De Luca: sul suo stipendio parla Fausto Morrone

 

Salerno, 22.07.2013 Fausto Morrone

 Ho provato un senso di profondo disgusto nel leggere alcune affermazioni fatte dal Sindaco e Vice Ministro, Vincenzo De Luca, a riguardo della sua retribuzione.

Egli dichiara cialtronescamente che i 4.800 euro netti che percepisce mensilmente sono pochi e continua paragonandosi per questo ai braccianti agricoli.

Nella situazione  sociale data non c’è, a mio giudizio, un’offesa e una mortificazione più cocente che la provocazione suddetta, non solo per la categoria produttiva presa a paragone dal Vice Ministro, ma per il 90% dei lavoratori italiani.

La somma dichiarata da De Luca rappresenta, infatti, quattro volte lo stipendio di un lavoratore e ben sei volte l’indennità di cassa integrazione o di mobilità percepita, oggi, da milioni di persone, peraltro prossime alla disoccupazione.

Con il suo fare furbastro e saccente, dettato dalla sua intima e antica convinzione di essere circondato solo da stupidi che non rilevano il senso e il peso delle parole, omette di dire che ai 4.800 euro lui aggiunge mensilmente una pensione parlamentare di circa 3.500 euro, raggiunta dopo appena sette anni di permanenza alla Camera dei Deputati, senza produrre, tuttavia, nulla che abbia rimasto una qualche traccia della sua presenza nell’ambita Assemblea e quando il 90% dei lavoratori italiani non può andare in pensione neppure dopo 40 anni di duro lavoro.

Dimentica, pure, di aggiungere tutti i benefit a lui concessi come auto blu, autisti, telefonia, trasporto ferroviario e aereo, ecc..

Contemporaneamente a questa bruttissima e tronfiale dichiarazione, ho avuto modo di apprendere, sempre dalla stampa cittadina, che il Comune di Salerno è stato condannato dall’Agenzia delle entrate al pagamento di una sanzione pecuniaria di circa 360.000 euro.

Essa si riferisce a detrazioni non dovute per acquisti fatti in buona parte per una delle tante opere incompiute della città: il Palasalerno.

Il Sindaco, consapevole di avere torto marcio, ha immediatamente dato mandato agli uffici di pagare la prima rata.

Mi chiedo, ora, come sia possibile in una comunità democratica e civile, come quella salernitana, che nessuno si sia posto il problema della profonda ingiustizia che promana questa faccenda.

Difatti, personaggi che ricevono tanti soldi e onori per servire lo Stato, come De Luca, fanno frequentemente ricadere sulla popolazione amministrata i costi dei propri errori.

In realtà i 360.00 euro saranno pagati con maggiori tasse dai cittadini salernitani, come lo stesso capita per gli interessi sui mutui accesi per finanziare opere incompiute o iniziative tese solo alla vanagloria del Sindaco – Vice Ministro.

Nelle altre città italiane  – e non voglio disturbare l’Europa, come nel celebre intercalare di De Luca – argomenti simili occuperebbero per giorni le pagine dei quotidiani e susciterebbero commenti e discussioni che toccherebbero la credibilità dei protagonisti istituzionali.

A Salerno è possibile che uno che guadagna 9.000 euro al mese (circa 18 milioni delle vecchie lire) e gode di tanti privilegi istituzionali possa paragonarsi impunemente ai braccianti agricoli e, allo stesso tempo, imporre, in un silenzio imbarazzante, ad una città stremata economicamente e socialmente, i costi dei suoi errori e della sua megalomania, attraverso un prelievo fiscale considerato statisticamente tra i più alti d’Italia.

Io non mi associo al silenzio, voglio parlare e rimanere traccia, certo che un giorno potrò ridere e rinfacciare a tanti l’indifferenza attuale: non so se saremo ancora in tempo, allora, per garantire decoro e dignità alla nostra bistrattata comunità.

 

                                                                                 

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