GdF: lo scontrino dell’irregolarità

 

 

Antonio Citera

CAMPANIA – In soli 20 giorni, la Guardia di Finanza in Campania, ha riscontrato una mancata emissione dello scontrino fiscale pari al 71% .  Su 1.919 imprese soggette all’obbligo di emissione di scontrini e ricevute fiscali controllate dall’inizio di agosto dalla Guardia di Finanza in Campania nel 71% dei casi (1.361) sono state accertate mancate emissioni. E’ quanto emerge da una vasta operazione di controllo che le Fiamme Gialle della Campania nei primi venti giorni di agosto. I finanzieri hanno passato al setaccio negozi ma anche attivita’ ricettivo- alberghiere e stabilimenti balneari. Nonostante i controlli dunque gli Italiani continuano imperterriti ad evadere il fisco. Una piaga che colpisce il 17% del prodotto interno lordo del Paese. Una corsa quella del Governo che rischia di impantanarsi in una palude senza uscita, combattere l’evasione fiscale senza aver dato al cittadino la giusta educazione al rispetto di un’etica economica , passaggio fondamentale per una equa distribuzione della riscossione di tasse e tributi. Continuare in questo modo ci porterà dritti verso il baratro di un’economia depressa e soppressa, innescando un circolo vizioso e non virtuoso come da intenzione dello Stato. Prima dei controlli, dei blitz, e chi più ne ha ne metta, il Governo deve far capire al singolo cittadino l’importanza del suo ruolo nella frenetica corsa all’evasione fiscale, far crescere la consapevolezza che ognuno deve fare la sua parte.  Non solo pagando le tasse, è ovvio. Ma chiedendo lo scontrino. Ogni volta, anche per l’euro del caffé. Raramente lo facciamo  e spesso ci accontentiamo di “ricevute” che potremmo aver tranquillamente fatto da soli non essendoci alcun “segno di riconoscimento”.  Basterebbe una semplice frase “ per piacere mi può dare lo scontrino” per ovviare  in parte ad un problema che ci rende schiavi , ci fa vivere nell’ansia di dover ogni giorno assistere senza poter reagire a manovre di risanamento  che gravano sulle tasche e sulle spalle di tutti noi. Basta poco dunque, evadere da quella ritrosia , e chiedere il tanto amato – odiato scontrino. Prendere esempio da quei tanti stranieri che oltre a chiederlo, lo setacciano con il microscopio, segno questo di una diversa educazione al rispetto del danaro. Rendiamoci partecipi di un risanamento “sano”, usciamo dagli schemi corporativi  della furbizia e del privilegio che fanno da colonna portante nella nostra amata Patria, riflettiamo insieme sul senso della giustizia, riformuliamo l’idea della stessa, rendendoci conto che non può esserci legalità senza il presupposto basilare  di una sana condivisione  del dare e avere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *