I Fondi Pensione Aperti

Filippo Ispirato

Negli ultimi anni si è fatta sempre più viva l’esigenza di forme di pensioni complementari da affiancare a quella obbligatoria che, con il passare del tempo, diventerà sempre più esigua per chi andrà in quiescenza in futuro.  Secondo stime, a causa dell’ingresso nel mondo del lavoro in età sempre più avanzata, del forte invecchiamento della nostra popolazione e del sensibile calo demografico, l’importo della pensione dovrebbe aggirarsi attorno al 30% della retribuzione media percepita in età lavorativa. Vediamo quindi nello specifico le caratteristiche salienti del Fondo Pensione Aperto, sottolineando comunque che si tratta di un breve vademecum per fare chiarezza su una materia molto complessa e variegata che necessità della consulenza di specialisti del settore. Il Fondo Pensione Aperto è una forma di forma di risparmio previdenziale che consente la costituzione della propria previdenza complementare. Possono aderire a questi fondi, sia in maniera individuale che collettiva, tutte le persone fisiche fino i 65 anni per gli uomini e fino ai 60 per le donne. L’adesione individuale è consentita ai lavoratori autonomi, ai lavoratori dipendenti, ai soci di cooperative, alle casalinghe e agli studenti, mentre quella su base collettiva è riservata ai lavoratori dipendenti e prevede la presenza di un accordo preliminare con l’azienda, grazie al quale i dipendenti vi possono aderire. L’entità delle prestazioni pensionistiche è determinata dall’ammontare dei contributi versati e dal rendimento ottenuto dal fondo nel corso degli anni; le prestazioni sono ottenibili dopo aver raggiunto i requisiti di accesso alla pensione obbligatoria, con almeno cinque anni di iscrizione ad una forma di previdenza complementare. L’iscritto al fondo pensione può chiedere, una volta maturato il diritto, l’erogazione interamente in rendita, tramite l’erogazione di una pensione complementare affiancata a quella obbligatoria, o parte in capitale (fino ad un massimo del 50% del capitale maturato) e parte in rendita. In alcuni casi è possibile il riscatto anticipato parziale delle somme accantonate, in particolare:

–        dopo 8 anni dall’iscrizione al fondo si può prelevare fino al 75% dell’importo maturato per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa e/o fino al 30% delle somme accumulate per qualsiasi esigenza di liquidità

–        in qualsiasi momento per sostenere eventuali spese sanitarie gravi per se, il coniuge e i figli.

 

Lo Stato incentiva queste forme di risparmio previdenziale individuale attraverso appositi benefici fiscali che al momento consistono nella deducibilità dei premi versati, fino ad un massimo di 5.164,57 Euro, e nel tassare i guadagni del fondo pensione con un’imposta ridotta di capital gain pari all’11%. Il contribuente avrà la possibilità di investire le somme accantonate in comparti di investimento che, sebbene abbiano nomi e caratteristiche differenti per ogni compagnia emittente, si raggruppano essenzialmente in quattro macro categorie:

–        il comparto monetario, che investe essenzialmente in titoli di stato e obbligazioni di durata media inferiore ai 3 anni, adatto in particolar modo ha chi è prossimo alla pensione o ha un profilo di rischio conservativo

–        il comparto obbligazionario ed obbligazionario garantito, che a scadenza generalmente oltre al capitale garantisce un tasso minimo di rendimento, se vengono rispettati dei vincoli temporali minimi di permanenza nel comparto, che investe in obbligazioni con durata temporale di medio/lungo periodo

–        il comparto bilanciato, che investe sia in obbligazioni che in azioni, italiane ed estere, con le medesime proporzioni

–        il comparto azionario, adatto a chi ha un profilo di rischio dinamico con un orizzonte temporale più lungo e investe le somme disponibili per la gran parte in titoli azionari.

 

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