LA FRATERNITA’ E’ RICCHEZZA

Alfonso D’Alessio

C’è un tesoro che solitamente è a disposizione delle giovani generazioni e che ultimamente appare relegato nel dimenticatoio. Sono gli anziani. Una disattenzione che fortunatamente non riguarda la chiesa, tantomeno la diocesi salernitana. É per questo che martedì 18 giugno l’arcivescovo Luigi Moretti ha voluto incontrare il clero anziano presso il santuario Santa Maria di Avigliana in Campagna. Numerosi i convenuti, più di cinquanta i sacerdoti che hanno risposto con entusiasmo all’invito, e lo spirito è stato quello di un incontro fraterno. “Il fine è quello di aiutare a crescere il senso di fraternità e di appartenenza al presbiterio” ha detto mons. Moretti. E l’obiettivo è stato centrato. Mons. Antonio Cipollaro, rettore del santuario che ha ospitato la giornata di fraternità e spiritualità, ha osservato che “è stato un momento positivo, senz’altro da ripetersi con lo stesso spirito, la stessa libertà e franchezza di dialogo”. Il clero anziano, per gli stessi problemi che riguardano l’età dei coetanei non sacerdoti, a volte vive oggettive situazioni di disagio. Il rischio è che l’età non più verde, esponga ad una sorta di esilio conducendo in postazioni più nascoste, a volte segrete. È un pericolo che non bisogna nemmeno correre. La presenza di preti anziani è segno di vitalità e di speranza per una chiesa se si pensa che pure le situazioni più problematiche nella vita possono e debbono diventare delle opportunità. Riconoscere il valore del ministero e della vita del presbitero anziano diventa anche proposta per l’umanizzazione della società, verso uno stile di fraternità per il prossimo e di coraggio nei confronti del disagio fisico dovuto all’età che avanza. I sacerdoti anziani hanno un ruolo significativo di testimonianza nella società odierna, sempre più sbilanciata nella valorizzazione delle persone che possono produrre beni materiali. Mons. Raffaele Fedele, classe 1922, con i suoi 91 anni sembra essere il decano dei sacerdoti salernitani. Ma non è l’unico, seguono  mons. Italo D’Elia, mons. Alfredo De Girolamo, mons. Vincenzo Pagliara e mons. Carmine Severino, classe 1923, che con i loro 90 anni arricchiscono il clero diocesano. Man mano che si va avanti il numero aumenta, tuttavia all’età anagrafica non corrisponde quella dello spirito. Tutti continuano a lavorare nella vigna del Signore.

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