ANCE e Europrogettazione: sogno o realtà ?

 Aldo Bianchini

FISCIANO –  A causa di un imprevedibile e imprevisto impedimento sono arrivato in ritardo rispetto all’inizio dei lavori del “Corso base di Europrogettazione di 2° livello” sui finanziamenti europei per le amministrazioni pubbliche e le imprese di costruzione. Non ho potuto seguire, quindi, l’intervento di apertura del presidente del’ANCE di Salerno (promotore dell’iniziativa) “Antonio Lombardi”; sono costretto a far riferimento al report giornalistico del suo ufficio stampa che ha diligentemente diffuso il pensiero del Presidente: «Bisogna puntare su proposte progettuali di successo, senza idee fumose, non supportate da realistici crono-programmi attuativi, selezionando adeguatamente le priorità e puntando su interventi realmente strategici per il territorio. La burocrazia ci soffoca, la giustizia non funziona, criminalità e corruzione rappresentano un sempre più forte freno allo sviluppo e alla competitività delle imprese. Occorrono quindi segnali forti, tangibili, di severe, rigorose ed efficaci inversioni di tendenza. È improponibile che a L’Aquila i cantieri siano ancora fermi, ma intanto siano state varate 1.109 leggi e ordinanze per gestirli. Le norme ormai non sono il mezzo per raggiungere uno scopo: sono diventate un fine esse stesse». Una denuncia che è quasi come un grido d’allarme, quello del presidente Lombardi, contro un malcostume che nel nostro Paese è diventato “prassi costante e quotidiana” trasformandosi da spregevole ingorgo burocratico in un “percorso politico-amministrativo” degno degli attori e delle comparse che salgono e scendono dal palcoscenico del set che si chiama “politica-istituzioni-imprenditoria-malavita”; un quadro devastante che tutti, compreso lo stesso Lombardi, hanno per certi versi e per certi aspetti favorito e protetto, se non condizionato. La denuncia di Lombardi è efficacemente pungente e penetrante, non c’è dubbio, ma lo sarebbe stata ancora di più se fosse arrivata quando Egli stesso era al centro dell’attenzione generale sia della politica che dello sport, altro elemento trainante e deviante che ha rappresentato una distorsione certa di quel “sistema-cemento” che sembrava essere stato raddrizzato da quella stessa “giustizia” che una ventina di anni fa aveva dato l’avvio ad una stagione di legalità, purtroppo soltanto sulla carta. Fatta oggi, o da poco tempo, la denuncia di Lombardi appare obiettivamente obsoleta, per non dire contro corrente o di convenienza, e pesantemente tardiva rispetto allo squallore delle battaglie combattute da tutti gli imprenditori del mattone di questa Città all’ombra di due personaggi politici di prima grandezza: Vincenzo De Luca e Edmondo Cirielli. Ne abbiamo viste di tutti i colori, ne ha fatte le spese anche l’incolpevole Salernitana Calcio (ma di questo sarà opportuno parlarne in seguito !!), e tutto è avvenuto nel solco di quella tradizione sub-culturale che ha visto per molti decenni gli imprenditori della nostra provincia, soprattutto quelli del mattone, allineati come cagnolini fedeli e fidelizzati al seguito di questo o di quel personaggio politico del momento e dell’epoca. L’ho scritto anche altre volte in passato, non posso essere tacciato di posizione di comodo e/o di interesse, che la “grande imprenditoria” nostrana, autocelebratasi come “casta”, non ha mai avuto il dono della “autonoma managerialità” e mal si è inserita in quel discorso di << proposte progettuali di successo, senza idee fumose, non supportate da realistici crono-programmi attuativi, selezionando adeguatamente le priorità e puntando su interventi realmente strategici per il territorio >> che del resto lo stesso Lombardi (ma soltanto oggi !!) ha cercato di trasmettere con il suo intervento ai corsisti chiamati a raccolta nell’aula magna dell’Università di Fisciano. Ma di queste specifiche specialità dagli interventi dei pur blasonati docenti universitari non è emerso assolutamente nulla; solo parole, solo retorica e idee fumose, senza priorità e senza alcun suggerimento su interventi realmente strategici per il territorio. Non si capisce perché un settore, come quello delle costruzioni, che rappresenta il 10% del PIL nazionale (quasi il 20% in provincia di Salerno) con 20 milioni di occupati sia precipitato, non per un’alchimia chimica, in una delle crisi più profonde della sua storia; probabilmente la causa è da ricercare proprio in quel rapporto di assoluta sudditanza,  storicamente atavico, tra politica e imprenditoria del cemento che ha caratterizzato prima e bloccato poi quel grande sogno che è stato il cosiddetto “miracolo economico” degli anni dal 62 al 64 , un miracolo soltanto sfiorato (lo scrive Michele Mezza nel suo romanzo “Avevamo la luna” –editore Donzelli-), un miracolo che portò al grande sfascio della colata di cemento degli anni successivi. Ovviamente niente da dire sullo sforzo che da qualche tempo va compiendo il presidente dell’Ance di Salerno, anche con l’ultima due giorni da Fisciano a Pollica, tra docenti prolissi e improduttivi e sindaci incapaci di riconoscere nell’azione di Lombardi il vero “problema dei problemi”.

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