SAPRI: i colori dell’inferno

Da Salvatore Campitiello (Ass. Sapri sono anch’io)

SAPRI – Un serata straordinaria ricca di emozioni e di messaggi forti nell’incontro promosso dall’associazione “ Sapri sono anch’io” in occasione della presentazione del libro “ I colori dell’inferno” di Antonio del Monaco.  Una  serata importante, quella della villa comunale a Sapri che ha visto presente tutte le forze dell’ordine unitamente ad un numerosissimo pubblico che ha potuto all’avvio apprezzare gli scopi e le ragioni dell’associazione organizzatrice, attraverso le parole del presidente Pietro Scaldeferri. Si entra subito nel vivo della serata con le parole del capitano Emanuele Tamorri, comandante della Compagnia Carabinieri di Sapri, che spazia dall’esame della situazione territoriale al passaggio importante di un’azione concordata  e modulata fra i vari attori istituzionale per promuovere la cultura della  prevenzione. Il capitano Tamorri chiude il suo intervento con l’appello alla cittadinanza a collaborare nella difesa e tutela della legalità. A questo si parte con l’esaminare i contenuti del libro di Antonio del Monaco attraverso un bel botta e risposta che il giornalista Salvatore Campitiello, consigliere nazionale dell’ordine dei giornalisti e presidente dell’associazione Campania giornalisti Valle del Sarno,  ha saputo realizzare attraverso domande ficcanti che hanno dato spunto all’autore di spaziare partendo dai personaggi del suo libro per denunciare in maniera forte l’indifferenza e la poca attenzione all’educazione per debellare i fenomeni criminali. Antonio del Monaco, dunque, tra sogno e realtà di questi incontri straordinari del suo libro “ I colori dell’Inferno” dove incontra le vitteme innocenti della camorra:  il rumeno Petru Birlandeandu ucciso a al quartiere Pignasecca di Napoli, la giovane Annalisa Durante ammazzata sotto casa,  il parroco don Peppe Diana di Casal di Principe, il carabiniere Salvatore Nuvoletta assassinato a Marano, Silvia Ruotolo barbaramente uccisa al Vomero e Silvia Lamberti uccisa mentre era con il papà Procuratore della Repubblica .  Queste ultime con il suo accompagnatore immaginario Giancarlo Siani,  sono monito forte di quella rieducazione che la società deve riavviare e per fermare questa caduta negli inferi. Non sono mancati gli appelli di Antonio del Monaco ai genitori affinché riprendano il loro ruolo in maniera forte e sostanziale senza più voler monetizzare o materializzare l’affetto. Ed alla fine anche in quadro fosco,  l’ultima domanda di Salvatore Campitiello mette in condizione l’autore di tirare fuori la vera essenza del suo pensiero con un appello forte per i giovani a credere in un futuro ed in una società migliore perché si può e si deve cambiare. Le battute finali che richiamano le parole di S. Agostino sullo sdegno e il coraggio vedono Antonio del Monaco chiedere forte il coraggio di dire “io non ho paura” perché non è solo lo sdegno a far nascere una nuova cultura della legalità e della giustizia.  La serata viene chiusa dal giovane prete, don Luigi Merola, curatore della prefazione del libro “ I colori dell’inferno”. Che partendo dalle parole dell’autore  non esita a lanciare una sferzata contro quei sacerdoti che non aprono le porte ai bisogni e all’accoglienza della sofferenza: “ la nostra è una missione a servizio di Dio e non un’azienda che chiude le sue porte alle ore 19 di sera”. La sua conclusione don Merola, però, la riserva agli insegnanti che devono riscoprire l’importanza del loro ruolo e della loro missione perché quando si riesce ad entusiasmare i ragazzi e farli sentire protagonisti  e attori del proprio futuro, loro sanno ricambiare offrendo quella speranza e quella gioia che è linfa vitale per la legalità.  I proventi della vendita del libro “ I colori dell’inferno”, ha tenuto a sottolinera l’autore a chiusura della serata, saranno devoluti interamente all’associazione fondata da don Merola “A voce de creature”. Una serata terminata verso le ore 24 con la premiazione da parte di Salvatore Campitiello ai due colleghi: Enzo Massa e don Luigi Merola entrambi iscritti all’Ordine dei giornalisti il primo per i suoi 15 anni di attività professionale, brillante sul piano del rispetto della deontologia ed il secondo per il loro impegno nel sociale.

 

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