Alfredo Greco: un uomo, un magistrato

Aldo Bianchini

SALERNO – La mattina del 2 febbraio scorso mi trovavo nella sala polifunzionale “B. Mercadante” di Torraca per assistere alla presentazione del libro “Eroi silenziosi” scritto da Angelo Jannone, un ex colonnello dell’Arma dei Carabinieri. Ad un certo punto della mattinata la parola è stata data al prof. Sergio Perongini (docente di diritto amministrativo presso l’Università di Salerno-Fisciano e già sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di Salerno) che ha esordito dicendo: “Il mio primo giorno da magistrato-uditore lo passai con Alfredo Greco. Tra le tante cose ricordo perfettamente che mi disse di stare sempre attento a che le inchieste giudiziarie non apparissero mai cucite addosso all’indagato”. Basterebbe questa semplice affermazione di Sergio Perongini per rappresentare in sintesi la figura di Alfredo Greco, un magistrato silenzioso, che ha attraversato ed attraversa buona parte degli ultimi decenni della storia giudiziaria del nostro distretto. Alfredo Greco, un uomo vero prestato alla magistratura, è entrato in quasi tutte le grandi inchieste giudiziarie del nostro tempo. Da Raffaele Cutolo al delitto di Giancarlo Siani, dall’assassinio dei due carabinieri a Pontecagnano alla tangentopoli salernitana, dall’inchiesta sul figlio di Agnelli, Edoardo, coinvolto in un giro malavitoso internazionale con Niki-Niki all’uccisione di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore. Per come ho avuto modo di conoscerlo io è stato ed è un magistrato che al momento opportuno chiude il fascicolo che ha tra le mani, alza la testa e guarda dritto negli occhi dell’indagato di turno; un magistrato che non di rado ha fatto un passo indietro anche in inchieste su personaggi chiacchierati, senza mai andare alla ricerca della facile pubblicità e senza mai eccedere con la pubblicizzazione mediatica delle  sue inchieste. Nella storica e difficile inchiesta sugli assassini dei carabinieri Fortunato Arena e Claudio Pezzuto, durata dal 12 febbraio al 9 ottobre del 1992, Alfredo Greco forse ha raggiunto l’apice del suo “essere uomo e  magistrato”; gli assassini individuati e circondati in una casa di Calvanico vollero arrendersi solo nelle sue mani e venne evitato un inutile spargimento di sangue. La sera del 9 ottobre 1992 la Corte di Assise di Salerno pronunciò la sentenza di ergastolo per De Feo e D’Alessio ed io, microfono alla mano, lo avvicinai chiedendogli se era soddisfatto della sentenza di condanna che lui stesso aveva motivato e chiesto. Mi rispose laconicamente: “Non si è mai soddisfatti quando si chiede e si ottiene l’ergastolo”. Questo era ed è Alfredo Greco che con l’inchiesta a carico d Edoardo Agnelli ha probabilmente raggiunto il “picco investigativo” sognato da ogni magistrato; in quell’operazione incarcerò il prof. Maurizio Graziani (medico delle famiglie Agnelli e Grimaldi di Montecarlo, ora defunto) che fece tradurre in manette da Torino fino a Salerno pur di scoprire alcune complicate, ed ancora oggi misteriose, relazioni internazionali che portavano fino a New York al tavolo del potentissimo e sconosciuto Niki Niki, capo supremo di tutta la mafia mondiale. Un altro momento della vita professionale di Alfredo Greco mi ha colpito. Qualche giorno dopo il 31 maggio 1993, dopo l’arresto dell’ex sindaco Vincenzo Giordano, davanti ad alcuni di noi (tutti giornalisti) ebbe il coraggio di dire che “Giordano è un signore e non doveva essere maltrattato così, messo tra due poliziotti in manette per le fotografie di rito”. Una frase che ancora oggi gli fa certamente onore. Per questi motivi, e per tanti altri ancora, ho sempre apprezzato ed apprezzo l’uomo e il magistrato Alfredo Greco. Ha inquisito e fatto arrestare magistrati e politici, malavitosi e pedofili, bancarottieri e finanzieri, gente comune e pregiudicati di carriera. Ma tutte queste cose alla fine, ovviamente, si pagano ed implacabilmente anche per lui è scoccata l’ora delle grandi delusioni. Il Consiglio Superiore della Magistratura gli ha rifilato l’ultima stoccata forse anche per la sua personalissima visione dei grandi temi che assillano la magistratura in materia di “separazione delle carriere” e di “automaticità dell’azione penale”. Mi auguro che Alfredo Greco possa continuare a fare il magistrato, come  lui sa fare, come soltanto lui sa fare, per molti anni ancora. E non importa se continuerà a fare il magistrato da “capo” o da “sostituto”, l’importante è che lo faccia. Tutti ci sentiremo più sicuri.

4 thoughts on “Alfredo Greco: un uomo, un magistrato

  1. Voglio dire grazie a questo valoroso Magistrato….a questo straordinario uomo che non dimentica mai di essere tale.Grazie anche a nome di chi non c’e’ piú e che egli voleva salvare da un destino crudele!

    1. Onore ad un grandissimo uomo e grandissimo magistrato, auguriamoci tutti che possa continuare la sua carriera in magistratura a difesa dei valori civici e della legalita’.

  2. Complimenti direttore per le sue considerazioni che danno onore e merito ad un magistrato straordinario.

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