SEL: reddito minimo garantito

Da uff.stampa SEL

SASSANO – Oggi 14.10.2012 il circolo SEL Sassano “Sandro Pertini” sarà in Piazza Umberto I dalle ore 10.0 alle ore 13.00 ed alla Villa Comunale di Sassano in località Silla dalle ore 16.00 alle ore 18.00, per la raccolta di firme per una proposta di legge d’iniziativa popolare che istituisca il reddito minimo garantito.

La campagna durerà fino a dicembre 2012 (obiettivo minimo: 50.000 firme in tutta Italia) e nei nostri territori si potrà firmare presso i banchetti di SEL nelle piazze o recandosi personalmente presso gli Uffici Anagrafe di tutti i Comuni della provincia, richiedendo di potere sottoscrivere per la “Proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del reddito minimo garantito”.

La campagna per il reddito minimo garantito – Un passaggio fondamentale di cultura politica che sceglie il terreno della precarietà esistenziale come nodo decisivo della crisi occidentale e della società italiana. Lo scopo principale della proposta di legge è quello di realizzare una campagna che ponga al centro il contrasto alla marginalità e un’attenzione forte a come garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza attraverso l’inclusione sociale.

In una condizione di tragedia economica come quella attuale, con i livelli di precarizzazione selvaggia e di disoccupazione di massa, soprattutto dei più giovani, il reddito può essere una risposta, una possibilità di scelta, di rivendicazione di autonomia e futuro. Con il reddito minimo scegliamo un punto di vista, quello di chi è maggiormente escluso a partire dalla condizione di genere e generazionale.

Siamo tra i pochissimi Paesi europei a non avere alcuna forma di tutela di ultima istanza. Siamo persino inadempienti rispetto all’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. La riforma Fornero peggiora ulteriormente questa condizione.

Il reddito minimo è un argine contro il lavoro nero, il lavoro sottopagato e la negazione delle professionalità e della formazione acquisita. Significa in buona sostanza non vendersi sul mercato del lavoro alle peggiori condizioni possibili. Da argine può diventare un paradigma. Per questo il disegno di legge propone tre deleghe al governo sul riordino della spesa assistenziale, gli ammortizzatori sociali e l’istituzione del salario minimo garantito capace di determinare il compenso orario minimo applicabile a tutti i rapporti aventi ad oggetto una prestazione lavorativa. Il reddito minimo può essere un grimaldello con cui ridisegnare le politiche attive del lavoro, i processi formativi e la generalizzazione del welfare.

 

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