Consorzio Bonifica: giallo delle deleghe

Aldo Bianchini

Sala Consilina – Nell’ultimo articolo ho parlato delle probabili compra-vendite di delegati per la conquista della maggioranza in seno al Consiglio del Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano e Tanagro. Oggi per concludere il quadro del clima di tensione pre e post elettorale, mai registrato nelle precedenti tornate elettorali, parlerò del cosiddetto “giallo delle deleghe ” che l’ha fatta da padrone in occasione del voto del 30 ottobre scorso.  La vicenda è inquietante e sulla stessa si sarebbe già allungata la mano della magistratura nel senso che sarebbe già stato individuato un primo seggio in cui (utilizzando sempre il condizionale!!) si sarebbe verificato un fatto clamoroso e facilmente accertabile. Bisogna, però, prima capire come funziona il sistema delle deleghe. Ogni avente diritto al voto può portare con se anche due deleghe di altrettanti aventi diritto che, per ragioni varie, non possono raggiungere il seggio elettorale. E allora cosa sarebbe accaduto!! Sarebbe accaduto che un avente diritto (zio di un candidato!!) ha raccolto le sue due deleghe (da due ultraottantenni, stretti parenti) e la mattina del voto (30 ottobre) si è recato intorno alle 7 del mattino dinnanzi al seggio di Silla (fraz. di Sassano) per esprimere il suo voto e quelli delle sue due deleghe. Perché così presto!! Semplicemente per essere il primo a votare ed evitare il rischio che altri elettori si presentassero al seggio con le stesse deleghe che il nipote aveva raccolto da quei due ultraottantenni. Insomma questo è il rischio del giallo delle deleghe, che una elettore possa esprimere più voti dei tre come massimo consentito. Ovviamente arrivare al seggio per primo consente di registrare le deleghe e battere sul tempo eventuali mistificatori. Ma cosa è accaduto dinnanzi al seggio di Silla? E’ accaduto, o meglio sarebbe accaduto, l’inverosimile. Lo zio del candidato (che per ragioni di privacy non identifichiamo, ma sono conosciutissimi!!) viene avvicinato da un paio di amici e viene letteralmente trascinato al bar per un caffè. Quando l’anziano zio si reca al seggio la frittata è ormai fatta e le deleghe originali in suo possesso non sono più spendibili, qualcuno lo aveva attirato al bar per  bruciargli la possibilità di aiutare il nipote che, comunque, ce l’ha fatta ad essere eletto. Chi era presente all’accaduto giura di aver visto l’anziano elettore andare su tutte le furie e gridare: ““Ma qui non si capisce più nulla, mio nipote mi da le deleghe di una parente e si è presentato qualcuno con le stesse deleghe. Delle due l’una, o le mie deleghe sono false o qualcuno sta imbrogliando le carte. Non mi fermerò qui!!””. Ma in questo, qualcuno si chiederà, che reato c’è. No, non c’è nessun reato se non la presa per i fondelli del povero anziano zio, e se proprio vogliamo c’è una prassi di fondo che totalmente legale non è. E su questo, visto che ci sono stati degli esposti, sembra stia già indagando la magistratura. La vicenda lascia intravedere uno scenario molto inquietante e qualcuno già si chiede quanti di questi casi sono accaduti negli altri seggi e se con le stesse deleghe non siano stati espressi voti anche in seggi diversi. Insomma se ci sia stato o meno il rispetto della volontà del delegante o se detta volontà non sia stata piegata alle necessità di questo candidato anziché dell’altro. C’è da far chiarezza, e presto. Per il bene di tutti.

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