Provincia Under Attack 11: dal “Due Torri” al sistema, per finire alla “femme fatale”

Aldo Bianchini

SALERNO – E’ sempre la stessa storia. Quasi ai limiti del parossismo, tante sono le volte che si ripete. Assolutamente ridicolo per chi la subisce. Parlo della “femme fatale”, la personificazione del “mito femminile perverso”; almeno questa è la descrizione che fornisce il vocabolario universale della rete. Eppure ci cadono tutti, soprattutto quelli più palesemente sbruffoni o dichiaratamente “macho man”. La notizia che la famiglia Citarella sarebbe stata tradita dalle rivelazioni della segretaria che avrebbe “spiegato ai PM” (sempre Montemurro e Volpe) il sistema che partirebbe dal “Due Torri” per finire negli studi ovattati e misteriosi dei dirigenti degli Enti Locali o nelle segreterie più accoglienti dei politici. Nei lunghissimi anni di attività lavorativa e professionale (prima come ispettore di vigilanza a diretto contatto con quasi tutte le ditte indagate e poi come giornalista giudiziario) mi sono sempre chiesto come e perché accade sempre che una donna (amica, amante, moglie o segretaria che sia!!) alla fine riesce sempre a scardinare sistemi di presunta corruttela che, invece, dovrebbero essere tenuti ben stretti nell’assoluto riserbo della propria privacy e ben lontani dai vari “talami” che per tante ragioni un uomo mette in piedi nel corso della propria vita. Sembra quasi come se ognuno di loro avesse la necessità di confidare, di confessare a qualche altro (possibilmente donna !!) i propri segreti. Forse per rendersi più credibile, per essere più attraente, per apparire più macho; sinceramente non lo so, non so dare una risposta certa. L’unica cosa da dire è che accade troppo spesso e che nessuno fa mai tesoro delle esperienze altrui. Probabilmente tutto ciò accade perché, tira oggi e tira domani, si spezza qualche filamento che unisce segretamente due persone anche a causa, molto spesso, della tracotanza, dell’arroganza o (per dirla in termini da pubblica accusa) della “subornazione” che i soggetti più deboli subiscono da quelli apparentemente più forti. Poi si può cadere anche semplicemente per colpa della ricerca continua che un uomo opera nei confronti della cosiddetta “femme fatale”, quella che segna per sempre la propria esistenza, non solo sul piano fisico ma soprattutto su quello psicologico ed economico. Il caso più eclatante, almeno in provincia di Salerno, accadde la notte tra l’ 11 e il 12 giugno 1994 quando in una Pagani letteralmente assediata dalle forze dell’ordine venne catturato Pasquale Loreto (la cosiddetta “primula rossa” della camorra). L’inafferrabile cadde per colpa di una “femme fatale”, tale “Melania Sannino”, amante del boss. Quella mattina del 12 giugno 1994 tutta la stampa venne convocata in Questura a Salerno per mostrare il “mito della camorra” caduto miseramente per colpa di una donna e delle sue grazie così affannosamente ricercate nella notte. Ebbi modo di incrociare lo sguardo di Pasquale Loreto e non vidi i tanto decantati “occhi di ghiaccio” ma piccoli occhietti adattabili benissimo ad un bambino impaurito. Come del resto diventano un po’ tutti dopo l’arresto: bambini impauriti. Da allora non si è mai saputo chi fu l’autore della soffiata, anche se molte ombre si addensarono sull’avvenente fanciulla paganese. Ovviamente nella fattispecie non esistono né amiche, né amanti, né mogli ma una “semplice segretaria” che spesso può diventare un elemento determinante per la pubblica accusa. Vedremo!!  C’è infine la genesi del nome “Due Torri” che gli inquirenti hanno dato all’operazione. Una giovane collega del Roma-Cronaca ha cercato di fornire una spiegazione accettabile; troppo giovane (beata lei!!) per conoscere tutti i segreti connessi al mitico “Due Torri”, hotel ristorante a picco sul mare di cobalto della costiera amalfitana, di proprietà della famiglia Citarella, sede di mille intrighi e di feste sfavillanti. Alla prossima.

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