Vallo di Diano: giovani out

Antonio Citera

Il Vallo di Diano non è per i giovani…lo confermano i dati Svimez 2011…aumentano gli anziani diminuisce il lavoro…

Vallo di Diano – Grave la situazione che si registra nel nostro Comprensorio che vede andar via parte del proprio futuro davanti ai dati di disoccupazione ed invecchiamento dei paesi che coinvolgono tutto il Meridione d’Italia ed in particolar modo i Comprensori dell’entroterra. Indignati i cittadini del Vallo di Diano i quali sono maggiormente colpiti da questo fenomeno -Perchè hanno permesso che si arrivasse a questa situazione?-  è il commento dei più, infatti i dati presentati dallo Svimez sull’economia del Sud Italia, sottolinea una lucida analisi sui ritardi e i perduranti squilibri territoriali tra Nord e Sud dell’Italia. Sono la conferma che le differenze tra le due parti del Paese hanno ripreso ad aumentare nei principali dati economici, dal prodotto interno lordo all’occupazione, con un Mezzogiorno che paga ancora più pesantemente le conseguenze della grave crisi che ha investito l’Italia intera. Ad aggravare una situazione già drammatica da anni, sono arrivate anche le ultime manovre che, annuncia Svimez, peseranno al Sud quasi due punti di Pil in più rispetto al Nord e altro dato drammatico è quello dei giovani che emigrano verso Nord. Le ultime manovre del governo non solo non servono a uscire dalla crisi, ma pesano più al sud che al nord, si tratta di numeri impressionanti perchè lo stesso rapporto, oltre a confermare che più di un terzo dei giovani del meridione è senza lavoro, certifica una diversa crescita tra le due aree del Paese a vantaggio del settentrione. Insomma, chi produce meno paga di più, questa sarebbe l’equità sociale che il governo aveva promesso? si producono soltanto danni terribili alle zone del Paese che avrebbero bisogno di maggiore sostegno e attenzione. Di fronte a numeri come questi qualsiasi esecutivo farebbe un passo indietro ammettendo il proprio fallimento. I Ministri e i Parlamentari meridionali del centrodestra leggano attentamente il rapporto dello Svimez e su quella base decidano se concedere ancora la fiducia a un governo fazioso che privilegia le regioni dove la Lega ha i suoi interessi elettorali. Il 2011 è trascorso fra tavole rotonde ed enunciazioni di fantomatici piani per il Sud e lo Svimez ci regala un altro quadro di un Mezzogiorno sempre più distante dal resto del Paese. L’economia di un territorio si fa partendo dalle risorse umane, quindi dai nostri giovani, in fuga verso altri territori,a chi dice che si tratta di flussi in parte naturali chiediamo se è giusto avere dei territori privi dei giovani, il flusso è naturale se di fronte ad un giovane che lascia il Sud per andare al Nord c’è un altro giovane che fa il percorso inverso, altrimenti si torna alle valige di cartone. Il lavoro prima di tutto perchè non c’è crescita senza lavoro e non c’è lavoro senza crescita,in un momento di estrema difficoltà finanziaria come l’attuale, spetta alla politica tutta (nazionale e locale) passare una volta per tutte dalle parole ai fatti, indirizzando le risorse verso le vere emergenze del Mezzogiorno, a partire dall’occupazione giovanile e femminile e concentrandole su pochi e selezionati progetti in grado di costruire interventi coerenti, rendendo ad esempio finalmente operativo il credito di imposta per la nuova occupazione, investire nelle infrastrutture, quantificando le risorse disponibili per finanziare le opere già cantierabili che abbiano una valenza sovra regionale, non si possono sprecare le risorse europee spendendole poco e male e, dall’altra, non è più tollerabile che le risorse nazionali destinate al Mezzogiorno vengano utilizzate per fare cassa. I dati sul Mezzogiorno diffusi dallo Svimez certificano il fallimento e l’inutilità del Piano per il Sud, spacciato dal Governo come la soluzione ai problemi del Meridione. Berlusconi aveva promesso 100 miliardi di investimenti, mentre fino a oggi ne sono stati impegnati soltanto 7 dal Cipe. La Banca del Mezzogiorno, proposta a inizio legislatura in pompa magna, è soltanto uno spot superato. Non c’è uno straccio di politica industriale. Insomma, il governo di Berlusconi e della Lega ha marginalizzato ancor di più il Sud.

 

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