Elisa/6: l’appello

Aldo Bianchini

SALERNO – E’ cominciato nel Tribunale di Salerno il processo d’appello a carico di Danilo Restivo, presunto assassino della giovanissima Elisa Claps ritrovata dopo diciassette anni nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Le guardie carcerarie hanno letteralmente blindato il presunto assassino nascondendolo agli obiettivi indiscreti delle tantissime telecamere. L’uccisione di Elisa sarebbe avvenuta lo stesso giorno della scomparsa, 12 sett. 1993, e nel sottotetto fu sepolta sotto un cumulo di macerie umane che nel tempo si sono sempre più ingrossate: amici, poliziotti, investigatori, servizi segreti, magistrati, avvocati, giornalisti, esperti scientifici, periti di ogni genere e depistatori di professione. Almeno fino al 17 marzo 2010, giorno del ritrovamento dei poveri resti di Elisa. Venerdì 11.11.11 (data storica che ricorre ogni cento anni) la sentenza a conclusione del “giudizio abbreviato” da parte del GUP Elisabetta Boccassini (figlia d’arte) con la condanna a 30 anni di reclusione a carico di Danilo Restivo già in carcere in Gran Bretagna per la “presunta uccisione” almeno di un’altra donna, Heather Barnett, con le stesse modalità assassine. Il 20 marzo 2013 Danilo Restivo è stato tradotto a Salerno per l’appello. Questa in estrema sintesi la ricostruzione della vicenda. Davanti al Tribunale di Salerno mi ha colpito la dichiarazione dell’avvocata Giuliana Scarpetta, strenua difensore di “mamma Filomena”, la minuta ma esplosiva madre di Elisa che finalmente ha potuto guardare in faccia il presunto assassino della figlia. L’avvocata Scarpetta, nel rispondere ad una specifica domanda, ha detto che dalla voce di Restivo si aspetta solo la ripetizione di cose già note, come << …  ho seguito con lo sguardo Elisa fino all’uscita dalla Chiesa … >> ed ha messo subito il dito nella piaga di tutto il processo e di quanto accaduto nel corso delle lunghe indagini preliminari, con una domanda <<Chi ha coperto Danilo Restivo ?>>. La domanda della Scarpetta ripropone in maniera drammatica il “ruolo dell’informazione” locale ed il rapporto tra l’informazione e l’altra parte (magistratura e avvocatura !!).  Su questo caso ho scritto poco, molto poco; dal 2010 ad oggi ho scritto soltanto sei articoli. Il penultimo l’ho scritto il 1° giugno 2010 (pubblicato sia su “Dentrosalerno.it” che su “Cronache del Mezzogiorno” e “la  Nuova” di Potenza) pochi giorni dopo la conferenza stampa del Procuratore Generale di Salerno, dr. Lucio Di Pietro, ed a quell’articolo avevo dato come titolo <<Elisa, chi protegge Danilo ?>> prevedendo e prevenendo, in un certo senso e con largo anticipo,  quella che sarebbe stata la domanda che la mattina del 20 marzo 2013 l’avvocata Scarpetta ha posto agli organi d’informazione, quasi per chiedere un aiuto mediatico in questa sua difficile battaglia. Si sarebbe comportata così la Scarpetta se avesse avuto il ruolo di difensore del Restivo o della stessa pm Felicia Genovese che a Potenza condusse le prime indagini preliminari sul caso ? Non lo so e non intendo perdere tempo nemmeno nella ricerca di una risposta. So solo che l’avvocatura, così come la magistratura, dovrebbe essere più prudente quando ha a che fare con la stampa. Mi rendo conto del ruolo che il difensore, un difensore, deve esercitare per conto del proprio assistito ma spesso sono costretto a prendere atto che non c’è nessun tipo di “consulenza” dell’avvocato verso il cliente; ma così va la vita e bisogna sapersi adeguare. Per quel mio articolo si scatenò l’inferno e da un avvocato salernitano fui diffidato (per conto della sua assistita Felicia Genovese) in via stragiudiziale a non scrivere più nulla sulle presunte coperture di Restivo. La verità o la via giusta sta sempre nel mezzo, ovviamente, tra il dovere di assistere il proprio cliente e la ricerca della verità anche attraverso un buon rapporto con la stampa che, a sua volta, dovrebbe imparare a perseguire il giornalismo d’inchiesta. Da quel momento no ho potuto più scrivere su “La Nuova” che si è ben guardata dal chiedermi altri contributi giornalistici, e piano piano ho smesso anche di scrivere su Cronache per non creare fastidi più del necessario. Così come si è ben guardata la stessa informazione salernitana dal chiedersi o dal chiedermi cosa fosse mai accaduto. Alla prossima.

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