FRANTOI: controlli e sequestri

 

Annalisa Corinaldesi

VALLO della LUCANIA – Nel corso della campagna olearia 2011 sono in corso una serie di controlli ai frantoi per la molitura delle olive che nel Cilento costituiscono la rete di produzione di olio d’oliva particolarmente apprezzato sul mercato nazionale e tutelato dalla Denominazione Origine Protetta (D.O.P.). Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato afferenti al Coordinamento Territoriale per l’Ambiente diretti dal V.Q.A.F. SILEO Fernando, nel duplice obiettivo di tutelare sia la genuinità del prodotto, e indirettamente quindi gli interessi e la salute dei consumatori, sia di prevenire fenomeni di inquinamento della rete idrica naturale, stanno effettuando una serie di accertamenti sui frantoi oleari presenti nel territorio dell’area protetta del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano allo scopo di verificare il regolare funzionamento degli impianti ed il corretto smaltimento delle acque di vegetazione da essi derivanti. Di recente, il Comando Stazione Forestale di Ottati, durante un normale servizio di sorveglianza nelle aree protette, constatava in località “Coppi” in agro del comune di Sant’Angelo a Fasanella la presenza di rifiuti liquidi che sia per l’odore acre e pungente, tipico dei reflui oleari, che per l’aspetto nerastro, portava gli uomini del Corpo Forestale ad eseguire un sopralluogo nei pressi del frantoio sito in località “San Vito”. Giunti sul posto, si rilevava esternamente al frantoio un piazzale dove veniva scaricata la sansa della lavorazione delle olive, la quale era senza nessuna protezione dalle intemperie atmosferiche, e dove i liquidi si immettevano in due pozzetti collegati a due tubi in PVC, di cui uno di colore rosso di circa 200 mt da dove il refluo scorre e si immette in una cisterna di circa 20000 litri, e l’altro di circa 20 mt si riversava su un terreno cespugliato. Da un accurato sopralluogo, si appurava che il tubo di color rosso era sganciato, e che il liquido si immetteva su una stradina comunale andando a finire all’interno di una cunetta che proseguendo in un solco ricavato sul terreno a sua volta si riversava in un pozzetto in località “Coppi” che sfocia nel corpo ricettore denominato torrente “GROTTE”, affluente del fiume “AUSO” iscritto nell’elenco delle acque pubbliche. Inoltre dal controllo cartaceo, si riscontrava che nessun registro era compilato e vidimato dalle autorità competenti, e che quindi era impossibile poter effettuare un calcolo della lavorazione delle olive.  Accertato l’abuso, le giubbe verdi, al fine di evitare alterazioni e dispersione delle prove, oltre ad evitare ulteriori gravi conseguenze all’ambiente, tempestivamente procedevano alla chiusura del frantoio e al sequestro dell’intera area, contestualmente veniva denunciato alla competente A.G. della Procura della Repubblica di Salerno, il Sig. R.S. di anni 47 in qualità di proprietario, per violazione ambientale e paesaggistica nonché per illecito smaltimento di reflui.

 

 

 

 

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