CRESCENT/14: la battaglia dei “rio”, dal Fusandola al Mercatello

 

  Aldo Bianchini

SALERNO – Alcuni giorni fa ho letto da qualche parte che mettere in assoluta sicurezza l’aspetto idrogeologico del Crescent e di Piazza della Libertá, dopo i clamorosi smottamenti degli ultimi tempi, potrebbe essere necessario deviare il “corso naturale del rio Fusandola” e che le necessarie autorizzazioni non sono state ancora concesse, si dovrá aspettare il prossimo mese di settembre per saperne di piú. C’é tutto il tempo, quindi, per qualche opportuna riflessione. La deviazione di un torrente é un fatto di eccezionale portata anche se contemplato e regolarizzato fin dalla notte dei tempi; la leggenda ci tramanda addirittura la deviazione del Bussento (che è qualcosa in più di un torrente) per fare posto alla tomba di Alarico. Le tecnologie nei secoli si sempre piú affinate e, naturalmente, i vincoli e gli impedimenti sono di pari passo aumentati.  A proposito di vincoli il “rio Fusandola” dovrebbe evidenziare un valore, anzi un disvalore, aggiunto se solo si pensa alla disastrosa alluvione del ’54. Forse molti hanno dimenticato che la cattiva o inesistente manutenzione del Fusandola fu una delle concause del micidiale evento climatico che procuró danni incalcolabili alla cittá e portó con se centinaia di morti e decine di centinaia di feriti. Ma a Salerno, si sa, come in una sorta di autocastrazione si trascurano le “aste torrentizie” e spesso si ha l’abitudine di deviarle. Addirittura una ventina di anni fa qualche “eroico magistrato” si concesse anche il lusso di indagare con una velocità inconsueta gli autori di un “progetto socialista” per il risanamento delle aste torrentizie; e il progetto finì nel dimenticatoio. Salerno, dal punto di vista orografico e  idrogeologico, é una cittá molto particolare; la cittá é stretta dalle colline e dal mare e il suo territorio é attraversato perpendicolarmente da diverse aste torrentizie che, come una gigantesca e naturale opera di regimentazione delle acque, portano verso il Tirreno tutta l’acqua piovana estremamente pericolosa per l’assetto idrogeologico del territorio. Detto questo, va da se capire quanto sia importante lasciare quanto piú é possibile le cose cosí come madre natura le ha create. A Salerno, come se nel ’54 non fosse accaduto nulla, si é proceduto nei decenni a ricoprire buona parte delle aste se non, in qualche caso, a deviarle. Il caso piú clamoroso é senza dubbio quello inerente il palazzone dove ha sede il comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri. Proprio sotto la sede dei Carabinieri passava il “rio Mercatello” che spaccava in due la vasta area da urbanizzare. Ma gli scienziati dell’epoca non si persero d’animo e detto fatto deviarono il corso naturale del torrente edificando nel punto di deviazione un gigantesco muro sotterraneo di cemento armato. Secondo alcuni altri scienziati, perché nel nostro Paese ci sono sempre almeno due correnti di pensiero, venne creata tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 una specie di “bomba eco-idrogeologica” dagli esiti futuri assolutamente imprevedibili. Fortunatamente fino ad oggi non é accaduto niente, la speranza é che non accada mai niente ma la Caserma e l’intera zona circostante potrebbero essere state esposte ad un rischio elevatissimo. Non so quali enti e quante persone dovranno decidere il futuro assetto del rio Fusandola, non vorrei essere nei loro panni. Anche il sondaggio che abbiamo lanciato ai nostri lettori (vedasi apposito spazio sulla destra della pagina) che stanno rispondendo in massa e per oltre l’80% la eventuale deviazione del Fusandola deve essere evitata. Certo, il nostro sondaggio non è come quelli degli istituti specializzati, ma rappresenta (seppure in piccolo) uno spaccato di verità.

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