FRANCIA: LA CHIESA DICE NO ALLA CONFUSIONE DEI RUOLI

Alfonso D’Alessio

Il governo socialista di François Hollande sta per abolire i ruoli di madre e padre. Verranno sostituiti dalle etichette più indefinite di “genitore 1” e “genitore 2”. Così i francesi troveranno scritto su documenti dal valore legale, così la mamma e il papà di un bimbo diventeranno identità neutre. Il provvedimento è posto alla base di un più ampio progetto che legalizzerà i matrimoni omosessuali e conferirà alle coppie gay il diritto di adottare figli. Il fine recondito e furbesco diventa evidente nella difesa che il governo francese fa a fronte delle riserve espresse dalla Chiesa e di parte della società d’oltralpe che, in maggioranza, si riferisce ancora al matrimonio “classico”. L’intento, affermano, è quello di secolarizzare l’istituto matrimoniale. Secolarizzare significa strappare dalla dimensione di sacro o comunque religiosa, e togliere la prospettiva del futuro confinandosi nel presente e basta. Che illuso sono stato! E pensare che io ritenevo tutto il discorso sulle coppie gay e sui loro diritti ispirato alla nobiltà del desiderio di far vivere bene, trovando il modo di una realizzazione anche affettiva, chi opta per scelte non per forza condivisibili, ma liberamente decise. Infatti stentavo a comprendere lo scontro sul matrimonio quando si può parlare di riconoscimento delle coppie di fatto facendo svolgere alla Chiesa, senza impedimenti e rispettosamente, il proprio “mestiere” nella materia propria, e soprattutto restando lontani dal volerle imporre un riconoscimento sacramentale impossibile. E invece no, un’altra manifestazione di come la battaglia ideologica deve prevalere sul buon senso. E dove sta il buon senso nella scelta del governo Hollande? L’appiattimento, l’indefinito, l’uso di parole fredde e neutrali non porta mai a nulla, a limite dona la sensazione di una confusa ed inutile emancipazione che ben presto lascerà spazio al senso di vuoto che coglie tutti quando si è privati di una chiara identità. Anzi  sostengo che tali preamboli francesi siano addirittura irrispettosi degli omosessuali. Stento a condividere l’idea secondo cui il riguardo dei diritti passi attraverso la non chiara definizione di essi e l’annientamento delle proprie specificità. Sarebbe come dire che io mi definisco essere umano perché non sono un animale. Francamente preferisco poter riconoscere la mia appartenenza al genere umano perché portatore di specificità precise. Così accade che per rispettare gli omosessuali si pensa che occorra annacquare le caratteristiche altrui. Approccio, questo, profondamente errato. Perché invece non imparare a rispettarsi tutti e a tentare un vero dialogo? Sono certo che agli omosessuali non fa problema chiamare mamma una donna che ha partorito, anche perché pure loro per forza maggiore ne hanno avuta una. Ritengo che a loro interessi di più sentirsi accettati e riconosciuti per quello che sono, considerati persone come tutti senza doversi confondere attraverso etichette vuote. Il problema del matrimonio sacramento, che neanche loro vogliono tale in quanto consci della inevitabile assenza della possibilità di procreare, e dell’adozione hanno alla base altri quesiti. Ha lo Stato il dovere e la libertà  di proporre un modello sociale e tutelarlo senza che questo voglia dire automaticamente la squalifica di altre condizioni? Ha un popolo il diritto di assicurarsi la presenza di generazioni future? Circa l’adozione occorrerebbe interrogarsi  su qual è il vero bene dei bambini, cioè se è meglio per loro imparare a chiamare la mamma o sapere che non c’è, oppure chiamare genitore 1 o 2. Comunque al di là di tutte le posizioni, l’ideale è fermarsi e trattare con meno leggerezza e ideologismo e con maggiore realismo argomenti che indirizzano la vita in modo quasi definitivo.

One thought on “FRANCIA: LA CHIESA DICE NO ALLA CONFUSIONE DEI RUOLI

  1. Quante volte ci è capitato di vedere un bambino che incomincia con il labiale a pronunciare le prime parole. E proprio le più facili sono quelle parole che rimandano alle consonanti emme e pi, quelle corrispondenti a mamma e papà. Pensiamo per un attimo, sempre a questo bambino nei primi mesi a identificare il papà e la mamma con genitore 1 e genitore 2. Che confusione, che difficoltà per il bambino!
    Cosa voglio dire: che basta riconoscere l’ordine delle cose. Tutti siamo nati da due genitori: una mamma e un papà.
    Pensiamo ancora adesso a noi se, rivolgendoci ai nostri genitori, li chiamassimo: “Buongiorno genitore 1 e genitore 2”, e come si sentirebbero loro ad essere chiamati in questo modo.
    Siamo seri!
    Una cosa è tutelare alcuni diritti anche giusti delle persone omosessuali altra cosa è confondere le cose.
    Gli stessi omosessuali non gradirebbero certo chiamare i propri genitori nel modo come propone il governo francese. La questione delle persone omosessuali è una cosa molto delicata e va affrontata in modo serio ed equilibrato. Con in modo estemporaneo.
    Roberto

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