NAPOLI: scontro De Magistris – Sepe, parla Blasi

Da Francesca Blasi

NAPOLI – Suscita sconcerto la polemica innescata dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris contro l’arcivescovo Crescenzio Sepe, in merito alla proposta avanzata dal primo cittadino sulla possibilità di disporre un’area dove in qualche modo verrebbe praticata la prostituzione per arginare la presenza della criminalità organizzata. Penso che il cardinale abbia risposto da uomo di Chiesa parlando di valori cristiani e umani e di problemi sociali e, proprio per testimoniare il ruolo che occupa nella comunità, lo ha fatto dall’altare. Per il cardinale, il problema andrebbe affrontato nell’ottica del recupero e del rispetto della dignità delle donne, proprio come fa la Chiesa da sempre. Sono convinto che non si sia trattato di un attacco politico nei confronti del primo cittadino, ma penso, piuttosto, che Sepe abbia solo voluto interpretare il credo di tanti fedeli e non solo. È anche vero che il sindaco, rappresentando tutti i cittadini, cattolici e non, debba considerare anche la piaga, dilagante e pericolosa, della prostituzione ma il cardinale – a mio giudizio – non ha avuto in alcun modo intenzione di strumentalizzare  politicamente la questione, già di per sé complessa. Ritengo, piuttosto, che abbia voluto esternare il pensiero di tanti napoletani che in un momento così drammatico di crisi, vorrebbero sentire parlare di opportunità di lavoro, di recupero ambientale, di progetti per uscire dal degrado urbanistico, piuttosto che di aree predisposte per la prostituzione. Al riferimento fatto da De Magistris sulle case gestite anni addietro a Roma dal cardinale, mi sembra una considerazione inutile e senza alcun collegamento con la questione trattata. L’arcivescovo, infatti, in quanto responsabile della Congregazione, aveva il dovere di occuparsi anche degli immobili della Chiesa. Per quanto risulta, poi, proprio su questa vicenda, Sepe in tre anni non è stato mai interrogato, né rinviato a giudizio.

 

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