Vallo di Diano: Il PD che non c’è, “Chi di speranza vive disperato muore”

                                                 

Antonio Citera

VALLO di DIANO – Le elezioni si avvicinano, e i partiti si mettono in moto per riorganizzare l’organico e dare l’affondo finale  per accaparrarsi le poltrone che contano. Dopo i fatti che negli ultimi mesi hanno segnato forse in maniera definitiva  il Vallo di Diano, depauperato anche della giustizia, con la complicità dei politici che hanno smosso il solito polverone fatto di bla..bla…bla… mantenendo ben saldi i rapporti con gli apparati centrali, a discapito dei cittadini vittime di accordi pro persona, si rinnova ora il vecchio e macchinoso valzer delle promesse e della devozione . Il PDL, smembrato dai rapporti difficili con il presidente della provincia Cirielli, immerso in una crisi di valori e di organizzazione, stenta a decollare, infangato nella palude dell’incertezza.  Il PD, che solo 10 mesi fa con il suo segretario  provinciale Nicola Landolfi  prometteva tuoni e fulmini, auspicava un cambiamento radicale senza precedenti che aimè, fino ad oggi non c’è stato. Tutto un bluff, tutte chiacchiere da bar, che riflettono l’andamento politico istituzionale di un Vallo di Diano preda di avvoltoi pronti a spartirsi tutto, anche la dignità dei cittadini considerati da sempre uno strumento, catalogati nel grande libro degli elettori ,  strumentalizzati dalla sete di potere dei pochi “ ELETTI”. In questo contesto, ripropongo un mio servizio di qualche mese fa. “Il predicatore di speranza”, lo voglio intitolare così.Mancavano pochi giorni a Natale, quando spinto da un vento  di rinascita, il segretario provinciale del PD Nicola Landolfi, ha chiamato a raduno i segretari dei circoli del territorio. L’incontro si è svolto presso l’hotel Vallisdea di Sala Consilina. Lo scenario era perfetto per dare il la al tanto sospirato giro di boa , invertire la rotta , insomma esibire i cosiddetti attributi contro lo stagnare della politica del potere dei pochi, che nell’ultimo ventennio ha dominato la scena incontrastatamente. Presenti a quell’incontro molti dei personaggi incriminati, tutti a farsi una ragione, tutti a giustificare il misfatto. “Bisogna fronteggiare le difficoltà del momento, ridare la fiducia ai cittadini, mobilitando un largo arco di forze che si identificano nel nuovo ideale che il partito vuole mettere in scena, una nuova cultura del fare politica volta alla partecipazione attiva dei giovani, con le loro idee, ma soprattutto con la voglia di emergere dalla stasi del momento”. Con queste parole, il giovane segretario Landolfi, creò il vuoto, “ serve un coordinamento ed un coordinatore con la precisa funzione politica di deterrente alla vecchia teoria del “magna magna”. Inoltre furono tracciate le linee guida della nuova primavera, di quel cambiamento da tutti auspicato, ma mai realizzato. Uno schema ben definito basato su un sistema di collegialità , di intesa, di disturbo al sistema ormai radicato ed impresso sul volto dell’intero comprensorio. Tanti i propositi. Risvegliare le coscienze, rimarcare gli abusi, riprendersi il territorio nel rispetto delle regole , mettersi alla ricerca di comportamenti e stili di vita che possano rendere felice, o quantomeno significativa l’esistenza nella nostra civiltà.  Imporre una politica diversa, fatta di coesione e non di senso di protagonismo, discostarsi dagli pseudo ideali che fantomatici precursori del potere hanno imposto con forza, armonizzare lo scambio di idee, per far spazio ad un ricambio generazionale , ricercare nuovi leader che ridiano speranza alla società, estranei ad un conflitto fatto di voti ad ogni costo, per un successo personale, ma bensì  alla ricerca dei veri mali sociali, per ridare lustro e futuro ai cittadini. L’ incontro, propiziatorio di progresso, si chiuse con la convinzione di tutti o quasi di aver finalmente ritrovato la via maestra, il giusto condottiero, il tanto auspicato riscatto. Furono messi in calendario altri incontri , volti a fissare i parametri dell’azione. Ebbene dopo quasi  un anno, la parabola del buon samaritano, non vede attuazione, nessun incontro c’è stato, nessun coordinamento è nato, tanto fumo e nessun fatto. Allora mi chiedo? Ma era proprio necessario questo bluff?  Cosa è cambiato nel PD del Vallo di Diano? Cosa sta facendo il partito per il Territorio? Soliti uomini, solita politica accentratrice, difesa delle poltrone  che da venti anni sono riscaldate dagli stessi sederi.

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