Vassallo/14: da Barbirotti a Cilento, quale verità ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Dario Barbirotti, amico di vecchia data del compianto Angelo Vassallo, nelle ultime settimane è intervenuto almeno due volte in merito al barbaro assassinio del sindaco pescatore. La prima volta, in coincidenza con il secondo anniversario, non ho condiviso molto il suo intervento perché ha proclamato un’imminente scoperta della verità che è, purtroppo, ancora lungi dall’arrivare. La seconda volta, quando ha condannato i manifesti contro la famiglia Vassallo, l’ho compreso e capito di più. E mi è piaciuta soprattutto la frase “si rispetti una morte assurda”. In effetti la sua frase suona come un invito per tutti noi a rispettare Angelo Vassallo nell’odioso silenzio della sua morte. Non mi sembra, però, che stia facendo la stessa cosa il sindaco di San Mauro Cilento; con le sue continue esternazioni Giuseppe Cilento, anche se involontariamente, ci allontana dal vero problema che è quello di scoprire la verità, i colpevoli e gli eventuali mandanti di un delitto così orrendo. Un’affermazione, in particolare, mi ha colpito. Da Il Mattino del 30.09.2012 ho letto che Angelo ripeteva spesso al sindaco di San Mauro: “Giusè, cca nisciuno parla”. Letta distrattamente la frase può anche apparire superficiale, generica e priva di contenuto; riletta con attenzione induce, però, a delle considerazioni abbastanza marcate soprattutto perché è di notevole impatto mediatico. Secondo il noto quotidiano questa frase sarebbe stata pronunciata più volte da Angelo Vassallo nel corso di serrate ed riservate discussioni tra lui e Giuseppe Cilento quale unico destinatario. Una frase, dunque, nota soltanto a loro due. Ebbene una frase del genere dovrebbe presupporre che i due (Vassallo e Cilento) sapessero molte cose su come e sul perché la camorra si insinuava e si insinua nei meandri di quel lembo incantato di costa cilentana; altrimenti la frase non troverebbe alcuna motivazione logica nel contesto di una discussione tra due amici per la pelle. Dunque, se i due sapevano cose che anche altri sapevano e non avevano il coraggio di confermare, a questo punto tutti i segreti di quelle chiacchierate sono depositati nella persona di Giuseppe Cilento che, per dovere istituzionale, le avrebbe dovute già riferire ai competenti Organi inquirenti per aiutarli a svelare i misteri che circondano la tragica fine del sindaco di Pollica. Se così non è stato potrebbe voler dire che Giuseppe Cilento non è il custode di alcun segreto e che la frase “Giusè, cca nisciuno parla” non rappresenta altro che un luogo comune, un modo di dire e niente più. E quindi neppure Angelo Vassallo era custode di segreti particolarmente pericolosi. Pensare a questo, però, potrebbe significare abbattere di colpo il mito che una sinistra attenta e scientifica ha costruito intorno alla figura ed al sacrificio di Angelo Vassallo. Insomma una frase paragonabile alle tante frasi pronunciate nelle infinite discussioni da bar di paese, e niente più. Altro che elementi di certezza per poter affermare che la camorra ha recitato un ruolo importante nell’uccisione di Vassallo e per poter, semmai, indirizzare in maniera sbagliata anche il lavoro degli inquirenti. Non posso e non voglio credere che tutto il castello costruito intorno al mitico sindaco pescatore possa ridursi ad un qualsiasi e inconsistente chiacchiericcio da marciapiede. Pronunciare queste frasi ad effetto può essere dannoso e controproducente; capisco che i giornali cavalcano soltanto la notizia senza approfondirla, ma una frase del genere non può essere eclatata senza la certezza che dietro di essa ci sia per davvero anche soltanto un minimo elemento che comprovi non solo la presenza della camorra sulla costa cilentana ma anche la sua diretta partecipazione all’organizzazione ed all’esecuzione del delitto. Anche perché una frase così marcata rischia di far generare, come ha generato, false convinzioni sulla lealtà della gente del luogo che il fratello di Angelo ha massificato accusando almeno una parte della popolazione di  atteggiamento omertoso collettivo che ha, poi, generato la brutta reazione dei manifesti con una deprecabile e ancor più rancorosa risposta su facebook. Non conosco il sindaco di San Mauro Cilento, non c’è nessun reale “teorema Cilento” e quindi la mia non è una presa di posizione strumentale, inviterei tutti ad una maggiore riflessione prima di lanciare proclami apodittici che possono distorcere la realtà delle cose.

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