Forestali: tra neve, tetti e tavolate

Vi racconto e vi ricordo un episodio accaduto non tanto tempo fa ad alcuni forestali della Comunità Montana Calore Salernitano

 

Aldo Bianchini

Piaggine – Solo per inciso mi corre l’obbligo di precisare che non faccio politica anche se negli ultimi decenni sono stato più volte invitato a farla, faccio soltanto ed umilmente il giornalista assolutamente indipendente da qualsiasi condizionamento esterno. Tante volte sbaglio, come tutti e più di tutti. Ma questo, dopo tanti anni, dovrebbe essere ormai talmente chiaro a tutti da non essere più un problema. Ovviamente non rispondo nemmeno ai miei lettori che rispetto in assoluto, non rispondo perché un giornalista deve porre soltanto gli argomenti e dibatterli spetta agli altri. Per una verità storica ed anche per capire se era ed è davvero necessario che le diverse Comunità Montane abbiano alle loro dipendenze centinaia di lavoratori (tra OTI e OTD), tra uomini e donne, per le pur diverse competenze che la legge attribuisce alle stesse Comunità. Io, sinceramente, ho da sempre avuto l’impressione che soprattutto per gli OTD si sia proceduto in maniera dissennata da parte della politica nel riempire a dismisura contenitori ormai insostenibili. L’episodio che vi racconto oggi non è e non vuole essere dissacrante per le categorie degli “operai idraulico-forestali”, è soltanto un episodio di cronaca giudiziaria che un giornalista ha il dovere di svelare o, come nella fattispecie, di ricordare. A Piaggine, sul monte Cervati, da qualche anno si svolge la Festa della Neve, sponsorizzata dal comune, dalla comunità montana Calore salernitano, dal Parco Nazionale e dalla Provincia (sia quella di sinistra che quella di destra. Come sarà capitato a tanti giornalisti anche io ho partecipato ad una edizione della festa, quella del 2008 svoltati dal 23 al 24 febbraio 2008. Andai con l’allora mia troupe televisiva alloggiando in un albergo di Piaggine ovviamente a spese della tv. La domenica mattina del 24 febbraio salimmo in montagna letteralmente trasportati con i mezzi della Comunità Montana Calore Salernitano. Tutta l’organizzazione mi apparve subito molto fuori delle righe, troppe maestranze coinvolte, troppi mezzi impiegati, troppe derrate alimentari disponibili. Fui ospite, con la mia troupe, per il pranzo al campo base nei pressi della Fontana del Caciocavallo, in realtà i caciocavalli e i formaggi veri si buttavano, così come il salame. Non c’era un ordine preciso, però, nelle cose ed una disciplina di gruppo non solo negli ospiti ma anche nelle maestranze. Ovviamente c’era, comunque, chi ci credeva e il suo ruolo lo svolgeva con professionalità fino in fondo. Ed erano in tanti. Lasciai i luoghi della festa con un bel ricordo di cordialità e di ospitalità; la festa, ovviamente, fu ripetuta nelle settimane successive, così come negli anni fino al 2011. Un paio di mesi dopo quella visita di febbraio 2008 sul Monte Cervati ecco che mi arriva, in redazione, una notizia inquietante. Qualche settimana dopo il 24 febbraio c’era stato un blitz dei Carabinieri del luogo che avevano sorpreso numerosi lavoratori idraulico-forestali che, in orario di lavoro, bivaccavano e brindavano proprio in quel luogo della Fontana del Caciocavallo; sembra a spese del danaro pubblico. Almeno questa era l’accusa che i Carabinieri verbalizzarono alla competente Procura della Repubblica. Non so come sia andata a finire quella triste vicenda, nemmeno mi interessa più di tanto. Semmai dovrà essere l’attuale presidente della Comunità Montana a rispondere se ritiene opportuno farlo. Ricordo solo che nell’immediatezza dei fatti si parlò di rancori, spiate, veleni tra le diverse fazioni dei lavoratori (destra e sinistra, come al solito!!) ben armati gli uni contro gli altri. Questo che vi ho raccontato, dirà qualcuno, è soltanto un’eccezione; lo spero ardentemente anche se da sempre mi hanno insegnato che l’eccezione conferma la regola, sperando che la regola sia quella della legalità e della trasparenza. Ecco quello delle Comunità Montane mi appare come un terreno di conquista da parte di tutti, i politici cercano di coltivarlo per bene, gli aspiranti lavoratori sperano solo di entrare e poi si vedrà, e noi potenzialmente muti ad assistere a tutto questo scempio che ricade sulle spalle di ognuno di noi. Ora alcuni lavoratori della Comunità Montana Alento Montestella sono saliti, per protesta, sui tetti del Palazzo Gragnano. Li rispetto ed attendo buone notizie per loro, nel frattempo si coprano bene, rischiano di prendere il raffreddore.

2 thoughts on “Forestali: tra neve, tetti e tavolate

  1. Forse la risposta non è molto pertinente all’argomento specifico,però secondo me ,la stessa cosa è successa nella scuola pubblica.
    Nelle campagne elettorali si fanno tante promesse ,e un ministro dell’istruzione pensò bene,per non passare da pinocchio, di inventarsi quattro ,cinque insegnanti per classe,distruggendo la figura dell’insegnante che porta il bambino per mano nella sua crescita evolutiva.Sono cresciuti a dismisura i precari,sembrano un nuovo partito,a ragione reclamano il posto di lavoro perchè ci credono e ci hanno creduto,ma dovrebbero andare a reclamare con chi indisse concorsi assumendo più del fabbisogno, giusto per dire che con il loro governo era diminuita la disoccupazione. Così è successo con tanti altri enti e,ora ci troviamo a combattere con gli esuberi.

  2. In Grecia hanno licenziato centomila statali, noi non possiamo più permetterci di mantenere inutili raccomandati con i soldi pubblici altrimenti la Grecia sarà il nostro futuro.

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