La Lavanda: la “spiga grossa” di Sanza

 

Maddalena Mascolo

SANZA – Sabato 27 luglio, dalle ore 17.00 nella sala del C.E.A., su iniziativa dell’Associazione Culturale “Sanza la città della lavanda” si terrà il convegno dal titolo: <<La Lavanda, una pianta antica ancora attuale – un’opportunità di sviluppo>>. Saluteranno i convenuti Francesco De Mieri (sindaco di Sanza), Vito Fico (presidente ass. cult. “Sanza la città della lavanda”), Raffaele Accetta (pres. Comunità Montana), Costabile D’Agosto (ass. prov. turismo), Amilcare Troiano (pres. Parco Nazionale). Relazioneranno Lucia Coletta (Regione Campania), Dionisia De Santis (naturalista), Enrica De Falco (Università di Salerno). I lavori saranno conclusi dal cons. reg. Giovanni Fortunato e coordinati dal giornalista Aldo Bianchini. Ma cosa è la lavanda per Sanza ? Qui a Sanza, il 2° comune per estensione della Campania, con i suoi 12mila ettari di terreno, la lavanda ha rappresentato per decenni un prodotto floreale utile  per lo sviluppo e l’occupazione con la nascita e l’incremento di un’attività industriale tra le più floride nel campo del profumo. Veniva raccolta lungo le pendici del Monte Cervati, veniva lavorata in loco e poi portata a valle. Oggi di tutto questo, non rimane che un lontanissimo ricordo. Grazie ad un giovane imprenditore turistico sanzese, Vito Fico, oggi si sta riscoprendo la storia e l’economia di Sanza ed in modo particolare quella legata alla raccolta e lavorazione della lavanda. A Sanza negli anni che vanno dalla prima guerra mondiale fino alla fine degli anni ’60, si ebbe uno sviluppo clamoroso della lavorazione della lavanda. Centinaia di donne sanzesi e dei paesi vicini venivano utilizzate in quel lavoro artistico e artigianale al tempo stesso dell’industria del profumo. Il prodotto, seguiva un primo processo di lavorazione, poi in damigiane di vetro veniva spedito in Francia per una ulteriore lavorazione finale.   Dai  racconti degli anziani emerge come la lavorazione della lavanda costituisse l’unica fonte di reddito per molte famiglie. Poi tutto è svanito nel nulla, proprio come svanisce il profumo. Sepolti nella vegetazione, ancor oggi vi sono le caldaie dove veniva bollita la lavanda, a testimonianza di quello che fu un tempo il fiorente commercio della lavanda. Sabato pomeriggio, dunque, se ne discuterà a lungo, ancora una volta con la segreta speranza di ridare a Sanza una via di uscita dalla disoccupazione nel rilancio di un’economia orami spenta da anni. Insomma tutto è pronto per la riscoperta della lavanda che a Sanza è meglio conosciuta come “la spiga grossa”.

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