Cava: garantismo e libertà

 Da avv. Alfonso Senatore – pres. Città Unita

Cava è piena di zingari, extracomunitari irregolari, comunitari discutibili, mendicanti che rendono la città sempre più insicura, poco attraente e con una immagine all’esterno poco invidiabile. La sicurezza, insieme al lavoro, è una delle prime esigenze dei cittadini. Città Unita deve accentuare il suo impegno sul fronte della lotta alla criminalità micro e macro e per la definizione di moderni ed efficaci politiche in materia. Non si tratta solo, ed è comunque già molto, di rivedere la legislazione vigente. Si tratta di acquisire una moderna sensibilità. Si discute ad esempio moltissimo di valutazione di impatto ambientale quando si realizza una nuova opera.  E’ tempo di fare una valutazione, anche per quanto riguarda l’impatto sicurezza, specie a Cava che è ormai diventata invivibile e insicura. Quanti nuovi quartieri nelle metropoli sono privi di un commissariato o di una caserma dei carabinieri? Come sono distribuite le forze dell’ordine nei vari Comuni? Che ruolo hanno i sindaci eletti dai cittadini, nella definizione di questi interventi? Non c’è soltanto la dimensione all’armante della grande criminalità organizzata. La cosiddetta micro-criminalità, che preferiamo chiamare criminalità diffusa, genera un grave allarme sociale. Quando il cittadino comune assiste in televisione all’arresto del grande boss mafioso è certamente rinfrancato, ma percepisce questi problemi come distanti da lui. Genera molto più allarme sociale invece, tra la gente comune lo scippo nel quartiere, la truffa agli anziani, lo spaccio della droga nei pressi della scuola del figlio, ed ecco la necessità dei cani antidroga, la rapina, l’usura , l’estorsione , la concussione, il furto dell’automobile o nell’appartamento che spesso colpisce beni che si devono ancora pagare con grande sacrificio o che possono rappresentare valori affettivi non sostituibili. Non bisogna dunque sottovalutare questa forma di criminalità avanzante, specie ora che la crisi imperversa sempre più, che offende la libertà del cittadino quanto e talvolta addirittura più delle grandi cosche. Per questo abbiamo sottolineato l’esigenza di un maggior impegno che passa anche attraverso l’azione popolare, che sia pur non esaustiva rappresenta una parte importante del nostro impegno e della nostra azione. Occorre lo diciamo da sempre un miglior coordinamento e collaborazione delle forze dell’ordine, senza modificare le tradizioni e le autonomie di ciascuna ma utilizzandone al meglio peculiarità e tradizioni; interventi legislativi a favore delle vittime della criminalità e non più soltanto per attenuare le pene di chi quei reati ha commesso; azioni più efficaci nei confronti del racket e dell’usura; diverso status giuridico della polizia municipale da inserire nel comparto sicurezza affinchè trovi una definizione normativa ed economica delle proprie funzioni di coadiuvo nell’aumento del tasso di sicurezza; ridefinizione delle regole per i collaboratori di giustizia, la cui funzione non va soppressa ma certamente va rivista oggi che questa collaborazione è svolta da oltre mille persone; norme più efficaci contro l’immigrazione clandestina di cui molto si è discusso in questa fase con risultati per molti aspetti deludenti; rafforzamento dei poteri dei sindaci nel campo delle politiche della sicurezza; rafforzamento dei poteri della rappresentanza militare e delle forze dell’ordine, per dare i giusti diritti ad una base che ogni giorno sacrifica se stessa, non solo in senso metafisico, in ogni angolo del paese; norme per evitare che circoli liberamente la droga nel nostro paese e che quindi ripristino una più chiara distinzione tra l’uso personale e lo spaccio; revisione ancor più della legge Gozzini, che ha portato alla concessione di permessi e detenuti che avevano subito gravi condanne e che di tale opportunità si sono avvalsi, si veda il drammatico caso del sequestro Soffiantini, per togliere la libertà personale a cittadini onesti; applicare il codice penale militare nei confronti della mafia, camorra, ‘ndrangheta, corona unita e a tutte le organizzazioni criminali esistenti sul territorio nazionale; rivedere, per i reati gravi, 416 bis, omicidi-strupo di donne e bambini, strage, terrorismo, la pena di morte, come in America e in altri Stati.  Questi alcuni argomenti affrontati e proposti da Città Unita, un associazione che certamente si presenterà alle prossime imminenti elezioni comunali. Dobbiamo, inoltre, seguire i modelli esteri tra i più avanzati, come il metodo: “Tolleranza zero” di Rudolph Giuliani già Sindaco di New York, autore anche di passate battaglie contro la diffusione della droga negli Stati Uniti. In Italia e a Cava in particolare abbiamo una tale criminalità degna di imitare i modelli altrui, già sperimentati positivamente; c’è la necessità di rafforzare una brillante via verso la sicurezza. Tutto ciò non è in contrasto con le esigenze di parità delle parti nei processi, come il bisogno di garantire il cittadino-imputato di fronte alla giustizia. Si può e si deve garantire un processo equo e trasparente, ma si deve pretendere con forza l’espiazione di una condanna quando sia stata inflitta dopo un dibattimento serio, ponderato e rapido. Garantismo e sicurezza non sono dunque necessariamente in contrasto. In ogni caso in un vasto schieramento civico , popolare e progressista accanto ai chi si dibatte prioritariamente per i diritti del singolo vi è necessità di chi si batta per i diritti a poter vivere in città e in paesi dove l’illegalità diffusa non la faccia da padrone. La risposta al bisogno di sicurezza è uno dei connotati principali della politica di Città Unita. Se bisogna ritrovare identità, in modo non conflittuale con i nostri alleati, in questo campo c’è soltanto da riscoprire un impegno e una credibilità che taluni di noi non hanno mai considerato elemento secondario e che oggi riproponiamo al dibattito politico in tutte le sedi, cominciando da Cava de’ Tirreni, un tempo non lontano, diventata famosa in tutta Italia per l’ordine la disciplina e la sicurezza.

 

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