SEA PARK: dal coraggio degli imputati all’incertezza dell’accusa; Mario De Biase su tutti.

Aldo Bianchini

SALERNO – Sembra che qualcuno, in silenzio, abbia sibilato nell’aula: “Se non accettate le prescrizioni questo processo andrà avanti per vent’anni!!”. A questo, purtroppo, è ridotta la giustizia nel nostro Paese. Hanno fatto benissimo tutti gli imputati, da Vincenzo De Luca a Mario Be Biase, fino a Felice Marotta, a rinunciare alle prescrizioni proposte dalla pubblica accusa (pm Vincenzo Montemurro) davanti alla seconda sezione penale del tribunale (presidente Eva Troiano). C’è voluto un atto di coraggio, non c’è che dire, non è facile rinunciare alla prescrizione per alcuni reati che messi insieme potranno ancor di più completare il quadro accusatorio che vede sempre in piedi i reati di “associazione a delinquere” e di “concussione”. Questi ultimi due reati, se fossero rimasti isolati, sarebbero stati facilmente smontati nelle prossime udienze ed il processo si sarebbe estinto per consunzione. Invece l’atto responsabile degli imputati segna probabilmente una svolta epocale del processo che dovrà, a questo punto, individuare per forza delle responsabilità. E se gli imputati si sentono così sicuri del fatto loro di quali responsabilità bisognerà parlare in futuro? Delle responsabilità di chi ha condotto un’inchiesta “avanzata e probabilmente forzata” che rischiava di mettere in galera chi non era colpevole e, peggio ancora, di far sprofondare nel caos più totale un’intera città che proprio in quegli anni (parlo della fine del 2005 e dell’inizio del 2006) stava riportandosi a galla e stava rilanciandosi verso un futuro di stabilità e sicurezza. L’arresto di De Luca, di De Biase e degli altri  avrebbe portato alla sfacelo totale di una programmazione politico-gestionale che, seppure tra alti e bassi, ci distingue in tutto il Paese. Alludo, senza lanciare il sasso nascondendo la mano, alle presunte responsabilità del pm Gabriella Nuzzi (rimasta poi incagliata nell’inchiesta-scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro) che assolutamente in piena autonomia e indipendenza aveva richiesto per ben tre volte l’arresto di De Luca di De Biase e di tutti gli altri. Questo processo è stato sempre un mistero e spesso ho scritto che i tre rigetti del gip Gaetano Sgroia alle richieste di arresto del pm Nuzzi apparivano come la trasposizione esterna di un duro scontro interno tra due correnti di pensiero della magistratura salernitana. Da una parte i colpevolisti, dall’altra gli innocentisti, e al centro la figura di Vincenzo De Luca e della sua politica egocentrica e, per certi versi, sconcertante e disarmante. Adesso, soltanto grazie agli imputati del Sea Park, dovremmo finalmente sapere la verità. Le parziali prescrizioni proposte, prodrome dell’annacquamento complessivo, avrebbero probabilmente scaraventato sotto la cenere per sempre la verità. Perché se è vero come è vero che all’interno della magistratura ci sono scontri violentissimi è anche vero che la stessa magistratura, alla fine, sa sempre chiudersi su stessa come un riccio a difesa dei privilegi della casta che, piaccia o meno, rappresenta. Il processo diventa davvero molto interessante ed alla ripresa del 12 luglio prossimo cercherò di non mancare. Un altro momento di grossa serietà personale è balzato alla ribalta quando anche l’ex sindaco Mario De Biase ha rinunciato alle prescrizioni proposte dall’accusa. Peccato che nessuno lo ha messo in risalto ma è il caso di precisare che la rinuncia di De Biase è, se possibile, ancora più coraggiosa. Se De Biase avesse accettato le prescrizioni proposte avrebbe ottenuto l’immediato dissequestro della sua casa. Ora dovrà aspettare la fine del processo. Alla prossima.

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