Termovalorizzatore: Calabrese risponde a Cirielli

 

 

Da avv. Gerardo Calabrese (ass. ambiente comune Salerno)

SALERNO – Il presidente della Provincia di Salerno con la lettera inviata nei giorni scorsi al Commissario Europeo per l’Ambiente e ad altre Istituzioni, per lamentarsi di un presunto ostruzionismo del Comune di Salerno, ci regala una nuova perla di una lunga collana del genere fantastico dedicata alla gestione dei rifiuti nella provincia di Salerno. In sostanza nella missiva si propone al lettore una immaginaria ricostruzione di quel che è accaduto negli ultimi tre anni, omettendo volutamente tutto quel che non è accaduto per incapacità dell’Amministrazione provinciale. Ma andiamo con ordine, contrariamente a quanto asserito dal presidente Cirielli, se non sono stati avviati i lavori per la costruzione dell’impianto di “termodistruzione” della provincia di Salerno è dipeso esclusivamente dall’incapacità dell’Amministrazione provinciale che, pur beneficiando degli atti prodotti in precedenza dal sindaco di Salerno e della tanto decantata filiera istituzionale di centro destra, in oltre tre anni nulla ha prodotto. Inoltre, nel maggio del 2008 il Governo Berlusconi nel primo Consiglio dei ministri tenuto a Napoli, decise con l’art. 19 del Decreto Legge n. 90 che lo stato di emergenza nella gestione dei rifiuti in Campania sarebbe cessato improrogabilmente il 31 dicembre 2009. Pertanto, a decorrere da quella data i Comuni sono rientrati nel pieno delle competenze loro attribuite dalle leggi ordinarie, inclusa quella della pianificazione del proprio territorio ai sensi della L.R. n. 16/2004 (“Norme sul governo del territorio”). Quindi, il Comune di Salerno nell’approvare la variante urbanistica “incriminata”, ha solo esercitato quella che è una sua prerogativa assegnatagli dalla legge. Per di più, Cirielli nonostante l’esperienza maturata da presidente della Provincia, deputato presidente di Commissione e la sua laurea in Giurisprudenza, pur professandosi continuamente garantista mostra ancora una volta di non comprendere la differenza che corre tra indagato, imputato e condannato. Eppure le occasioni per approfondire queste tre diverse condizioni non gli sono mancate, sarebbe bastato guardare meglio all’interno del suo partito, considerato che in questi anni il PdL si è distinto più per l’azione giudiziaria che per quella amministrativa.Ancora, se è aperta una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, con il rischio di sanzioni economiche per il nostro Paese, è dipeso principalmente dalla mancata individuazione delle discariche da parte delle Province di Napoli e di Salerno (entrambe amministrate dal PdL) a cui la legge assegna detta competenza. Per di più, Cirielli appena si è potuto liberare di questa delicata responsabilità, senza pensarci su più di tanto, subito si è fatto commissariare dal presidente Caldoro con la nomina a commissario del prefetto Vardè, il quale a sua volta, purtroppo, nulla ha prodotto se non le sue dimissioni, motivate – a suo dire – dall’essere stato lasciato solo sia dalle Amministrazioni provinciali di Salerno e Napoli sia dalla Regione Campania. Tutto ciò ha “costretto” la Regione ad approvare nel gennaio scorso il Piano di Gestione dei rifiuti senza poter indicare i siti di discarica tanto attesi dalla Commissione Europea per poter ritenere credibile, almeno nel medio periodo, il Piano della Regione. A questo bisogna aggiungere che il Piano approvato, oltre ad essere lacunoso, per molti aspetti è anche in contrasto con la normativa europea di settore, tanto da aver spinto il Comune di Salerno ad impugnarlo, cosi come ancor prima si è deciso di impugnare le “linee applicative della legge 26/2010” emanate dalla Provincia di Salerno, in quanto alcune previsioni contenute nella legge sono – a nostro avviso – in contrasto con la Costituzione. Del resto, il giudice amministrativo adito (TAR Campania Sez. di Salerno) ha ritenuto meritevoli di attenzione le nostre eccezioni,  tanto da sollevare con ordinanza la questione di legittimità costituzionale innanzi alla Corte Costituzionale presso cui pende il giudizio di cui, tra l’altro, si da atto anche nello stesso Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Campania.Concludendo, dopo aver manifestato l’intenzione di fuggire dalla Provincia, Cirielli tenta anche di fuggire dalle sue responsabilità lavandosene le mani e scaricandole su altri. La qual cosa, proprio perché messa in atto da chi ha fatto del vacuo il fulcro della propria azione amministrativa, non meraviglia affatto.

 

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