Italia-Francia: è alta tensione

Filippo Ispirato

Si è tenuto Domenica 23 Ottobre un vertice UE, per decidere se e come portare il Fondo Salvastati Europeo a 2.000 Miliardi di Euro dagli attuali 440, insufficienti per arrivare ad un definitivo salvataggio della Grecia.

Ne emerso, come si prevedeva, un nulla di fatto, rimandando ogni decisione in merito a mercoledì 26 Ottobre ad un nuovo summit del Consiglio Europeo.

I nodi da scogliere sono ancora diversi, con l’aggiunta di un confronto molto acceso tra Francia e Germania  che hanno opinioni differenti sia sull’eventuale potenziamento del fondo Salvastati, che sulle modalità del suo ampliamento.

Oltre alla questione dell’aumento del fondo, il dibattito è relativo alle modalità del suo allargamento: la Francia vorrebbe che l’Unione Europea si impegnasse ad acquistare i titoli di stato dei paesi in difficoltà, quelli di Atene in primis, in modo da evitare il loro default; la Germania, invece, preferirebbe la trasformazione del Fondo in un’assicurazione con lo scopo di fare da garante in caso di insolvenza degli Stati. Questo tipo d’intervento sarebbe più improntato a garantire in via indiretta  i risparmiatori intervenendo solo il caso di default.

Qualunque sia la soluzione, si aspetta la nomina ufficiale di Draghi, nuovo governatore della BCE, e la sua presa di posizione in questo momento molto delicato, dove affiorano sempre più le divisioni tra gli stati membri. Divisioni che vedono opporsi paesi dell’area euro contro quelli che non vi fanno parte (Gran Bretagna, Svezia e Danimarca, tra gli altri), dove i primi sono alle prese con la questione salvataggio Grecia e i secondi con la continua minaccia del contagio. Contrasti, ancora, all’interno di Eurolandia, in cui ci sono i grandi paesi, Germania e Francia, che oltre a prendere spesso le redini delle situazioni attraverso accordi bilaterali per tutta l’Ue, hanno visioni spesso opposte anche tra di loro.

In una situazione del genere non stupisce che la Francia, a rischio       declassamento per via della sue banche (che possiedono gran parte del debito greco che verrà di sicuro in parte decurtato) attacchi  esclusivamente l’Italia che, secondo le parole di Sarkozy, è l’unico in una situazione simile alla Grecia.

Sembra strano che solo il Belpaese sia in una situazione difficile, a differenza di Portogallo, Spagna ed Irlanda che sono invece sulla buona strada e stanno realizzando delle riforme credibili. Strano, fino a ieri la Spagna è stata additata come un paese senza un solido apparato industriale, alle prese con una grave crisi del mercato immobiliare e con un tasso di disoccupazione tornato dopo vent’anni a superare il 20%. Stesse considerazioni per il governo di Lisbona che non ha ancora attuato delle riforme concrete e di Dublino, alle prese con forti delocalizzazioni da parte di multinazionali verso paesi dell’Europa dell’Est, con costi del lavoro inferiori.

Non sarà che a Parigi, dopo l’elezione di Mario Draghi, non è andato giù che Bini Smaghi membro esecutivo della Banca Centrale Europea. non abbia ceduto il posto ad un francese? E che quindi ci siano ben due italiani ai posti di comando della BCE?

O ancora, non è meglio concentrare i timori sull’Italia, sviando l’opinione pubblica e la comunità finanziaria dalla Francia che alle prese con l’indebitamento eccessivo delle sue banche è a rischio declassamento rischiando per la prima volta di uscire dal club dei paesi con la tripla A?

A parte queste considerazioni, il nostro Governo dovrà trovare delle soluzioni concrete per migliorare i conti pubblici; un primo passo va verso il prolungamento dell’età pensionabile, da portare a 67 anni come nelle altre realtà europee, che sarà discusso in questi giorni da presentare al prossimo consiglio europeo.

A mio avviso però è che se si chiedono sacrifici a noi comuni cittadini, lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati, giovani, studenti il primo segnale deve arrivare proprio dalla politica con la riduzione dei costi della macchina politica e burocratica,  solo così con l’esempio del buon padre di famiglia si potranno accettare meno difficilmente sacrifici.

 

 

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