DE LUCA: quando il potere non logora ma non premia !!

 Aldo Bianchini

SALERNO – Qualche settimana fa, all’indomani del conferimento del prestigioso incarico di “vice ministro”, tutti hanno eclatato il successo ed il potere di Vincenzo De Luca quasi come se l’incarico fosse arrivato a coronamento di quattro lustri di potere assoluto in Cittá e su buona parte del territorio provinciale. Non é proprio cosí, almeno io la penso in un altro modo e ve lo spiego subito. A Vincenzo De Luca é stato conferito un incarico che, pur nella sua prestigiosa importanza, rimane come una “delega del ministro competente”; difatti De Luca non ha giurato con il “governo Letta” nelle mani del Presidente della Repubblica ma lontano dal Quirinale. Dunque é logico affermare che il suo sconfinato potere su Salerno e Provincia non gli ha reso quello che era giusto, probabilmente, aspettarsi. Difatti le prime crepe si sono giá allungate sulla corpositá e sul peso dell’incarico; gli scontri con il ministro Lupi sono giá storia di un rapporto difficile che rischierá di incrinarsi ancora di piú nell’immediato futuro, quando cioé arriveranno al pettine i veri nodi che riguardano e bloccano le grandi infrasrutture assolutamente necessarie per lo sviluppo del Paese Italia. Ma perché ad altri salernitani é stato concesso ció che a De Luca é stato negato. Difficile rispondere, si può solo ipotizzare che un incarico pieno avrebbe dato a De Luca una forza e un prestigio nazionale che in molti non vogliono concedere. L’elenco delle personalitá che, pur partendo da una posizione di potere molto inferiore a quella di De Luca, hanno avuto in termini politici e di incarichi prestigiosi parecchio più del sindaco di Salerno é molto lungo. Per avvalorare la mia tesi cito soltanto a caso i nomi di Salvatore Valitutti, Bernardo D’Arezzo, Carmelo Conte, Michele Pinto, Alfonso Pecoraro Scanio e Mara Carfagna; tutti hanno avuto l’onore e l’onere della poltrona principale di “Ministro  della Repubblica”. Senza voler fare una scaletta di prestigio  o di valore politico i suddetti, per poco o per parecchio tempo, hanno rappresentato il Governo e l’Italia nel mondo avendo ai loro ordini schiere di sottosegretari, di direttori generali e semplici questuanti. A De Luca, invece, é toccato il ruolo di “vice ministro” che seppur leggermente diverso dall’incarico di sottosegretario é pur sempre un ruolo di secondo piano, anzi addirittura riduttivo con quella parola “vice” che nelle orecchie di Vincenzo De Luca, abituato ad essere sempre e soltanto il primo, dará un fastidio della malora. Altro che “pippe e ……….” come suol dire il sindaco nel corso delle sue infrenabili filippiche settimanali sulle frequenze di Lira/Tv e non solo.

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