APOCALISSE E BANDIERA EUROPEA

Alfonso D’Alessio

Parlando con amici imprenditori, personale della pubblica amministrazione e tanti, troppi, giovani che dal sud Italia emigrano verso il nord Italia o nelle nazioni del nord Europa, mi vado sempre più convincendo che una possibilità di risalire la china per la nostra patria è offerta dalla maggiore, se non totale, integrazione in Europa. Molti soldi e progetti della Comunità Europea restano fermi o tornano al mittente per l’incapacità e la deficienza progettuale, soprattutto nel mezzogiorno, di coloro che gestiscono la cosa pubblica. Ma tra le motivazioni stupefacenti di tale inefficienza ve n’è una che ricorre spesso e che ha dell’inverosimile. “Con l’Europa non si scherza, sono puntuali nelle scadenze, precisi nell’organizzazione e controllano che fine fanno i soldi”, questa la verità bisbigliata, mai gridata e oculatamente occultata. In poche parole quando c’è l’Europa di mezzo, quanto meno è più difficile imbrogliare. A questo punto ben vengano gli Stati Uniti d’Europa a patto però che, oltre la migliore efficienza, si presentino molto diversamente da come sono oggi. Un Europa che abbia come collante solo il fine finanziario e si fondi esclusivamente su una moneta monca e senza una guida unica, che non riconosca le proprie radici cristiane nicchiando all’ignoranza e tradendo la storia passata presente e futura, rischia d’importare le caratteristiche negative di ogni nazione piuttosto che esaltarne quelle positive. Il segreto è nella cultura dell’inclusione e del rispetto. Solo così invece di stimolare la paura per il diverso ci si predispone all’accoglienza e all’arricchimento reciproco. La storia dei popoli del vecchio continente è riscontrabile anche nella bandiera scelta nel 1955. L’idea di voler difendere i diritti dell’uomo di diffondere la cultura europea indusse a scegliere, come ritenuto dai più,  il disegno del  francese Arsène Heitz  il quale successivamente ne fornì una spiegazione in chiave biblica, facendo riferimento ad un’immagine della devozione alla Madonna propria del dodicesimo capitolo dell’Apocalisse: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”. Senza radici l’albero non cresce e quello piantato dissecca. Più Europa dunque per il bene dell’Italia, ma senza mettere la testa sotto terra.

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