Palermo-Salerno insieme per Petrosino

 

Barbara Filippone

PALERMO – 12 Marzo 1909, la mafia per la prima volta si vendica di un uomo che si era avvicinato troppo alla verità. Il detective italo-amaericano, Joe Petrosino, veniva freddato con 4 colpi di pistola  a Palermo nei pressi di Villa Garibaldi. Giuseppe, o Giusé, da quando indossò a 23 anni la divisa da poliziotto non smise mai di combattere la criminalità della Litte Italy,  lui che aveva lasciato la sua Padula, in provincia di Salerno, a 13 anni per seguire la famiglia in America, aveva imparato l’inglese con un corso serale, era l’unico in grado di poter fare da collante tra il numero sempre crescente di immigrati italiani che arrivavano nel Nuovo Mondo e  che cadevano nella rete della mafia e della criminalità, e la polizia di New York. Petrosino per sradicare il problema alla radice, però, decide di tornare in Italia ed andare in Sicilia. Lui uomo giusto ed onesto, che pretendeva trasparenza e chiarezza ma che ambiva soprattutto ad un obiettivo: fare in modo che il tessuto mafioso non s’infiltrasse nel tessuto politico che spesso nutriva le file dei suoi politici attraverso i compromessi. La venuta in Sicilia di Petrosino, viene dallo stesso sottovalutata, infatti non si rende conto, che il potere dell’Alta Mafia in quella precisa fase di ascesa sociale è oramai radicato e “Giusè” si fiderà di persone già corrotte, false e che costituiranno motivo di scelte sbagliate. La missione che per Petrosino era difficile, e soprattutto segreta, diventa impossibile. Ingenuità e senso alto del dovere rappresenteranno il motivo della sua caduta. Già nel centesimo anno dalla sua morte, nel 2009, Palermo rendeva omaggio a Petrosino con una statua con sue le fattezze, realizzata dall’artista Giacomo Rizzo, la cui immagine è quella di un poliziotto con il volto rivolto verso l’alto, il portadocumenti sotto il braccio e lo sguardo oscurato da un’ombra proiettata artificialmente sulla figura, che allude all’ombra della malavita e dei killer. Così anche stamattina è stato celebrato con la deposizione di una corona di fiori ed un incontro fra il Sindaco e i familiari, l’anniversario della sua morte. La corona è stata deposta sul luogo in cui Petrosino fu ucciso, a piazza Marina. “Mi piace pensare che Joe Petrosino è coetaneo di un evento per noi molto importante che si chiama Unità d’Italia – ha detto Orlando – a simboleggiare l’eterna necessità di legare la memoria con la capacità di guardare al futuro.” “Il fatto che la figura di Joe Petrosino torni ad essere commemorata con la giusta enfasi – hanno sottolineato i familiari – è segno non solo di grande impegno civile e culturale ma anche di sensibilità personale ed istituzionale per la figura di un poliziotto che è una bandiera dei valori della legalità.” Ancora una volta deve essere sottolineato l’impegno della città di Palermo nella lotta alla mafia, e con questi gesti simbolici ma pieni di significato, l’augurio di tutti noi, è che assumendo una visibilità internazionale possa rappresentare in toto il simbolo della lotta al crimine. Della delegazione che ha incontrato il Sindaco, facevano parte tra gli altri Nino Melito Petrosino, pronipote del Poliziotto, il Presidente dell’Istituto Superiore per la difesa delle tradizioni, Marchese Roberto Trapani della Petina e Tiziana Bove Ferrigno, Assessore alla Cultura del Comune di  Padula (Salerno), la quale, ha ringraziato il Sindaco per l’invito e l’accoglienza ed ha sottolineato che “questo anniversario, insieme all’impegno delle rispettive amministrazioni, è motivo di orgoglio per entrambe le città, unite dalla storia di Petrosino e dal comune lavoro contro la criminalità.”

One thought on “Palermo-Salerno insieme per Petrosino

  1. Come al solito un articolo meraviglioso… complimenti dott.ssa Filippone.
    Il coraggio rende liberi!

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