GOVERNO: dieci piccoli indiani !! e poi non rimase nessuno … da Agatha Christie alla Boccassini (And Then There Were None)

Aldo Bianchini

SPINETO – Nel caso di specie i piccoli indiani non sono dieci ma ventidue (il primo ministro e ventuno ministri), questa l’unica diversità rispetto al famoso romanzo di Agatha Christie pubblicato nel 1939. Il resto, compreso la trama, è perfettamente sovrapponibile, a cominciare dall’abbazia-albergo di Spineto molto simile alla villa inglese di Nigger Island. Anche la sceneggiatura, scritta dal presidente Giorgio Napolitano, appare molto simile; difatti il premier e i ministri sono stati accolti  da una cuoca e un maggiordomo; soltanto un dubbio, non so se sul caminetto delle loro rispettive camere da letto hanno trovato la “mitica filastrocca” per bambini. Un particolare agghiacciante, perfettamente identico, è l’assenza del regista che, come nel caso di Devon (nome della località inglese), è rimasto fuori dalla scena ad alcune centinaia di chilometri da Spineto. E’ a Milano per un impegno fondamentale della sua vita professionale: la requisitoria del “processo Ruby” contro Silvio Berlusconi. Il suo nome ? Semplice: Ilda Boccassini, salernitana di nascita e milanese d’adozione dopo essere passata per la scuola di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Esattamente sovrapponibile alla mitica Agatha Christie, la Boccassini riesce a tingere di giallo tutto quello che tocca e tutto quello che fa. Ossessionata dai cosiddetti “piaceri sessuali di Silvio” probabilmente sogna di poter depositare sul caminetto della stanza da letto di Berlusconi almeno l’ultimo passaggio della filastrocca che fa così: <<Solo, il povero Silvietto in un bosco se ne andò: ad un pino s’impiccò, e nessuno ne restò>>. E già, perché gli altri, cioè i ventidue componenti il “Governo Letta” si sono già tutti impiccati, prima, ai rami ramificati della giustizia governata in perfetto stile “agathiano” dall’onnipotente Ilda che, almeno   fino alla sentenza Ruby prevista per il 24 giugno 2013, ha in mano le redini del governo. Un po’ come fece e disfece la grande Agatha Christie con il suo giallo più famoso di tutti i tempi. Come dire <<cambiare tutto per non cambiare niente>>. Questa similitudine della situazione storico-politica che stiamo vivendo in Italia con il famoso romanzo giallo della Christie è verosimilmente credibile e rappresenta bene lo stato di fatto. Tra abbazie, adunanze di piazza, contestazioni, attentati, e requisitorie rischiamo di consegnare il Paese nelle mani dell’ingovernabilità. Si può ? Non credo proprio, al di là degli enormi errori di Silvio Berlusconi attirato in una trappola senza uscita (Ruby !!), perché di vera e propria trappola si tratta, altro che di <<sistema prostitutivo organizzato per i piaceri di Berlusconi>>. Dovrebbe, quindi, capire l’ex premier che per il bene del paese è giusto e necessario fare un passo indietro e non salire sulle barricate. Sulla politicizzazione del processo e sul metodo da “assalto inquisitorio” utilizzato dalla Procura di Milano non ci sono ombre di dubbio; il processo è stato montato e l’assalto c’è concretamente stato; ma ben gli sta !!  in quanto dall’altro lato bisogna anche dire che l’ex premier non solo se l’è cercata ma ha fatto di tutto per creare le condizioni per essere “incastrato” come un pollo grazie all’aiuto dei suoi due stallieri (Emilio Fede e Lele Mora).  E per questo, solo per questo, deve pagare. Ma sei anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici appaiono segnatamente come una richiesta assolutamente politica e completamente slegata dal contesto dei fatti di cui a processo, soprattutto l’interdizione perpetua. Tutto sembra assurdo e forzato.  Del resto basta esaminare la baldanza con cui la Boccassini ha annunciato che <<al di là di ogni ragionevole dubbio>> la Ruby si prostituiva ben prima di arrivare alle cene di Arcore; e se così è, mi chiedo, dovrebbero esserci prove e dichiarazioni schiaccianti, e se ci sono perché ancora non sono stati arrestati tutti coloro che hanno spinto la minorenne verso la prostituzione prima che varcasse la soglia della residenza berlusconiana. E poi come fa la Boccassini ad essere estremamente certa che tra Silvio e Ruby ci sia stato del sesso ? Certo per Berlusconi deve essere dura, da premier ancora in carica nel 2011 è stato accusato praticamente di essere un “magnaccio”.  Queste cose non bisogna solo pensarle (ed in tutta sincerità moltissimi le hanno pensate !!) ma è necessario provarle al di là di ogni ragionevole dubbio, finchè viviamo in uno stato di diritto. Insomma tanti punti ancora oscuri che fanno della vicenda un complicatissimo rompicapo che, purtroppo, ci accompagnerà ancora per alcuni anni. A meno che, ripeto, non ci sia il passo indietro. Inutile gridare che la “giustizia deve essere uguale per tutti” e poi sperare che per Berlusconi sia più concreta, più rapida e più giustizialista. E’ vero infine che, per dirla alla Boccassini, i rappresentanti del popolo e delle istituzioni non avrebbero dovuto “invadere” il tribunale di Milano per protestare contro i giudici, ma è altrettanto vero che quello stesso tribunale non può essere perennemente occupato da chi dovrebbe applicare la giustizia in nome del popolo e che di quella giustizia ne fa quotidianamente uno strumento di battaglia politica personale. Tutto il resto è noia.

 

 

 

 

 

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