posti vacanti sono molteplici e su quei posti le direttive europee prevedono l’ assunzione a tempo indeterminato dopo i 3 anno.

    Visto che continua a subire condanne al risarcimento danni e all’ assunzione a t.i. perchè il MIUR si ostina a non assumere?

    E’ davvero tutto un ” affare italiano ” condiviso tra politica-sindacati e istituzioni ?

    Poveri noi miseri precari…

  6. Io sono una precaria storica..1.1 anni in prov di Bg dalla Sicilia e leggendo certe cose ripercorro la mia vita e la mia voglia di raggiungere un obiettivo che ormai sembra una chimera!Penso ci sia molto da fare per eliminare il precariato e restituire a tutti noi una dignità…mi auguro solo che i nostri figli(ma è solo un sogno)non patiscano l’angoscia che patiamo noi ogni giorno!

  7. Se le stesse domande mirate le ponessero i giornalisti zerbini che abbiamo in Italia a chi la scuola la sta rovinando, molti più Italiani saprebbero come realmente stanno le cose! Dunque ben vengano articoli come questi.

  8. 8 anni di precariato e al momento sono disoccupata.
    Spero almeno in uno spezzone orario altrimenti sarò costretta a cambiare lavoro, eppure sono al terzo master e possiedo 3 abilitazioni

  9. Precaria da 10 anni quest’anno sono stata sorpassata da un collega grazie alla raccolta punti (master on-line) avallata dal Ministero. Avendone la possibilità (seconda attività molto redditizia) il tizio ne ha approfittato e si è preso il ruolo….Si potrebbe iniziare da lì, dall’annullare questo mercato di titoli conquistati non per merito ma per denaro ed i relativi punteggi acquisiti…giusto per ristabilire la verità delle cose. Il libro l’ho letto da tempo: illuminante e chiaro su ciò che si sta perpetrando sulla scuola pubblica e su chi, suo malgrado, la salva di anno in anno.

  10. Intervista illuminante, e buon spunto per una più ampia riflessione sul tema del precariato nella scuola.
    Un problema così complicato sarà, ahimè, di difficile risoluzione e tutti i provvedimenti che si stanno attuando non stanno andando di certo nella direzione di un reale miglioramento dello status quo.
    Complimenti ad entrambi.

  11. Nonostante la mia vita da precaria sia stata fortunatamente breve, queste cose mi fanno tanto male….. e questo è tutto quello che avviene alle nostre spalle….. Grazie Marco….

  12. COMPLIMENTI INNANZITUTTO ALLA REDAZIONE PER AVER AFFRONTATO COSì APPROFONDITAMENTE IL PROBLEMA E COMPLIMENTI AL GIORNALISTA PER LE DOMANDE MIRATE E ALL’INTERVISTATO PER LE RISPOSTE DETTAGLIATE E VERE.
    ANCH’IO VIVO IL PROBLEMA PRECARIATO, SONO UNA PRECARIA STORICA, DAL 13 GENNAIO 1997,IN QUEL DI BOLZANO PRECISAMENTE A PASSO DEL BRENNERO, DEL 200O TRASFERITA A VICENZA, OGGI A TREVISO.
    RISULTATO? ANCORA PRECARIA.
    QUALCUNO SAPREBBE AIUTARMI CON L’INDICARMI I TEMPI E POSTI GIUSTI PER POTER FARE QUESTO RICORSO, SE LO STANNO GIà FACENDO I SINDACATI O MEGLIO SAREBBE INGAGGIARE UN AVVOCATIO DEL LAVORO E TENTARE LA SCALATA?
    GRAZIE A CHI MI AIUTERà E A CHI VORREBBE FARLO MA NON SAPREBBE COME!!!

    1. Devi fare ricorso al giudice del lavoro.
      Ultimamente il Tribunale del Lavoro di Trani, con sentenza n.4554/11 del 19 settembre 2011 ha ordinato al Ministero l’immediata trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato di una collaboratrice scolastica, che nell’ultimo anno scolastico aveva prestato servizio in una scuola elementare di Bisceglie, risarcendola inoltre con 8 mensilità di stipendio. Tutto questo in ottemperanza della direttiva europea, la n.70 del 1999, che stabilisce che tutti i lavoratori con almeno 36 mesi di servizio devono essere stabilizzati…Altro che i 67000 immessi in ruolo! AVANTI COI RICORSI ! ! !

  13. Chiaro che nessuno vuole risolvere il precariato, altrimenti mi spiegate perchè si continua incessantemente a far partire corsi abilitanti e lauree specialistiche per insegnare ?

    Perchè nessuno dice chiaramente che serve ESAURIRE le attuali graduatorie prima di avviare un nuovo sistema di reclutamento?

    Mi sembra il cane che si morde la coda, in un continuo valzer che nuoce solamente a noi precari.

    Ah dimenticavo, sono Francesco, precario da 9 anni e sull’ orlo di una crisi di nervi.

  14. Purtroppo viene fotografata la realtà in Italia ed è davvero triste sspere che per il lavoroi, in particolare per i precari, si faccio poco…o meglio nulla….a questo punto mi auguro che l’Europa come stà facendo per altri ambiti faccia sentire la sua voce anche per sanare questa incresciosa situuazionew che affligge tanti giovani e dare loro un futuro meritato. Complimenti Marco, continua così e non ti fermare, il Paesew ha bisogno di persone serie e impegnate come te!!!!!

  15. Sono un docente precario della “FU” scuola pubblica italiana!!! Ho conseguito la mia prima abilitazione nel lontano 1992 (C310 – laboratorio d’informatica industriale) e dopo ne ho conseguite altre 6 tramite SSIS e corso abilitante (A059 – matematica e scienze per le scuole medie; A060 – biologia, scienze della Terra e Geografia astronomica per le scuole superiori; A057 – scienze degli alimenti per gli alberghieri; AD00-AD01-AD03 – specializzazione per il sostegno ad alunni in situazione di handicap per le scuole medie e superiori)!!! Questo per me è l’undicesimo anno di precariato e ancora non sono riuscito ad ottenere una cattedra!!! Mia moglie è ancora più precaria di me dato che insegna diritto ed economia in un istituto paritario… QUELLI FINANZIATI DA QUESTO GOVERNO!!! … e per il suo lavoro non riceve nemmeno un euro di stipendio!!! Nel frattempo le danno una busta paga ed un CUD virtuale sul quale io pago anche le tasse!!! Lei oltre ad essere abilitata in diritto ed economia (classe di concorso A019), è abilitata anche per le scuole materne, elementari e per il sostegno ad alunni in situazione di handicap per l’area tecnica (classe di concorso AD03)!!!

    Ecco una mia intervista rilasciata a “Il Punto Magazine”: http://www.ilpuntomagazine.it/index.php?option=com_content&view=article&id=5408%3Ap-generation-vite-e-opere-di-precari-napoletani-i-puntata&catid=65%3Aheadline

    E una mia intervista più vecchia a “Il Mattino”: http://www.idocentiscapigliati.com/2010/04/il-prof-vollono-39-anni-7-abilitazioni.html

  16. Questa intervista andrebbe spedita al ministro Gelmini che si atteggia a innovatrice della scuola pubblica italiana…Magari si rende conto delle testimonianze della gente che, come noi, vive di supplenze e riece a fare pace con i numeri, visto che i conti le tornano poco.

  17. Complimenti per l’articolo e l’argomento trattato: il precariato è un male da non augurare a nessuno!

  18. Ciao anche io ho diverse abilitazioni ma ho preso il ruolo da una graduatoria che non consideravo piú.Il nostro reclutamento si basa su logiche perverse…

  19. Io sono Martina,e mio marito è un ‘precario della scuola’ (prima o poi lo dovremo scrivere sulla carta d’identità!);
    purtroppo so bene cosa significa vivere ogni giorno con l’angoscia di non sapere cosa succederà nell’immediato futuro.
    Ricordo ancora quando lui mi disse ‘se l’anno prossimo avrò l’incarico annuale,ci sposiamo!’ ;e da allora, si va avanti così,ogni anno.Ogni ‘decisione’ riguardante la nostra vita, è subordinata ad un ‘se’,legato all’incognita della sede della scuola (sempre a centinaia di Km di distanza dalla città in cui siamo nati,e che sembra non potrà mai accoglierci…..).
    Ormai il mese di Agosto è un mese di ‘passione’,trascorso in attesa delle fatidiche nomine,a scrutare ‘la graduatoria’,a contare e ricontare i punti propri e dei colleghi,sempre sul piede di guerra….una guerra ‘tra poveri’,una pioggia di ricorsi,per cercare di tenersi stretta la propria posizione,anelando al tanto sospirato ‘ruolo’.
    Tutto questo mina la serenità e il benessere psichico dell’insegnante, e di chi gli vive accanto:certo non mi fa stare bene vedere che mio marito passa notti insonni;probabilmente perchè,dopo tanto studio,abilitazioni,perfezionamenti e quant’altro,si sente realizzato solo per metà,e,ne sono certa, si sente ‘in colpa’,nei confronti del nostro bambino che verrà……..

  20. ho perso il ruolo per via degli inserimenti a pettine, ma anche perchè il miur ha disposto che per le immissioni in ruolo si usassero le GAE 2010, scadute. cambiano le regole del gioco e pagano come sempre solo i precari

  21. ho perso il ruolo per via degli inserimenti a pettine, ma anche perchè il miur ha previsto che per le immissioni si usassero le GAE 2010, ormai scadute. ma è stata lecita questa operazione?

    Questi cambiano le regole del gioco a danno di noi precari!

  22. una guerra inutile senza vincitori.spuntarla in un ricorso nn significa nulla se si è precari, anzi; la vera pena é dover affrontare un costoso giudizio dall’ esito mai certo.

  23. Ho preso il ruolo seguendo i suggerimenti del libro. Ma é triste fare la guerra ai tuoi colleghi…

  24. La guerra, come dice Rino, non deve essere intesa ai danni dei colleghi ma contro un ministero che sordo alle istanze di legalità continua a disattendere la normativa comunitaria. è di poco fa la notizia della vittoria di altri 27 colleghi: trovate i fatti su orizzonte scuola.

  25. Ho letto l’articolo pubblicato anche da Brancatisano in bacheca FB, e vorrei fare ricorso.
    Mi consigliate il sindacato o un legale di fiducia. Qualcuno ha notizia dei costi?
    Grazie

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