il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

AVVOCATI: assolti dopo dieci anni … grazie al pm Spiezia

Aldo Bianchini

SALERNO – Desidero iniziare questo approfondimento con alcune domande forti: “Quante inchieste giudiziarie di un certo spessore il pm Filippo Spiezia ha concluso con successo nell’ambito delle sue competenze presso la Procura della Repubblica di Salerno ?”, a memoria risponderei nessuna. E ancora: “Quanti indagati lo stesso pm ha tenuto sui carboni ardenti per anni ?”, sempre a memoria risponderei tantissimi. E infine: “Ma tutto questo è giusto ?”, per profonda convinzione risponderei no. Non parlo di qualcosa verificatosi sulla Luna, parlo invece di accadimenti giudiziari consumatisi sotto i nostri occhi. Per quanto riguarda il pm Spiezia, ma non è il solo, potrei parlare dell’inchiesta sull’Università che portò al clamoroso arresto del “filosofo rosso” Roberto Racinaro (all’epoca Magnifico Rettore), potrei parlare dell’inchiesta su Salerno Sistemi che portò al clamoroso ed eclatante faccia a faccia tra Vincenzo De Luca e l’ingegnere Franco Amatucci, potrei parlare dell’altra clamorosa inchiesta a carico dell’allora procuratore capo della Pretura Circondariale, Antonio Feleppa, potrei parlare dell’inchiesta sulla MCM (Manifatture Cotoniere Meridionali) o di quella sul SEA-PARK, ovvero dell’inchiesta ancor più clamorosa sui giudici di Catanzaro per avere sempre lo stesso risultato: nulla. Le ultime tre inchieste (MCM, SEA PARK e Catanzaro) le lasciò addirittura in eredità alla pm Gabriella Nuzzi con tutti i risvolti clamorosi che le stesse inchieste hanno prodotto non solo sulla città e sugli amministratori pubblici ma anche sulla stessa Procura della Repubblica con l’uscita di scena del procuratore capo Luigi Apicella (un galantuomo) e il trasferimento di alcuni PM. Il pm Filippo Spiezia ha avuto con questa città un rapporto strano, per lui proveniente dal nolano niente sembrava impossibile, credibile e creduto, riusciva a presentare le sue inchieste sempre come uniche e clamorose anche se, in verità, non ha mai dialogato molto con la stampa né è andato alla ricerca di pubblicità mediatica. Lavorava sulla base delle sue convinzioni che spesso si sono dimostrate inesatte, forse perché non conosceva bene il tessuto connettivo della società salernitana. Potrei parlare, dicevo, a lungo di ognuna di questa inchieste, non so se lo farò in futuro; per oggi preferisco concentrarmi su una inchiesta, cosiddetta minore, che più di dieci anni fa coinvolse e travolse quattro giovani e valenti avocati salernitani: Giuseppe Senatore, Maria Caiazza, Carlo Annunziata e Massimo Falci. I quattro vennero accusati da un sedicente pentito, Ettore Mazzeo, che all’epoca dei clamorosi fatti rivestiva la carica di “cancelliere capo” della sezione di Eboli del Tribunale di Salerno. Per sottrarsi da altre pesanti responsabilità il cancelliere tirò in ballo i quattro avvocati (ma non solo loro !!) accusandoli di “essere stato da loro corrotto in cambio di favori in procedure esecutive contro il Ministero delle Finanze”. L’accusa in se era veramente gravissima e soltanto per una serie di cavilli giuridici i quattro non finirono dietro le sbarre, ci furono scontri tra l’Avvocatura e la Procura per via delle perquisizioni effettuate negli uffici legali, ma la loro carriera in ascesa subì un violento stop. Nel corso di undici anni si sono sovrapposte e contrapposte varie sentenze di segno diverso fino all’ultima e definitiva pronunciata, qualche giorno fa, dalla Corte di Appello di Napoli dove il processo era stato trasferito per competenza territoriale. Su suggerimento della Cassazione la Corte di Appello di Napoli ha sentenziato che <<il pm Spiezia è rimasto vittima del tranello tesogli dal cancelliere Mazzeo che, per evitare una custodia cautelare in carcere per fatti da lui commessi e provati da una condanna per patteggiamento, gli ha dato in pasto una serie di avvocati al solo fine di allontanare l’attenzione dall’indagine che lo vedeva coinvolto>>. Incredibile !!  Una sentenza ineccepibile ma anche inquietante; in poche righe non solo fa piazza pulita (giustamente !!) delle accuse ingiuste a carico dei quattro avvocati ma mette al riparo anche il pm Spiezia da eventuali ripercussioni di carattere economico per le probabili richieste di indennizzo dei quattro indagati (che la Corte di Appello ha ritenuto di assolvere nonostante l’intervenuta prescrizione !!) tenuti per anni sotto il tiro della giustizia. Non so se agli avvocati in questione basta la pur eccellente sentenza per liberarsi da tutte le frustrazioni e umiliazioni subite; di sicuro resta sul piatto dell’immaginaria bilancia della giustizia un peso molto ingombrante, un peso che potrebbe colpire chiunque in ogni momento. Una sentenza certamente restituisce la dignità perduta o compromessa, ma altrettanto certamente non sarà mai sufficiente a ripagare undici anni di sofferenze psico-fisiche personali e familiari. Dopo questa sentenza sarebbe facile parlare nuovamente di riforma della giustizia, di separazione delle carriere, di responsabilità civile dei magistrati, ma è come parlare di aria fritta, purtroppo.

1 Commento

  1. LA GIUSTIZIA È IN GRAVE RIANIMAZIONE… LE ASTE GIUDIZIARIE CONTROLLATE DA POTERI ECONOMICI… TRAVOLTA L INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA. IL CASO ZONIN/GIP CECILIA CARRERI E LA PUNTA DI UN IMMENSO ISENBERG IN ROTTA DI COLLISIONE CON I TRIBUNALI DELLO STATO!!!
    ARCH. GIANCARLO PORCINI

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