Chiude la Acg Flat Glass a Salerno

 

Filippo Ispirato

Un altro duro colpo per l’economia salernitana: chiude i battenti, dopo diversi mesi di trattative estenuanti, lo stabilimento della multinazionale giapponese del vetro Acg Flat Glass (ex Pennitalia) della nostra città. La chiusura dello stabilimento industriale avvierà in Cassa Integrazione i 130 dipendenti dell’azienda.  Un’agonia lenta iniziata già diversi anni fa ed accentuatasi con il forte calo del fatturato nel 2012: il crollo del mercato delle automobili e quello dell’edilizia, maggiori mercati di sbocco per il vetro prodotto dallo stabilimento salernitano, ha portato alla decisione dei vertici aziendali di ridurre in Italia la capacità produttiva, per spostarla all’estero verso nuovi mercati a maggiore potenziale di crescita. Salerno, che durante il ventennio degli anni del boom economico, tra gli anni sessanta e settanta, era chiamata la Milano del Sud, per via dei suoi numerosi stabilimenti industriali e per il numero di occupati nel settore industriale, ha visto via via perdere pezzi nel corso degli anni: basta fare un giro per il quartiere della “Zona Industriale”, che ormai di industriale ha quasi solo il nome, se si escludono le poche imprese manifatturiere presenti si è trasformato in zona commerciale con concessionarie auto, centri commerciali e supermercati. Il presidente di Confindustria Salerno Mauro Maccauro, in una lettera inviata ieri 18 Febbraio ai vertici aziendali della multinazionale Acg Flat Glass, ha espresso il suo rammarico per la decisione di chiudere lo stabilimento, augurandosi di trovare nell’immediato una nuova strategia aziendale da mettere in campo per salvare lo stabilimento e salvaguardare l’occupazione dei suoi dipendenti. La crisi del settore ha colpito anche altre aziende italiane concorrenti che sono state costrette a chiudere o a ridurre in maniera sensibile la propria capacità produttiva, segno evidente del periodo economico difficile per il nostro paese e l’Europa intera. Compito di Confindustria e delle altre associazioni di categoria in coordinamento con i politici locali e nazionali sarà quello di favorire lo sviluppo delle economie locali attraverso la creazione di incubatori d’impresa, che favoriscano la nascita di nuove professionalità e la creazione di prodotti non standardizzati, meno soggetti alla concorrenza dei paesi emergenti, e di un sistema fiscale più leggero per aziende e start up, che saranno maggiormente incentivate ad assumere e a rimanere sul territorio.

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