Agropoli/2: un ospedale da cancellare !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Nel precedente articolo del 18 aprile 2013 avevo scritto che l’ospedale di Agropoli era “un ospedale da chiudere”. Mi sbagliavo, era ed è un ospedale da cancellare dalla “carta geografica” della sanità pubblica salernitana. Altro che storie, altro che chiacchiere in gergo politichese senza alcun fondamento conoscitivo del fenomeno che in quell’ospedale è avvenuto in passato e, forse, avviene tuttora. Quell’ospedale, per chi ancora non lo sapesse o facesse soltanto finta di non saperlo, è la vergogna assoluta della sanità pubblica, sia per i medici che per il personale paramedico. Più per i medici, ovviamente. Non sorprendetevi, in quell’ospedale non avviene niente di mefistofelico o di illegale; tutto si volge alla luce del sole ed anche nel pieno rispetto delle regole. Soltanto che quelle regole, inventate dai sindacati di categoria e dalla politica, sono assolutamente marce. Sindacati e politica, due tronconi della società che hanno contribuito in maniera massiva al “disastro Italia”. Una sigla emblematica, ALPI, che è tutto un programma e che è la negazione della vera professionalità medica; ALPI (Attività Libero Professionale Intramenia), una sigla che è una garanzia di guadagni favolosi con poco sforzo. In pratica da anni l’ospedale di Agropoli si è retto su prestazioni ALPI; basta pensare che una “guardia notturna in ALPI” per 12 ore costa ben 480 € che quell’ospedale offre e che tantissimi medici accettano a pioggia da tutti gli altri ospedali dell’ASL Unica Salerno. Accadeva e accade che molti medici nelle ore di libertà offrono le proprie prestazioni in ALPI per beccare la modica cifra di 480 € per ogni notte di servizio e/o  per pari servizio diurno ; ma badate bene spesso accade che i medici dopo aver effettuato il proprio turno di lavoro nell’ospedale di loro competenza, passano velocemente per casa, si sciacquano un po’ il viso e via di corsa verso l’ospedale di Agropoli per intascare una bella fetta di danaro pubblico a discapito, comunque, delle eventuali prestazioni. I medici ovviamente possono raccontarla come vogliono ma mai nessuno mi convincerà che un medico, dopo aver lavorato le sue ore di lavoro normale si va a fare le dodici ore di guardia notturna in Alpi e semmai subito dopo ritorna in servizio nuovamente nel suo ospedale, possa essere così vigile come lo poteva e lo doveva essere nel primo turno normale. Tutto ciò, probabilmente, a grave danno degli utenti della sanità pubblica. Ma c’è una marea di prestazioni, debitamente conquistate con lotte sindacali, che portano all’assurdo sistema di avere molti medici con lo stipendio normale, con lo straordinario normale, con lo straordinario straordinario, con le prestazioni ALPI e, leggete leggete, con il compenso per “attività per prestazioni fuori ed extra orario di servizio” nella misura di ben 60 € all’ora; in pratica un medico che fa un turno di notte di 12 ore in “extra” incassa la modica cifra 720 €. Ecco perché, in un recentissimo passato, abbiamo letto di medici che arrivano in un anno a guadagnare cifre iperboliche nettamente superiori a 700mila euro. Questo accadeva ed accade ad Agropoli, tomba della professionalità e della serietà deontologica per tantissimi medici; una situazione che si cala alla perfezione anche per gli ospedali di Roccadaspide ed Oliveto Citra. Ma c’è, ovviamente, di più. Il di più sta nel fatto di aver allargato ed esteso all’inverosimile il concetto di “ALPI” che il legislatore regionale voleva contenere al minimo e riservarlo per prestazioni effettivamente “necessarie ed insostituibili” prodotte da professionisti che dovrebbero documentare pedissequamente, ora per ora e minuto per minuto, la loro prestazione libero-professionale senza confonderla ed imbastardirla con la “non prestazione” di chi va ad Agropoli, Roccadaspide ed Oliveto Citra per dormire. In questo sfacelo generalizzato è mancato il filtro ed il controllo di chi era chiamato a filtrare e controllare; la politica e il sindacato hanno fatto di tutto per “perequare” l’accesso per l’ALPI ed all’Extra per tutti fino a provocare la drammatica situazione odierna in cui un posto letto di Agropoli costa la bella cifra di 312.000 euro all’anno, un importo di gran lunga superiore a tutti gli altri ospedali della provincia e forse superiore anche all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno. Nessuno, quindi, deve meravigliarsi se il TAR ha respinto il ricorso del Comune di Agropoli ed in pratica ha decretato l’avvio delle procedure per la trasformazione in un posto di primo intervento. Anche il sindaco Franco Alfieri, che reputo personaggio di alto profilo politico, prima di capeggiare sfilate e rivolte o prima di ordinare la ripresa dei ricoveri, farebbe bene a ripassare i dati impressionanti che in piccola parte ho appena elencati. Per non parlare dell’ancora più vergognosa occupazione della direzione sanitaria. Insomma oltre i danni anche la beffa … per amore della politica politicante e nulla più.

One thought on “Agropoli/2: un ospedale da cancellare !!

  1. Egregio Signore,
    ma la colpa e la responsabilità per questo sciagurato ed antieconomico modo di organizzare il lavoro di un ospedale è dell’Ospedale stesso – come Lei mostra di ritenere – o dell’ASL e della Politica che invece di dotare di personale e mezzi propri il nosocomio fanno sì che questo vada avanti con questi mezzi?
    Date all’Ospedale medici ed infermieri propri, altro che chiudere o cancellare!
    Questo è quello che qui chiedono tutti, ma è la Politica Politicante (anche dell’ASL) che non ne vuol sapere.

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