COMUNE/SA: la rivolta dei peones, è il turno del cestista Siano

Aldo Bianchini

SALERNO – Questa non me la sarei mai aspettata. La rivolta di Alfonso Siano, già consigliere comunale e già delegato del sindaco per la cosiddetta “consulta dello sport” con Mario Compagnone e Nello Talento, due nemici per la pelle!! La consulta fu concepita e partorita come un “organismo acefalo” e senza alcun obiettivo pratico. Quando riferii al buon Alfonso Siano, in una diretta televisiva, questa mia considerazione sulla consulta ribadì alla mia forte osservazione spiegandomi che, invece, la “grande intuizione” del sindaco poteva portare frutti reali per tutto lo sport salernitano e per tutti gli addetti ai vari settori. Cercò anche di convincermi della bontà del sindaco, della sua lungimiranza e delle sue eccellenti qualità di dialogo e di concertazione che aveva con i suoi assessori ed i suoi consiglieri delegati. Mi permisi di controbattere, sempre in diretta televisiva e senza forzare molto la mano vista la sincera schiettezza dell’ospite, che De Luca al di là dei diversi meriti ha un difetto di fondo molto grave: non sapersi confrontare con gli altri. Ricordo che aggiunsi anche che in questi suoi atteggiamenti il sindaco non dimostrava di essere un “lucano doc” perché i lucani (come me!!) sanno e vogliono confrontarsi con tutti su tutto. Lasciò la mia trasmissione, il bravo Siano, quasi infastidito e, forse, temendo qualche reazione del sindaco per il fatto che non riusciva a contrastarmi a dovere. Venne ospite da me un altro paio di volte, poi non l’ho più visto anche se ci eravamo lasciati su una sua promessa di organizzare qualcosa nello sport con la mia televisione. Niente di niente, probabilmente il diktat del sindaco De Luca aveva fulminato sul nascere qualsiasi sua buona iniziativa anche nei riguardi di Quarta Rete Tv. Oggi leggo una intervista di Alfonso Siano sul quotidiano “Metropolis” in cui spara a zero contro il sindaco facendo suoi i temi e le considerazioni che io avevo espresso sul sindaco in quelle due-tre trasmissioni televisive. Davvero avvilente, molto avvilente. Dopo la caduta di stile di Augusto De Pascale arriva la tragicomica intervista di Alfonso Siano. E in queste ore mi chiedo come sia possibile che persone intellettualmente e culturalmente di un certo livello si facciano ammaliare da un sindaco che è peggio della “maga Circe”; come è possibile che personaggi del genere non si rendano conto in partenza della strumentalizzazione in loro danno; come è possibile che non si rendano conto che De Luca li utilizza nel momento giusto e poi li butta a mare (per non dire altro!!). Probabilmente è la smania del potere, piccolo o grande che sia e che spesso risulta migliore del fare l’amore con una donna, che induce questi personaggi a sovvertire tutte le regole di identità e dignità personale, di autonomia di pensiero e di professionalità conquistata a prezzo di duri sacrifici. Capisco che nell’uomo la smania del potere è grande e non facilmente sopprimibile, ma c’è un limite a tutto. Come si può prima inneggiare un personaggio come De Luca, calpestando anche se stessi e le proprie famiglie, per poi arrivare ad aggressioni verbali come quelle di De Pascale e di Siano. Davvero incredibile ed anche abbastanza inquietante. Quale credibilità pensano di poter conquistare questi personaggi dopo aver letteralmente lustrato le scarpe del capo senza mai trovare il coraggio di dirgli in faccia le cose come stanno. Mi sembra strano che non si accorgono che Vincenzo De Luca utilizza questa tecnica ormai da vent’anni: sceglie, nomina e scarica brutalmente. Mi fecero impressione gli occhi di Siano, in quelle trasmissioni, mi guardava come se io fossi stato un extraterrestre sceso per errore sulla terra, non si rendeva conto che il marziano era lui, soltanto lui. E lo dico davvero con tristezza. Oggi, forse, non si rende conto che con l’intervista non ha sparato a zero sul sindaco ma ha sparato su se stesso.Alla prossima.

4 thoughts on “COMUNE/SA: la rivolta dei peones, è il turno del cestista Siano

  1. E’ la stessa situazione, fatte le dovute proporzioni, creata da Berlusconi con i suoi attendenti. Io continuo a chiedermi il perchè di questo accanimento con De Luca, il cui operato è continuamente sotto esame, in contrapposizione al buonismo con cui si continua a giudicare gli altri. Si ricordi, Direttore, che non esisterebbero gli sfruttatori se non ci fossero persone disponibili a farsi sfruttare. Saluti.

  2. Credo che questa volta il buon “Enzo” abbia sbagliato il tiro. Il direttore del quotidiano, in questi ultimi giorni, ha bacchettato due ex deluchiani (De Pascale e Siano), non sta salvando glli adepti berlusconiani, e ha messo in risalto la pochezza umana di alcune persone che prima si sottomettono e si prostano per poi sparare a zero non appena la vacca da mungere scompare. In questo il direttore dimostra di essere veramente molto equidistante. Non è lìoperato di De Luca continuamente sotto esame, piuttosto è il modo di fare politica. Il nome di de Luca ricorre spesso negli approfondimenti di Bianchini perchè verosimilmente De Luca è l’unico che si eleva al di sopra del livello molto basso della politica odierna. Ci ripensi il buon “Enzo”. Buon lavoro.

    1. Quando parlo di sfruttati e sfruttatori mi riferisco prprio alla pochezza di chi sta intorno al grande di turno.La critica al Direttore non è alla critica, bensì alla ossessività della stessa, cosache può ingenerare un dubbio di parte. Probabilmente aveva ragione Mussolini quando affermava che : governare gli italiani non è difficile, è inutile. Ciao.

  3. Egr. Sig. Bianchini, solo oggi , attraverso la segnalazione di un amico, ho potuto leggere un suo editoriale dell’agosto scorso su “Il Quotidiano di Salerno” in merito ad una mia intervista che era apparsa su Metropolis qualche giorno prima. Avevo una certa stima nei suoi confronti per la capacità che le riconoscevo di essere abbastanza obbiettivo nei suoi scritti che tentano, anche se in maniera molto preconcetta, di analizzare a fondo la situazione salernitana, ma, a questo punto, devo ricredermi. Ritengo l’analisi da Lei fatta del mio comportamento durante il periodo in cui ho rivestito il ruolo di Consigliere Comunale, altamente offensiva e lesiva della mia dignità. Innanzitutto le sue affermazioni circa la “Consulta dello sport” denotano un’assoluta ignoranza da parte sua, come della maggioranza dei cittadini salernitani, di quanto quest’organismo, a costo di enormi sforzi e sacrifici, è riuscito a realizzare nei tre anni in cui ha operato: sarebbe troppo lungo in questo contesto, elencarLe tutti i risultati che tre persone, amanti dello sport, in piena armonia, sono riusciti a raggiungere. A detta dello stesso Sindaco De Luca, erano almeno ventanni che non si vedevano persone che disinteressatamente, per il solo amore per lo sport, raggiungessero degli obiettivi che, comunque, hanno portato un pò di sollievo alle tante problematiche dello sport salernitano. Certamente quello che è stato fatto è, forse, solo il 5% di quelli che erano i nostri obiettivi progettuali e riordinativi, ma, a questo punto, entra in causa il rispetto che ho inteso mantenere, comunque, nei confronti di una persona, De Luca, per sostenere il quale mi ero candidato con l’entusiasmo di chi sperava di poter, con la sua esperienza, essere utile alla soluzione di qualcuno dei tanti problemi che attanagliano la nostra comunita, soprattutto, ma non solo, nell’ambito dello sport. Tutto ciò nella massima discrezione e col massimo impegno, senza MAI chiedere niente per me stesso o per i miei amici. Mi sono sempre confrontato con il Sig. Sindaco, sia per iscritto che durante i colloqui che ho intrattenuto con Lui, con la schiettezza e la chiarezza che mi contraddistinguono, sperando di poter rimuovere in Lui quell’apatia nei confronti dello sport salernitano, cosa necessaria per poter intavolare qualsiasi discorso serio e concreto. Quando mi sono reso conto che ciò era impossibile, ho preannunciato, in una riunione del gruppo di maggioranza, le mie dimissioni che, però, mi furono respinte. L’unica cosa di cui, ancora oggi, mi pento è quella di non averle allora formalizzate. Certamente, non è stata “smania di potere” né tantomeno il timore di qualche reazione del Sindaco, a farmi recedere, anche perchè sottolineo il fatto di essere stato tra i pochi a non chiedere e ottenere nessun favore personale di nessun genere e a qualsiasi titolo. A dimostrazione di tutto ciò, come avevo preannunciato, non mi sono ricandidato e nessuno, tantomeno Lei, si è pregiato di interpellarmi, a suo tempo, per chidermene la ragione: probabilmente avrei chiarito a Lei e ai Salernitani chi è Alfonso Siano. A questo proposito mi ha molto ferito l’appellativo che mi ha appioppato di lustrascarpe e l’avermi giudicato come persona che calpesta la propria dignità e perfino la propria famiglia, pur di raggiungere i propri obbiettivi personali. Alfonso Siano aveva ed ha un unico obbiettivo: quello di rendersi utile alla propria città, ma, evidentemente, Lei e i Salernitani non hanno bisogno di una persona perbene ed onesta, quale io ritengo di essere, e mi rifiuto, con sdegno, di essere accomunato ai tanti altri che occupano poltrone solo per il loro sporco interesse. Dichiarandomi, da subito, disposto ad un incontro, anche pubblico, con Lei, La saluto, augurandomi di ottenere, comunque, una risposta alla presente senza che Lei si avvalga della sua possibilità di esternare pubblicamente il suo pensiero, cosa che io, purtroppo, non ho.

    .. Alfonso Siano

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