Diego Raffone: una vita per la politica !!

Aldo Bianchini
SALA CONSILINA – Poco più di settant’anni, portati bene fino a qualche tempo fa, poi la deriva fisica e la fine. Diego Raffone è stato per decenni il riferimento dei socialisti del Vallo di Diano. La sua storia politica cominciò agli inizi degli anni ’70 grazie al grande rapporto di amicizia che aveva saputo costruire con Enrico Quaranta al quale era sinceramente fedele. Forse turandosi il naso, dopo tangentopoli, finì per approdare anche Lui nelle file dell’ex PCI senza mai tradire la sua fede socialista. Ai suoi funerali, lunedì 9 gennaio 2012, c’erano un po’ tutti gli uomini del partito del garofano, c’era anche Carmelo Bufano, primo firmatario della proposta di legge popolare per il referendum sulla Città Vallo, un sogno che Diego aveva cullato e coltivato a lungo prima di arrendersi. E’ stato sindaco di Sala Consilina a cavallo degli ’74-’75. Era un gigante per via della sua stazza fisica, impulsivo, sincero e diretto; non amava i paroloni, non usava stereotipi di maniera, diceva pane al pane e vino al vino. Era rispettato ed anche temuto. Nel Vallo ha gestito, da buon manager, la politica, le raccomandazioni, le candidature, la comunicazione e la giustizia. Mi piace ricordarlo attraverso alcuni aneddoti con la speranza che possano contribuire a farlo ricordare il più a lungo possibile. Andiamo con ordine, seguite con attenzione perché sono tutti racconti di tanti anni fa, racconti quasi sconosciuti e, quindi, inediti. Un giorno aveva convocato una riunione di partito nel suo ufficio (sotto casa) per l’arrivo dell’allora ministro Carmelo Conte. Proverbialmente in ritardo il ministro arrivò vero le 22.00 invece che alle 18.00; ebbene Diego seppe tenere banco per circa quattro ore senza fermarsi mai e alla fine il ministro arrivò. Sempre per la politica, ogni volta che incontrava l’on. Salvatore Aversano, prima di ogni altra cosa, amava dire: “Siamo nati tutti e due a Castellammare!!”, quasi come dire che erano due gallette. Un giorno dovendo comunicare ad un medico la promozione regalata a quest’ultimo incaricò il fedelissimo Fabrizio di chiamare il medico tizio e caio. Fabrizio, non trovandolo e pensando che Diego avesse bisogno di un medico, chiamò un altro medico e glielo passò al telefono. Immaginate la scenetta conclusiva con Diego che mandava a …. Fabrizio, sempre con molto affetto. Una volta per il Comune di Sala nella stessa lista si candidarono Diego, l’avv  D’Aniello e l’avv  Iannicelli (il padre di Edmondo) che in un comizio sibilò: “Nella nostra lista c’è un candidato di Peso (Raffone), uno di qualità (D’Aniello) e uno di misura (lo stesso Iannicelli)”.  Applausi a scena aperta. Insieme ad altri creò e gestì Televallo. Un giorno dopo una lunga intervista ad un candidato di vaglia (per il senato della repubblica!!), quest’ultimo chiese quanto doveva pagare per i passaggi televisivi. Diego, con il suo fare rumoroso proruppe: “Non hai capito niente, tu non devi pagare l’intervista, tu devi finanziare la tv come partito!!”. Nell’approccio con la giustizia il compianto Diego raggiunse il massimo in assoluto. Era riuscito ad irretire talmente il procuratore della repubblica Domenico Santacroce (sempre a caccia dei socialisti)  che quest’ultimo chiese la condanna di Raffone senza che Diego fosse ricompreso nell’elenco degli imputati. In ballo c’era il cosiddetto “giallo di Polla” che segnò il passaggio di consegne dalla DC al PSI dell’ospedale di Polla/Sant’Arsenio grazie a strani maneggi delle schede elettorali ed all’improvviso black-out elettrico nella sala della riunione. Santacroce, probabilmente, non gliel’aveva mai perdonata ma non era mai riuscito ad incastrarlo e nel tumulto della requisitoria finale del processo chiese la sua condanna tra lo stupore generale. Pochi aneddoti, pochi episodi che danno, però, l’esatta dimensione dell’uomo e del politico Diego Raffone, venuto a mancare troppo presto e troppo in fretta.

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