Tribunale Sala C.: l’avv. Paladino scrive a Napolitano

Da avv. Angelo Paladino

SALA CONSILINA – L’avvocato Angelo Paladino, sulla questione della soppressione del tribunale scrive al Presidente della Repubblica, al Ministro della Giustizzia ed a tutti i Parlamentari della Regione Campania e dice: <<Nel maggio del 1991 ebbi l’onore, quale Sindaco di Sala Consilina, di inaugurare il nuovo Palazzo di Giustizia, il secondo dopo quello realizzato negli anni sessanta. In quell’occasione lo Stato era presente in pompa magna con ben otto parlamentari, di cui due sottosegretari alla Giustizia, ed i vertici della Magistratura della Corte d’Appello di Salerno, plaudenti alla capacità di una Comunità che, a proprie spese, aveva garantito la permanenza del Tribunale in una struttura efficiente. A distanza di quasi venti anni si tenta di rimettere indietro le lancette della storia. Ricordo, infatti, al sig. Ministro che il tentativo di chiudere circa mille sedi giudiziarie non ha nulla di “epocale” e non è certamente una novità, in quanto già il fascismo nel 1923 si è cimentato nell’impegno, sopprimendo “per punizione” anche il Tribunale di Sala Consilina. Nel maggio del 1946, però, il Governo De Gasperi – Togliatti rimediò all’infamia, ripristinando d’urgenza il Presidio di Giustizia al servizio del Vallo di Diano.  Il Presidente Napolitano, che è stato protagonista di quel momento politico e compagno di partito di Togliatti, avrà bene in mente il provvedimento che ristabilì, alla vigilia del referendum e prima ancora della Costituzione Repubblicana, gli spazi democratici ed il rispetto dei diritti del cittadino ad avere lo Stato e la Giustizia prossimi ai suoi bisogni. Oggi il disegno governativo di sopprimere, insieme con tanti altri, il Tribunale di Sala Consilina rappresenta un triste e pericoloso ritorno al passato e ciò senza alcuna valida ragione e senza alcun vantaggio, né in termini di riduzione di spesa né in termini di efficienza del servizio. Si continua, non so quanto inconsapevolmente, nel disegno di risolvere i problemi della Giustizia Italiana, senza aumentare la capacità di risposta del sistema ma, al contrario, deprimendo e scoraggiando la domanda di Giustizia, aumentandone il costo per il cittadino e allontanando lo stesso, quanto più è possibile, dalle sedi giudiziarie. Tutto questo per soddisfare le esigenze particolari e “di bottega” di una parte della Magistratura e di una burocrazia ministeriale, privilegiata e protetta, molto distante dalle esigenze reali della Gente. Caro Presidente, questa è la Giustizia voluta dai Padri Costituenti; questa è la Giustizia uguale per tutti, a tutela dei diritti dei meno abbienti e dei meno protetti? Non credo!!! Si va, invece, verso un servizio pubblico ridotto ed accentrato, accessibile ai più attrezzati, favorendo di fatto la cosiddetta “giustizia alternativa”, l’unica prossima alla gente, facilmente accessibile, poco costosa ma terribilmente pericolosa, in quanto alternativa allo Stato! A Lei sig. Ministro, illustre operatore del diritto, responsabile, però, anche dei destini economici e sociali di una intera Comunità, il pressante invito a rivedere l’iniziativa di governo e a non far rivivere le esperienze e le mortificazioni  rese al Nostro Territorio da un regime dittatoriale.  I margini ci sono tutti. A Lei sig. Presidente, custode riconosciuto dei valori della Nostra Costituzione, l’appello accorato a far rispettare i principi fondamentali della  Giustizia Giusta e di prossimità, secondo la quale i cittadini contano non per i numeri che rappresentano, non per il loro censo, non per la loro appartenenza ma per i diritti e per la dignità di cui sono portatori. Il grande risentimento e la profonda indignazione, che albergano in tutta la popolazione del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro, non impediscono, ancora, di credere nella capacità di ravvedimento del Governo e di chi dovrà controfirmare il decreto legislativo, al fine di evitare un gravissimo ed irreparabile danno al sistema giudiziario e ad un vasto territorio “educato al diritto”, che ha dato i natali ad Alfredo De Marsico, che annovera il Presidente Napolitano fra i suoi cittadini onorari e che potrebbe rimanere, ancora una volta, vittima incolpevole di un carnefice che si chiama Stato. Questo non è lo sfogo di un rassegnato, ma la fiduciosa sollecitazione di un cittadino che crede, nonostante tutto, alla vigilia di decisioni definitive, ancora nelle Istituzioni e nella sensibilità democratica di chi le rappresenta. F.to: Avv. Angelo Paladino – Capogruppo Consiliare Comune di Sala Consilina>>.

 

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