Caldoro e il Rating.

Renato Messina

Alcuni giorni fa l’agenzia di rating Moody’s ha declassato alcune regioni italiane, abbassando  il giudizio sul loro debito; anche la Campania è stata coinvolta dalla revisione del giudizio passando da Baa3 ad Ba1 con outlook negativo. Il lavoro delle agenzie di rating è quello di valutare l’affidabilità dei debitori e assegnare un voto al loro debito, in modo da fornire una indicazione sintetica della loro situazione economica e finanziaria. Viene da sé che un peggioramento del rating rende più difficile ricorrere al debito come mezzo di finanziamento perché costringe il debitore ad alzare gli interessi per attrarre eventuali creditori. Successivamente al downgrade il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha rilasciato un video messaggio dal suo blog,  annunciando che la Regione si sta muovendo per vie legali per tutelarsi e, dice lui, per tutelare noi. Il governatore infatti afferma candidamente che la maggior quota di interessi che la Campania potrebbe dover pagare ricadrà automaticamente sui cittadini campani (come se non esistessero altre vie d’uscita). Evidentemente  alla Regione non è passato neanche per la testa di effettuare tagli della spesa pubblica e così dà già per scontato che il peggioramento della valutazione lo dovremo pagare noi. Il video continua ed il governatore spiega correttamente perché il downgrade avviene proprio ora; la causa scatenante è infatti la possibilità di pagare i debiti commerciali della regione con le imprese, ricorrendo al debito. Credo che il fatto di pagare un debito (quello commerciale), emettendone altro (finanziario), perché evidentemente non c’è disponibilità nelle casse dell’ente, si commenti da solo. Fermo restando l’assoluta importanza di pagare i debiti commerciali (magari in tempi ragionevoli visto che pretende che noi lo facciamo in 30 giorni),  di certo se siamo costretti ad indebitarci per farlo non possiamo stupirci del downgrade. Sia chiaro, la situazione debitoria della Regione Campania non è una responsabilità del Presidente Caldoro e la Regione ha il diritto di rivalersi sull’agenzia se si ritiene ingiustamente danneggiata ma, onestamente, non credo sia questo il caso. Arriviamo però all’ultimo punto; Caldoro dice (come è vero) che si creano delle differenze tra cittadini di certe regioni “virtuose” e gli altri appartenenti alle regioni che sono state “sprecone” additando la causa a “ragioni storiche”. Su questo il governatore sbaglia; non sono generiche ragioni storiche ma precise responsabilità politiche che noi cittadini campani abbiamo scelto ripetutamente e delle quali paghiamo le conseguenze. Non c’è nessuna forza storica astratta che ci ha torturato, esiste solo il voto (forse interessato) di tanti campani. E dico di più, non sarebbe così strano cambiare Regione di residenza perché una offre servizi e condizioni migliori di un’altra e non è neanche il segno di una nazione poco solidale, è solo il segno di cittadini liberi che possono scegliere dove gli enti pubblici sono più efficienti, premiandoli con la loro presenza (e le loro tasse). Infine il Presidente della Regione Campania conclude con un bell’appello al Presidente del Consiglio, proponendo che lo Stato italiano si faccia garante di tutti i debiti delle regioni così da presentarsi tutti insieme sul mercato con un rating migliore. L’idea di fondo sarebbe la stessa degli eurobond e quindi implicherebbe che le Regioni virtuose si accollino parte del nostro debito o che il debito delle Regioni si aggiungesse implicitamente a quello nazionale. A cosa sarebbe servito essere virtuosi ed efficienti? Se Caldoro fosse riuscito ad oggi a risanare completamente la situazione finanziaria della Campania (impossibile), come la penserebbe a prendersi il debito di qualche altra Regione? Essere male amministrati deve avere delle conseguenze, la differenza la fanno i cittadini che votano e le regole che dovrebbero permettere di mettere alla porta chi amministra male. Quasi sempre siamo noi a sceglierci il nostro destino (o declino).

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