Padula: l’ultimo saluto a Michele, l’operaio morto schiacciato dal marmo

 

 

Antonio Citera

PADULA – L’intera comunità stretta intorno alla famiglia di Michele Vecchio, il 52enne morto martedì a causa di un incidente sul lavoro . L’uomo è rimasto schiacciato sotto quattro pesanti lastre di marmo mentre con l’ausilio di un carroponte effettuava delle manovre. L’incidente si è verificato  presso la nota azienda di Padula Scalo “Cancellaro marmi”, nota in tutto il mondo per la lavorazione della prestigiosa e particolare pietra di Padula. Sulla vicenda indaga la procura della Repubblica di Sala Consilina che ha aperto un fascicolo d’inchiesta proprio per accertare la dinamica esatta dell’incidente. Una folla silenziosa e composta, ha accompagnato nel suo ultimo viaggio il 52enne Michele Vecchio, l’operaio rimasto vittima  della sorte beffarda, morto durante il lavoro  nella solitudine straziante, soffocato dal peso di quattro pesanti lastroni di marmo. La salma, subito dopo l’esame esterno effettuato nell’obitorio dell’ospedale Luigi Curto di Polla, nel tardo pomeriggio di mercoledì è stata riconsegnata ai familiari, alla moglie, e alle due figlie che sconvolte dal dolore, appaiono ancora incredule dinanzi alla morte del loro caro. Tanti gli amici, i conoscenti, persone comuni che hanno riempito la chiesa del Convento di San Francesco dove è stato celebrato il rito funebre. Tante le persone che affollavano il sagrato , tutti stretti in vicinanza intorno alla famiglia del povero operaio. Molto conosciuto, stimato e apprezzato da tutti come una persona umile, un gran lavoratore. I volti rigati dalle lacrime,in un silenzio assordante, l’incredulità per una morte assurda, un uomo che ha sempre condotto una vita irreprensibile e silenziosa devoto alla famiglia. Anche in quel tragico pomeriggio era lì,pronto a fare il suo mestiere o forse anche di più. Emozionante l’omelia,- il silenzio, il raccoglimento di tutta questa gente- ha sottolineato il parroco- è l’omaggio eloquente ad un nostro fratello che è stato e rimane un esempio per l’intera comunità, una persona  che sapeva affrontare le difficoltà con fiducia, coraggio e serenità, un esempio per la società. Un uomo onesto, un uomo giusto. Dopo la celebrazione della messa, un lungo applauso si è levato, ed il corteo funebre si è incamminato verso il cimitero comunale, dove la bara del 52enne è stata tumulata. Intanto sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Sala Consilina, gli inquirenti, insieme ai responsabili Asl per gli infortuni sul lavoro, stanno cercando di fare chiarezza sulla dinamica che ha portato alla morte l’uomo. Dalle prime ricostruzioni, pare che stesse manovrando con un telecomando un carro ponte, probabilmente per spostare una lastra di marmo.  Il gancio del  mezzo, è stato rinvenuto alle spalle delle lastre e con molta probabilità ha urtato le stesse che hanno stretto nella morsa il povero Michele. Questo potrebbe far presupporre o ad un errore umano, o ad un malore che avrebbe impossibilitato l’uomo alla gestione corretta del telecomando. Una dinamica da chiarire dunque, un operaio esperto con decenni di pratica sulle spalle, una morte avvenuta intorno alle 13.00 di quel maledetto pomeriggio quando nel cantiere non c’era nessuno per poterlo soccorrere in tempo, il suo corpo ormai esanime è stato trovato solo due ore dopo, quando su segnalazione dei familiari è scattato l’allarme nell’azienda, e dopo qualche istante l’amara sorpresa, Michele giaceva sotto il peso dei pesanti lastroni di quel marmo maledetto.

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