Cava/6: tra crisi e avvisi … la rottura dei cavalieri dell’apocalisse

Marilena Mascolo

CAVA de’ TIRRENI – Alla fine Marco Galdi, il professore, ce l’ha fatta; per il rotto della cuffia ma ce l’ha fatta. E’ stato necessario un sacrificio sull’altare della patria ma la maggioranza ha retto. Per ora !! Ed ha retto, almeno sul piano dell’immagine, anche grazie alla spaccatura in seno ai cosiddetti “quattro cavalieri dell’apocalisse”. L’anno scorso avevano sancito un “patto di ferro” che è andato in frantumi al primo stornire di fronde. Giovanni Del Vecchio, Luca Alfieri, Matteo Monetta, Antonio Palumbo dovevano attrarre altri consensi ma non ce l’hanno fatta e adesso non ci sono più, parlo del piano politico. Quella che sembrava un’alleanza per Cava e soltanto per Cava con “Forza Cava” si è dissolta in men che non si dica, anzi all’insaputa almeno di tre suoi componenti. Difatti, stando alle cronache, la presa di posizione di Matteo Monetta (non nuovo, in verità !!) ha preso in contropiede e spiazzato gli altri tre. Un po’ come amava fare il mitico D’Artagnan con i suoi amici, i veri tre moschettieri del Re, Porthos, Athos e Aramis; li lasciava sempre a piedi, poverini !! Insomma la stessa cosa che ha fatto Monetta andando a ritrattare, forse, la sua posizione all’interno della maggioranza che, ad onor del vero, rimane ancora saldamente in sella con i suoi 16 consiglieri. Sul piano strettamente numerico, 16 a 11, il “tradimento” di Monetta è stato ininfluente per la sopravvivenza della maggioranza, ma ha effetti notevoli sul piano dell’immagine nell’opinione pubblica,  per questo è ancora più inquietante. Probabilmente Monetta lo avrà fatto per il bene della collettività e per rispetto degli elettori che lo hanno scelto; certamente dal momento della scissione avrà gli occhi addosso di tutti che osserveranno ogni suo movimento. A conti fatti, dunque, la maggioranza di Galdi ha vinto la prima battaglia di una lunga ed estenuante guerra che, purtroppo, non sarà combattuta soltanto a colpi di votazioni tra minoranza e maggioranza, come vorrebbe una corretta dialettica democratica. I “rumor’s” sono dietro l’angolo e potrebbero sconvolgere veramente tutto.

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