Gambino/103: i commissari di D’Onofrio

 

Aldo Bianchini

PAGANI – Nel corso della giornata dello scorso 25 luglio 2013, giovedì, un breve dispaccio di agenzia ha colpito il mio immaginario. Eccolo: <<Da una analisi effettuata riscontro anomalie rispetto alle presenze sospette e negli stessi comuni di commissari e pseudo consulenti. Vicenda che ho intenzione di segnalare al prefetto ed alla procura proprio in virtù del rispetto delle istituzioni che tanto si rivendica. Inoltre denuncio la continua ed insopportabile serie di inutili nomine presso il Comune della qual cosa chiederò chiarimenti agli organi competenti>>. Come molto verosimilmente avrete intuito dal titolo l’autore del dispaccio è stato il consigliere provinciale del gruppo misto Massimo D’Onofrio, estimatore di Alberico Gambino ed in procinto, forse, di candidarsi alla carica di “primo cittadino” della città di Pagani nelle prossime elezioni amministrative che, tra rinvii e ripensamenti, comunque arriveranno. Quella che Massimo D’Onofrio annuncia quasi come una campagna d’autunno mi trova perfettamente in sintonia con l’obiettivo finale che dovrebbe essere quello di smantellare finalmente il “sistema perverso delle nomine politico-clientelari” dovunque esse vengono attivate. D’Onofrio si propone, dunque, di dar vita ad una sorta di “guerra senza quartiere” non solo nella sua città (Pagani !!) ma anche in tutte le città che evidenziano un elevato numero di “presenze sospette, commissari e pseudo consulenti”. Bene, anzi benissimo; peccato che nel contesto dell’intervista rilasciata da D’Onofrio e pubblicata su Cronache del Salernitano venerdì 26 luglio 2013 la pur brava intervistatrice non abbia posto alcune ovvie domande. Ma andiamo con ordine e passo subito ad una prima richiesta, diretta e personale che rivolgo all’amico Massimo D’Onofrio. Io che non ho mai ricevuto una nomina in vita mia (e sicuramente non la meritavo !!) chiedo pubblicamente a Massimo di nominarmi “suo consulente personale in questa che si annuncia come la mitica “battaglia delle Ardenne”. Del resto nei panni dell’inquirente mi ritroverei davvero a mio agio dopo tanti anni passati ad esercitare il mestiere di “ispettore di vigilanza”; sarebbe davvero bello andare a scoprire tutti i casi di “figuri anomali” che si aggirano nelle pubbliche amministrazioni, dalla Provincia ai Comuni, dai Consorzi alle società miste, dalle associazioni con profilo pubblico alle società di servizi a capitale privato-pubblico. Sarebbe davvero una bella inchiesta anche sotto il profilo giornalistico che, al momento, è la cosa che mi interessa di più. Dimenticavo di dire che, ma l’amico Massimo lo sa già benissimo, il mio eventuale incarico sarebbe davvero a titolo assolutamente gratuito; anche se, lo confesso, un incarico del genere (qualora esistesse) darebbe il giusto ritorno di “reddito psicologico” di non facile valutazione oltre al fatto di poter costruire anch’io il mio orticello di potere. Naturalmente accetterei l’incarico sempre che mi venisse garantita la massima libertà di azione in un campo minato come quello degli incarichi e delle consulenze. Ma ovviamente queste sono tutte chiacchiere al vento ed anche scherzose, rimane sullo sfondo un problema serissimo e delicatissimo che Massimo D’Onofrio ha toccato ben sapendo delle difficoltà che incontrerà sul cammino di moralizzazione della vita pubblica. Sulla base di quanto fin qui detto mi sento di porre una sola condizione a Massimo D’Onofrio, anche in considerazione del fatto che pochi giorni fa in pieno Consiglio Provinciale si è battuto (fino ai limiti dello scontro fisico con altri due consiglieri provinciali, Amabile e Russomando) per difendere a spada tratta l’incarico politico-fiduciario che la Provincia aveva deciso di dare come ha dato alla sig.ra Rossella Campitiello, moglie di Alberico Gambino. Mi aspetterei da D’Onofrio, prima di concedermi l’onore della nomina, un gesto eclatante di libertà e di lealtà politica verso tutti i suoi elettori prima ancora che verso di me: la pubblicazione di tutti gli atti dell’iter burocratico-amministrativo che hanno portato alla nomina della predetta Campitiello. La richiesta è dettata da due ordini di motivi: primo per un atto di responsabilità verso gli elettori; secondo perché solo così dimostra di aver preso visione di tutti gli atti di una nomina che ha difeso a spada tratta, sicuramente anche in maniera giusta e coscienziosa. Conoscendo da tempo Massimo D’Onofrio non ho dubbi sulla linearità e sulla trasparenza della sua battaglia in difesa della Campitiello così come non ho dubbi sulla legalità delle battaglie che si accinge ad intraprendere nella speranza che non si limitino alla città di Pagani ed ai tre commissari prefettizi (sarebbe mera campagna elettorale di retroguardia !!) ma si estendano, come premesso, a tutto il territorio provinciale che è condizione imprescindibile all’accettazione dell’eventuale incarico. Questo atto di verità lo esigono anche i tanti lettori che stanno dando corpo al sondaggio pubblicato sul lato destro della prima pagina di questo giornale.

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