Amato/16: “Iniziativa ‘90” cosa era ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Quando la gola profonda dello scandalo Amato “Peppino junior” incominciò a vuotare il sacco (ammesso che abbia qualcosa da vuotare, oltre la sua insicurezza!!), dopo aver parlato incautamente e con grande irriconoscenza di Luigi Ansalone (uno degli uomini che al pastificio ha dato tutto se stesso) parlò anche di “Iniziativa ‘90” forse non sapendo neppure lui di cosa stesse parlando. Ventidue anni fa era un giovanotto che certamente non si interessava degli affari di famiglia e non era ancora entrato nel “gotha” imprenditoriale della “dinastia” degli Amato. Non poteva sapere né capire che quella operazione mirava alla conquista economico-territoriale di gran parte della Città che nei futuri progetti del Comune sarebbe stata risanata e ricostruita dalla A alla Z. E’ bene ricordarlo anche a chi non sa affatto di cosa sto parlando ed a chi, oggi, fa finta di non saperlo o di non ricordarlo. La famigerata società detta “Iniziativa ‘90” rappresentò una delle pietre miliari della tangentopoli salernitana, anche se la magistratura locale non seppe scavare fino in fondo per scoprire che erano gli “uomini di potere” che si celavano dietro alcuni prestanomi o semplici pseudonomi. Il nome di spicco di quella cordata era quello del compianto ingegnere Raffaele Galdi (uno dei due “compassi d’oro” dell’epoca socialista) che probabilmente possedeva oltre il 30% delle azioni o delle quote di quella società in cui erano, forse, confluite le più grosse famiglie imprenditoriali dell’epoca: dal cavaliere Peppino Amato al compianto senatore Sossio Pezzullo. Poi c’erano altri nomi importanti ed altisonanti, ma anche nomi qualunque dietro i quali probabilmente si nascondeva la grande nomenclatura politica del momento, quella nomenclatura che fu comunque travolta da tangentopoli. Tra le prime grandi operazioni messe a segno da “Iniziativa ‘90” ci fu l’acquisto dei capannoni e dei suoli della ex Marzotto; per il risanamento di quell’enorme area la società depositò in comune anche un progetto per la realizzazione del “Novotel” oltre a spazi verdi e usufruibili dalla comunità così come recitava la famosa delibera consiliare n. 71 del 1989 che fissava gli standard urbanistici e che la successiva epoca di Oriol Bohigas ha letteralmente annientato. Ma arrivò, come dicevo, tangentopoli e gli equilibri politici e imprenditoriali si spostarono rapidamente; la concessione edilizia per il risanamento di quell’area già cementata non arrivò mai e la società fu costretta a demordere. Prese, invece, vigore l’area di fronte che era stata destinata a standard  e che d’improvviso riuscì ad ottenere la trasformazione per la realizzazione dell’attuale Novotel. Quell’area, solo per la cronaca, era appartenuta alla grande famiglia Scarlato che l’aveva ceduta ad una società del gruppo Novotel. In pratica, per la storia, un’area già cementificata che doveva  solo essere risanata è rimasta così com’era venti anni fa, mentre l’area destinata a standard verde che già era a verde è stata cementificata grazie alla benedizione del mitico Bohigas. Anche questo è riuscita a fare l’azione della magistratura salernitana. Non è stato possibile accertare se al momento la società “Iniziativa ‘90” è ancora titolare dei diritti sull’area ex Marzotto, è certo (perché è sotto gli occhi di tutti) che quell’area è tuttora in uno stato di assoluto degrado. Ma la società “Iniziativa ‘90” mise a segno anche altri colpi miliardari che scatenarono l’ira delle famiglie rimaste fuori dal discorso e produssero un’azione giudiziaria senza precedenti. Ma questo lo vedremo nella prossima puntata di questa storia.

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