Sala Consilina. Addio al Tribunale

Antonio Citera

SALA CONSILINA – La tanto scongiurata decisione del Governo è arrivata nella mattinata di ieri.  Accorpati 37 Tribunali e 38 Procure, soppresse 220 sezioni distaccate di Tribunali. Una zappata in un terreno  già arido che ha gettato definitivamente il velo sul  presidio di Giustizia salese che con molta probabilità sarà accorpato a Lagonegro. Facce impietrite, sguardi bassi, aria pesante carica di delusione quella che si respirava ieri mattina tra le mura del tribunale di Sala Consilina. La notizia oramai era nell’aria, si sperava in un miracolo che non si è concretizzato. La soppressione del Tribunale è  cosa fatta. Invane le lotte che a Sala Consilina si sono consumate dal lontano mese di Settembre dello scorso anno, proteste che hanno impegnato soprattutto gli addetti ai lavori, coinvolgendo in maniera quasi costante le associazioni, gli ordini professionali, i sindaci, una battaglia coadiuvata dall’impeto dei sindacati. Grandi assenti in tutto il percorso sono stati i cittadini che si sono immediatamente rassegnati all’idea, evidenziando una mancanza di fiducia specialmente sulla politica e sui politici del territorio che operano nei palazzi romani che a ragion del vero sono stati sempre assenti e lontani dalle problematiche dello stesso. Una lotta contro i mulini a vento dunque – Sono amareggiato dalla notizia – dice a caldo il presidente dell’avvocatura salese Michele Marcone- una decisione che sa di beffa, uno scippo alla legalità del territorio- . La soppressione della giustizia nel Vallo di Diano, è certezza in virtù della decisione  del Consiglio dei Ministri che  ha approvato il decreto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie che da attuazione alla delega al Governo attribuita dalla legge per la stabilizzazione finanziaria n. 148 del 2011 approvata dal precedente Esecutivo.  Attuando in maniera rigorosa i criteri di carattere tecnico previsti dalla legge delega, lo schema di decreto legislativo – che ora passerà alle Commissioni parlamentari per un parere obbligatorio ma non vincolante – prevede: – la riduzione e l’accorpamento di 37 tribunali e di 38 procure (per il Tribunale di Napoli Nord non è previsto l’ufficio di procura, la cui competenza è attribuita alla Procura di Napoli Sud); – la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale; – la ridistribuzione sul territorio del personale amministrativo e dei magistrati restanti, la cui pianta organica non subirà alcun ridimensionamento. A questa riorganizzazione si aggiunge quella degli uffici dei giudici di pace che ha già portato all’individuazione di 674 sedi che saranno soppresse e rispetto alle quali è atteso il parere delle commissioni competenti. Alcuni criteri – non derogabili – di delega seguiti dal Governo hanno inciso pesantemente sulla possibilità di sopprimere e accorpare uffici di dimensioni inferiori agli standard individuati, come ad esempio l’obbligo di permanenza del tribunale ordinario nei circondari capoluogo di provincia. Il secondo limite è stato rappresentato dalla cosiddetta ‘regola del tre’ (non meno di tre tribunali e procure per ciascun distretto di Corte di Appello), che ha impedito la soppressione di uffici palesemente al di sotto degli standard fissati. Proprio la concomitanza di queste due regole ha ristretto notevolmente l’ambito di intervento sul totale dei 165 tribunali. Ecco in dettaglio la lista dei 37 tribunali che cederanno le armi: Acqui, Alba, Ariano Irpino, Avezzano, Bassano del Grappa, Caltagirone, Camerino, Casale Monferrato, Cassino, Castrovillari, Chiavari (che perderebbe un palazzo di giustizia nuovo di zecca per di più collegato direttamente al carcere), Crema, Lamezia Terme, Lanciano, Lucera, Melfi, Mistretta (il più piccolo tribunale italiano), Modica, Mondovì, Montepulciano, Nicosia, Orvieto, Paola, Pinerolo, Rossano, Sala Consilina, Saluzzo, Sanremo, Sant’Angelo dei Lombardi, Sciacca, Sulmona, Tolmezzo, Tortona, Urbino, Vasto, Vigevano, Voghera. L’unica procura in più rispetto ai tribunali che viene cancellata è quella di Giuliano i cui pm vengono assorbiti dalla più grande procura d’Italia, quella di Napoli.

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